SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Certo che non deve essere stato per niente facile, per i giocatori del Sorrento, rimettere il pallone a centrocampo dopo il secondo gol del Roccella. Lì tutto sembrava sfumato, il morale doveva essere a terra, a livello mentale era difficilissimo rialzarsi. Ma forse, il fatto di non avere più nulla da perdere, li ha spinti ad andare oltre se stessi arrivando a raggiungere ciò che sembrava impossibile. Meglio stendere un velo di pietoso silenzio sul solito alterco tra i giocatori e i tifosi, si sbaglia da entrambe le parti e la speranza è che si arrivi presto ad un chiarimento per il bene dell’ambiente. Perché si dà per scontato che si pensi al bene di tutti senza andare allo stadio per il gusto di insultare, magari aspettando che la squadra vada sotto per rincarare la dose. La notizia certa è che, quell’esultanza smodata e provocatoria, ha indotto l’arbitro ad espellere Vitale, una ingenuità da parte del capitano che sarà di nuovo indisponibile. La foga del momento può annebbiare la mente e i pensieri, ma l’esperienza deve entrare in soccorso per evitare di beccarsi squalifiche, tra l’altro a risultato acquisito. E che risultato! Una partita pazza ma sulla cui cronaca non ci focalizziamo molto. Chissà cosa avranno pensato i giocatori quando Dorato ha battuto Lombardo portando i suoi in vantaggio di due reti. Si era quasi in ginocchio, ma proprio il capitano, dopo la disfatta di Noto, scrisse sul suo profilo Facebook: “post fata resurgo”. Così, proprio nel momento del vero de profundis, con le macerie che iniziavano a travolgere la squadra dopo essere caduta nel baratro, si è risorti. È bastato un guizzo di La Rosa per rimettere tutto in discussione e riaccendere il match. Accenderlo di una nuova luce, di una nuova speranza, di un nuovo inizio. Sì, da quel momento il Sorrento doveva dimostrare con i fatti di essere risorto, e chi risorge è capace di compiere i miracoli più inimmaginabili. Anche di pareggiare una partita che sembrava persa con un giocatore entrato da due minuti (Maio), anzi, è capace addirittura di vincerla, con il proprio capitano, al suo settimo centro in dieci partite. Considerando che anche mister Sosa, durante la conferenza di presentazione, ha fatto un paragone con il Napoli per vicinanza territoriale, possiamo definire Vitale il Callejon rossonero, non per ruolo ma per la media realizzativa. Vittorie come queste possono davvero sbloccare una squadra dal punto di vista psicologico, una sconfitta avrebbe portato all’insediamento di ombre e fantasmi, alla sfiducia generale e riprendersi sarebbe stata una impresa. Invece, la consapevolezza di essere stati capaci di riaversi in uno dei momenti più delicati, se non il più delicato, è una grande iniezione di autostima e ottimismo. Ci si deve solo chiedere perché si è aspettato di andare sotto di due gol per diventare rabbiosi e mostrare denti affamati. Finché si è costretti a far fronte con degli evidenti limiti, allora sarebbe fuori luogo chiedere di più, invece, questo Sorrento è in grado di sbranare gli avversari e l’ha dimostrato surclassando il Roccella per trenta minuti. Sarebbe fantastico vedere sempre il Sorrento dello 0-2 in poi, questa è una squadra che, con i giocatori di cui è dotata, non ha niente a che fare con una simile posizione di classifica. Non è un caso che, quando decide di giocare, faccia strame di chi si trova di fronte. Ora sarebbe un peccato interrompere questo momento, già dopo la vittoria contro la Battipagliese ci si aspettava la continuità con il Noto mentre la sconfitta ha spento qualsiasi slancio. È arrivato il momento di non fermarsi, di far capire di essere una buonissima squadra. Il calendario, comunque, si diverte a mettere sul cammino del Sorrento squadre che non possono permettersi ulteriori passi falsi. Una settimana fa il Noto era all’ultima spiaggia e ha giocato la partita della vita, presumibile che lo stesso lo farà la Neapolis che, con un solo punto conquistato nelle ultime tre partite, dovrà riscattarsi tra le proprie mura per evitare di aprire una crisi. Ma come, giustamente, sostiene mister Sosa, non bisogna pensare troppo agli avversari, l’importante è scendere sempre in campo con l’atteggiamento giusto. Speriamo che lo si faccia, sin dal primo minuto, nella trasferta di Mugnano in modo da trovare una continuità perché la classifica è corta e, bastano due o tre risultati consecutivi, per fare un bel balzo in avanti. E chissà che, facendosi più intrigante la situazione, qualcuno con le valigie già pronte non decida di ripensarci.

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