La lenta agonia sta per terminare. La Sorrento calcio srl, ed il suo titolo sportivo, ormai hanno le ore contate. L’amministratore unico Francesco D’Angelo, dopo le ultime parole al veleno rilasciate negli ultimi giorni (anche nei confronti di coloro che gli hanno garantito l’ossigeno vitale nell’ultimo disastroso biennio), si ritrova sempre più solo, sommerso di debiti e senza alcuna garanzia di poter continuare la storia rossonera. Fortunatamente, aggiungerebbe qualcuno, in virtù dei risultati ottenuti. Non è nient’altro che la naturale conseguenza di un modo scellerato di far calcio, con grande improvvisazione e senza una minima programmazione (Gambardella docet).
È arrivato il momento di resettare tutto, facendo pulizia sia di ‘teste’ e sia in ambito contabile. Alternative non ci sono ed anche i main sponsor, nelle persone di Ronzi e Durante, sembrano ormai essersi capacitati di tale scelta. Un passo indietro, gesto umile per mettersi di nuovo in discussione, riedificando dalla base e sperando – soprattutto – di riuscire a riaccendere l’entusiasmo nel cuore del popolo della penisola sorrentina. Si sonda il terreno della provincia di Napoli per un titolo sportivo disponibile (Serie D o Eccellenza).
All’avvocato D’Angelo non resterà che leccarsi le ferite: chiederà l’iscrizione in qualche categoria inferiore (in Terza categoria non rischierebbe neanche la retrocessione), giusto per mantenere in vita la matricola del club e così compensare un pò le perdite, incassando gli ultimi crediti spettanti. Tra cui il tanto discusso “compenso di solidarietà'” per la cessione di Immobile al Borussia Dortmund. Un’inezia, se messa a confronto con il monte debiti, utile soltanto per ricoprire il pagamento degli ultimi stipendi, e relativi oneri contributivi, relativi alla stagione che va a concludersi tra quattro giorni.

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