Concetti chiari, duri, che non fanno prigionieri. Non ce ne è per nessuno nell’analisi di fine gara di Mario Turi, tecnico del Football Club Sorrento. Tanti i capi di accusa e nessun alibi.

L’ANALISI – “E’ stata una prestazione da cancellare e che, onestamente, non mi aspettavo. Almeno lo scorso anno eravamo stati condannati dagli episodi. L’approccio è stato molle, forse perché troppo nervosi. Non è possibile andare sotto di due gol in 10 minuti: una squadra come la nostra non può fare questo per mancanza di cattiveria, poi diventa tutto più difficile a livello tattico e mentale. Non c’è nulla da salvare oggi”.

REAZIONE NULLA – “A fine primo tempo ci eravamo detti che si doveva provare a palleggiare con calma. Poi il loro contropiede, col terzo gol, ci ha tagliati le gambe. Ma questa mancanza di cattiveria non mi va giù. Loro correvano, noi no. Le partite si vincono in 11 e non si può giocare solo quando si ha la palla. La Sancataldese, pur senza strafare, ha meritato di vincere. Noi siamo riusciti solo ad arrivare sull’esterno a crossare, e spesso con poca precisione. L’atteggiamento e la voglia di conquistarsi la palla hanno fatto la differenza. Anche sull’1-3 li incitavo affinché potessimo fare almeno un gol senza arrenderci, ma non c’è stato nulla. Sono andati tutti male e io davanti a tutti”.

DIFFICOLTA’ IN ATTACCO – “Volevamo giocare coi nostri tre attaccanti contro i loro tre difensori, provando a sfruttare qualche buco che poteva nascere sugli esterni magari con qualche anticipo sbagliato dei difensori che, comunque, erano molto bravi a venire avanti nelle chiusure preventive. Se organizzi la partita in un certo modo, e poi hai un approccio totalmente sbagliato, devi provare a cambiare qualcosa per dare una scossa ad una squadra che non funziona. Non è un discorso singolo, ma collettivo. Non siamo stati neanche in grado di mantenere la calma usando il cervello. Ci eravamo detti, anche prima della partita, che avremmo dovuto avere pazienza. Pensavo di potermi affidare a un gruppo di giocatori di esperienza, ma evidentemente non è bastato. Ci voleva altro che non c’è stato”.

SCARPA ASSENTE DAL GIOCO – “Francesco sta bene. Ha fatto tutte le amichevoli e la settimana di allenamento. Non voglio dare la colpa ai singoli dopo una prestazione così brutta. Mi metto io davanti a tutti: ho sbagliato per primo e ho dato troppa fiducia a dei giocatori che pensavo avessero un’esperienza tale per poter gestire i momenti difficili. Appena ci siamo trovati in difficoltà, abbiamo iniziato a buttare questa palla in avanti. Una cosa che non mi piace e che non voglio si faccia. Probabilmente siamo bravi solo a parole, senza avere quella forza mentale di giocare palla a terra e di ricucire una trama di gioco. Ci siamo allungati troppo e sapevo che poi la Sancataldese sarebbe stata brava in questo tipo di situazioni, il terzo gol ne è l’emblema visto che abbiamo preso una ripartenza da pivelli”.

LUNGA SOSTA POST-SEASON – “Il mese di sosta ha potuto incidere solo nell’approccio alla partita. Magari non eravamo abituati ad incontrare avversari arrabbiati. Non esiste un discorso di condizione: la Sancataldese correva in 11 e noi no. Della settimana di lavoro non posso rimproverare nulla. E possiamo parlare di tecnica e tattica quanto vogliamo, ma è la testa che è mancata. Non possiamo offrire prestazioni così”.

RITORNO DIFFICILE – “La speranza è quella di trovare una reazione di orgoglio: nelle nostre corde ci sta di fare tre gol. Sarà un’impresa perché loro sono una squadra ordinata, che non concede spazi, che non ti fa neanche crossare e che in area fa grande densità. Noi dovremo andare lì con la voglia di riscattare questa figuraccia vergognosa. Questo solo se tutti vorranno correre e combattere. Oggi nessuno è uscito dal campo stremato. Questa società meritava almeno dei giocatori che finissero la partita stremati e con la maglietta sudata. Ripeto, ci dobbiamo vergognare. Io prima di tutti ma anche questi calciatori a cui la società non fa mancare mai nulla”.

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