INTERVISTA A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Giovanni Macera, ha iniziato il campionato alla guida della Scafatese 1922 dopo l’ottima stagione al timone del Vico Equense. Ma il suo interregno a Scafati è durato solo sette partite, la società ha preferito dare una svolta all’ambiente cambiando l’allenatore e optando per Mimmo Citarelli. Macera conosce sia i canarini che il campionato, con la sua solita e riconosciuta disponibilità ed educazione, si concede ai nostri microfoni e si lascia andare ad una lunga dissertazione su quello che è “lo stato dell’arte” nel mondo del calcio: “Nella vita, così come nel calcio, non tutte le ciambelle riescono col buco. Ci sono situazioni in cui le cose non girano come erano state previste, perché il calcio non è un calcolo matematico. Quando un’annata va bene, non è detto che anche la successiva sarà positiva, pensiamo alla Lazio per fare un esempio di una squadra di massima serie, lo scorso anno ha disputato un grande campionato, mentre quest’anno è partita malissimo. Nel calcio, ci vuole programmazione, un concetto che ormai sta sfumando sempre di più: resto un attimo in serie A, la Juventus doveva cacciare Allegri dopo un inizio di campionato choc? Non l’ha fatto perché si crede in un progetto serio e si va avanti nonostante i risultati negativi, ora la Juventus ha ripreso vigore, si è rilanciata in classifica e sembra ritornata inarrestabile. Quando c’è un progetto serio, i primi risultati hanno una incidenza minima, lo scorso anno ero al Vico Equense e, dopo aver perso tre partite di fila, capimmo di essere forti per poi inanellare una striscia infinita di risultati utili consecutivi. Progettualità  e crescita sono due parole chiave del mio modo di vedere il calcio, per me sbagliano quei presidenti che spendono tantissimo finendo per indebitarsi. E un altro errore che si commette è quello di affidarsi a dirigenti improvvisati che promuovono la loro candidatura promettendo risparmi su risparmi, chi vuole fare calcio con un criterio non può sacrificare la competenza. Prima ho parlato di crescita, e non c’è crescita senza pazienza, e non c’è pazienza senza una sana cultura calcistica. Un allenatore sa che un esonero può starci, ci sono tante componenti ad incidere, ma una società che non remi tutta verso la stessa direzione, è destinata a restare nella mediocrità”. Per quanto riguarda il campionato, e lo scontro al vertice tra FC Sorrento e Città di Nocera, mister Macera esprime una chiara posizione ma è tranchant su alcuni aspetti: “Sono due squadre molto forti, ma io dico che il pallone ha orecchie e occhi, vede e sente. Quando una società commette degli errori grossolani, prima o poi li paga, tra gli errori che una squadra costruita per vincere può commettere, rientra quello di epurare un blocco di giocatori sostituendoli con altri sulla carta più forti ma che devono calarsi in una nuova realtà, entrare nei meccanismi tecnico-tattici di un allenatore e intanto il campionato è in corso. Un altro errore per me grave, e qui entra in gioco il FC Sorrento, è quello di esonerare un allenatore primo in classifica, senza una reale motivazione. Il pallone le sente queste cose. Se il Città di Nocera ha esonerato Esposito perché mancavano i risultati, il FC Sorrento era primo in classifica e mi è parsa una soluzione affrettata quella di dare il benservito a Turi. Comunque, paragonando gli organici di costieri e molossi, vedo i primi leggermente più competitivi ma a Nocera c’è una grande tifoseria a seguire la squadra. La sfida è aperta, poi ci sono altre squadre ben attrezzate, penso ad Ebolitana, San Vito Positano, contro le quali può succedere di perdere qualche punto. In questo turno, si affronteranno proprio Città di Nocera e San Vito Positano, una gara che può dire tanto per il prosieguo del campionato”.

Commenti

commenti