(SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI). Indomito. Non si dà mai per vinto. Negli ultimi minuti della gara contro l’Aversa, Marco Villagatti ha fatto il centravanti, ma aveva anche l’energia di tornare in difesa. Quante volte ha sbattuto le mani e urlato qualcosa ai compagni per scuoterli! Purtroppo è servito a poco, ma ci vorrebbero undici giocatori come lui per prendersi tante soddisfazioni.

LEADER – Lo è sin da quando è approdato nella terra delle Sirene. Con le dovute proporzioni, è un po’ “l’Albiol” del Sorrento, deve reggere lui un reparto allo sbando, così come fa l’ex Real Madrid nel Napoli. Ha il peso dell’intera retroguardia sulle sue spalle, nonostante un pedigree di tutto rispetto, ha ancora tanta voglia di prevalere, ha tanta fame di vincere. Che sia capitato nella squadra sbagliata? Non vogliamo pensarlo, ci piace credere che da ora in po si scenda in campo con il coltello tra i denti e con la consapevolezza di poter imporsi su tutti. Bisogna prendere esempio proprio da Villagatti che non si risparmia mai in mezzo al campo, contrasta i suoi dirimpettai e prova anche ad impostare l’azione. Non tutto può essere perfetto, anche lui è soggetto ad errori ma sa come rimediare, o meglio, subito si industria per farlo, perché al Sorrento ci tiene tantissimo. Lo si vede chiaramente, quante volte, dopo un passo falso, ha abbandonato il campo sconsolato e avvilito, come se si caricasse anche tutte le responsabilità. Come, del resto, fanno i veri leader. Non ha mai paura di metterci la faccia, infatti, ha accettato il confronto con i tifosi dopo la sconfitta di domenica scorsa, lui e Danucci hanno avuto un colloquio con una delegazione di supporters, delusi dall’ennesimo flop.

CHE CUORE! – Ce ne mette tanto, ma tanto davvero! Non basta però, dovrebbero farlo anche gli altri, e sicuramente le cose cambierebbero. Chissà, forse fa parte della sua indole essere sempre battagliero e grintoso, come deve essere un vero difensore. Termina le partite stremato, quando si esauriscono le energie del suo serbatoio, come se non avesse la coscienza pulita senza aver dato tutto. Quando le cose si mettono male, e diverse volte è successo finora (forse troppe volte), è in quei momenti che prende in mano la situazione e sprona i compagni, li incita a non mollare, li invita a crederci sempre. Non si sa quando tempo durerà la sua parentesi in costiera ma, dovesse continuare così, sicuramente lascerà un ottimo ricordo di sé, a livello sia umano che professionale. Un vero esempio.

ASSENZA PESANTISSIMA – Più che un panegirico, quest’articolo vuole essere un doveroso attestato di stima a chi, finora, nonostante i risultati, avrebbe sempre meritato gli applausi. Infatti, difficilmente gli si possono muovere critiche, lui che dà ampia garanzie in termini di qualità e generosità. Purtroppo, non ci sarà nella delicatissima gara del “Pinto” di Caserta, in casa della capolista, una delle squadre più forti del girone che annovera giocatori di categoria superiore. Un’assenza davvero pesante, si fa fatica ad immaginare la difesa del Sorrento senza il suo perno principale, senza quella chioma bionda che puoi ritrovarti ovunque, in qualsiasi zona del campo dove c’è da battagliare. La trasferta di domenica, già di per sé è molto difficile avendo i falchetti l’entusiasmo di essere al comando del girone e la consapevolezza di aver conquistato l’accesso al prossimo campionato di Lega Pro, pensare di fare a meno di uno come Villagatti, può indurre allo sconforto. Ma è scontato dire che non deve essere così, anche l’assenza di un leader non deve depotenziare oltremodo una squadra, in situazioni simili possono emergere limiti mentali. Si è consapevoli che un altro scivolone funesterebbe l’aria e smorzerebbe ulteriormente le speranze di riscossa, questo scenario a tinte fosche si eviterebbe con una prestazione di ardore e cattiveria agonistica. Non resta che sperare e crederci. Di più non si può fare.

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