SERVIZIO DI STEFANO SICA

Dal Paradiso all’Inferno con biglietto di ritorno. Il Fc Sorrento lotta, soffre, si eclissa, cade, si rialza e alla fine porta a casa una vittoria tanto preziosa quanto faticosa e ad un certo punto insperata. San Vito Positano battuto 3-2 al campo Italia e rincorsa promozione che continua, in attesa del big match, a questo punto decisivo, col Città di Nocera previsto la prossima settimana al San Francesco. Nel giorno del suo ritorno in panchina, Mario Turi conferma in blocco la formazione schierata da Giovanni Ferraro a Montesarchio. In panca Vitale per i postumi di un infortunio, c’è Santaniello tra i pali con cerniera difensiva formata da Vanin, Maury, Scognamiglio e De Gregorio. Serrapica va in regia con Temponi ed Esposito che si disimpegnano al suo fianco, mentre l’attacco è guidato da Del Sorbo con Scarpa a sinistra e Gargiulo a destra. Gli ospiti di Antonio Guarracino propongono, invece, un 4-5-1 nel quale Porzio agisce alle spalle dell’unica punta Cifani. Gustoso il prepartita, con una rappresentanza di tifosi giallorossi che si stringe in un abbraccio interminabile agli ultras rossoneri, prima con un drink consumato nei locali del bar attiguo alla struttura di Via Califano, poi con una sfilata di bandiere attraverso il sintentico dell’Italia. Insomma, vincono armonia ed amicizia ed il tempo incerto non spegne la voglia di ritrovarsi tutti insieme e di cementare questo rapporto.

In campo, però, la musica è diversa. Il Sorrento approccia al match in maniera finalmente determinata ma i giallorossi non sono disposti a fare sconti. Tanto che Porzio tenta subito il break con una staffilata che si spegne alta sulla traversa. Una sortita che fa comunque il solletico ai rossoneri che, da quel momento, dettano gioco e ritmi costringendo i rivali ad un atteggiamento più attendista che propositivo. Scarpa sfonda a sinistra e il suo traversone trova l’errore nella presa di Munao ma non gambe amiche, pur attraversando l’intera linea di porta: Esposito spazza e salva i suoi. Ci prova quindi Serrapica ma la sua conclusione è fuori misura, antipasto del cross basso di Vanin su cui si avventa Scarpa, ma la botta al volo dell’asso torrese trova pronto Munao. Poco dopo, una ripartenza bruciante innesca Gargiulo che in orizzontale scarica a Scarpa, liberissimo in posizione centrale, ma il capitano sbaglia incredibilmente il controllo e D’Esposito può rinviare senza tanti fronzoli. Quando Del Sorbo spara altissimo, la sensazione è che la porta avversaria sia stregata, anche se la manovra rossonera si lascia apprezzare per qualità ed intensità. Il gioco dei costieri è gradevole ed ordinato, magari in alcuni frangenti è fin troppo frenetico ma quantomeno responsabilizza ogni singolo nell’accompagnamento dell’azione. Il pressing giallorosso è invece costante, parte dalla propria trequarti e produce una fase di non possesso di ottimo spessore perché frutto di grande applicazione mentale e ordine tattico, anche se Santaniello non è mai chiamato sostanzialmente in causa. Il gol è tuttavia nell’aria e nasce dai piedi di De Gregorio che trova superiorità numerica e traversone al bacio, l’inzuccata di Del Sorbo si infrange sulla traversa ma Scarpa è lesto nel ribattere a rete a pochi passi da Munao. E’ il 35′ e il vantaggio rossonero, oltre ad essere una liberazione, fa giustizia di un predominio territoriale stabile e netto. Quindi inizia il Temponi show: un suo rasoterra scalda i guantoni di Munao, prove generali del sigillo personale che arriva al 40′, quando Esposito chiama Del Sorbo alla sponda per il mediano ex Pianura che non fallisce il bersaglio rendendo vano il tentativo di Esposito di ricacciare il pallone dalla porta. Poco dopo è Serrapica ad alzare per Gargiulo il cui sinistro al volo non si allontana di molto dal secondo palo. La punizione altissima di Scarpa chiude quindi un primo tempo con un solo padrone, nel gioco e in un risultato che ne fotografa superiorità tecnica e temperamentale.

Ma è nel secondo tempo che accade l’impensabile, tra ribaltoni improvvisi e clamorosi colpi di scena. Un copione che poi, a dirla tutta, il Sorrento conosce a memoria e sa interpretare alla perfezione mostrando sempre una consolidata attitudine al suicidio di massa. Il Positano rientra in campo senza più nulla da perdere e con uno spirito totalmente diverso, mentre i rossoneri stanno a guardare, tramortiti dalla loro stessa impotenza caratteriale e da limiti psicologici divenuti oramai strutturali. Simone D’Alesio spara alto dopo neanche un giro di lancette, poi Di Leva si produce in due conclusioni a pochi secondi di distanza: un suo piattone finisce tra i guantoni di Santaniello e un’altra bordata, sugli sviluppi di un’assistenza di Donnarumma, si spegne sopra la traversa. I giallorossi sono una furia ma Scarpa prova ad interrompere l’assedio tagliando mirabilmente per Gargiulo che, da posizione favorevole, spedisce a lato. E’ solo una fiammata perché il Positano riprende a fare la voce grossa costringendo incredibilmente il Sorrento ad alzare le barricate e ad inibirsi addirittura sortite di alleggerimento. Insomma, il predominio tecnico-tattico degli ospiti è evidente, coi rossoneri che subiscono ritmi e forcing del San Vito e gradualmente spariscono dal campo. Cifani raccoglie una palla vagante e confeziona una sassata che sfiora la traversa a Santaniello battuto, poi una punizione tagliata di Porzio è parata senza problemi dal numero uno rossonero. Al 60′ arriva il meritato gol: il tiro di Simone D’Alesio è intercettato con un braccio da Maury in area di rigore. C’è anche l’ammonizione per il belga che, diffidato, salterà la trasferta di Nocera. Dal dischetto Porzio spiazza Santaniello. Il Positano ci crede, continua a premere e commuove per la sua generosità. Il Sorrento è un pugile alle corde, pronto ad esalare l’ultimo respiro. Di Leva calcia una punizione su cui Santaniello non è impeccabile, Cifani raccoglie e serve in orizzontale Donnarumma che la mette nel sacco: per il secondo assistente, il nolano De Falco, c’è off-side proprio di Cifani. I giallorossi non ci stanno e protestano a lungo: ne fa le spese Porzio che si becca il giallo. A quel punto, Turi avvicenda Maury con Arpino, iniziando a testare la coppia difensiva che dovrà giocoforza disimpegnarsi al San Francesco. Contestualmente, Mensah rileva Esposito e, nel Positano, Porzio lascia il posto a Fiorentino. E proprio quest’ultimo dialoga con Cifani andandosi a prendere il tackle da tergo da parte di Arpino che lo stende in area. L’arbitro, il signor Cecchin di Bassano del Grappa, non ha dubbi e punisce per la seconda volta i rossoneri. Ennesimo penalty e, stavolta, a realizzare è Cifani (75′). A quel punto salta ogni inibizione tra i padroni di casa: Scognamiglio protesta e viene ammonito dal biondo direttore di gara che, successivamente, butta fuori De Gregorio per un fallo cattivo quanto gratuito su Di Leva che lo aveva superato in scioltezza. Una perdita dolorosa che rischia di far naufragare definitivamente il Sorrento e che, peraltro, costringerà Turi a ridisegnare metà assetto difensivo per lo scontro diretto col Città di Nocera. Sembra l’inizio della fine mentre, in Curva Sud, i 200 tifosi giallorossi pregustano la festa lasciandosi andare a canti incessanti e cori di incitamento. E, in effetti, nulla lascia immaginare un finale diverso. Un po’ perché i difetti di fabbrica del Sorrento sono ormai conosciuti ed immodificabili dopo sei mesi di campionato. Un po’ perché il Positano è arcigno, sfrontato e controlla il match con sopraffina autorevolezza. Ma all’85’ succede quello che non ti aspetti, dopo una sforbiciata senza pretese di Del Sorbo ben parata da Munao. Cappiello stende ingenuamente Gargiulo in area e il rigore è solare a tal punto da non suscitare grosse recriminazioni. A trasformarlo è Scarpa, con una battuta centrale ma estremamente potente. E’ la fine di un incubo ma non dei problemi di una squadra capace di ricadere sempre nelle stesse amnesie e negli stessi errori. E anche il Positano non ha più la forza per reagire. Semmai qualcosa da dire ce l’ha proprio Scarpa che si rivolge a muso duro, e per un lasso non esiguo di tempo, a qualche tesserato giallorosso che lo stuzzica platealmente (e stupidamente) dalla tribuna inferiore. De Rosa dà poi il cambio a Gargiulo quando siamo agli sgoccioli.

Ma non c’è più nulla da fare per i ragazzi di Guarracino: il derby delle costiere va al Sorrento anche se il Positano rientra negli spogliatoi a testa altissima, accreditandosi come la migliore squadra vista al campo Italia insieme al Montesarchio. Un gruppo che del proprio allenatore ha assorbito ferocia, acume tattico e voglia di affermarsi. E che la terza piazza se l’è guadagnata sul campo, con la qualità soprendente dei singoli e la forza della propria esuberanza. Il resto ce lo mettono i tifosi in Curva che, nonostante la sconfitta, acclamano gli “amici” sorrentini con cori impetuosi e l’esibizione di uno striscione tutto da gustare: “Amicizia e valori prima dei colori: salutiamo i sorrentini”. Un’istantanea di sport che resterà indelebile. Ci sarà bisogno anche del loro senso di appartenenza quando il Sorrento, si spera, potrà lottare per obiettivi più “alti” e prestigiosi. Al di fuori di una categoria che non gli appartiene.

 

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