SERVIZIO DI STEFANO SICA

 

E’ dolorosa la prima sconfitta in campionato del Fc Sorrento, che si ferma a Montesarchio (1-2) e cede lo scettro al Città di Nocera, che asfalta il Castel San Giorgio al “San Francesco” (5-0) e balza a +3 sui rossoneri.

Reduce da due vittorie consecutive, Giovanni Ferraro conferma in blocco la formazione che aveva battuto brillantemente la US Scafatese, col solo rientro di Scarpa per Vitale (acciaccato e neanche in panchina). Spazio quindi a Santaniello tra i pali con Vanin e De Gregorio sulle fasce, coppia difensiva formata da Maury e Scognamiglio con Serrapica in regia supportato da Esposito a destra e Temponi a sinistra. 4-3-3 completato con Del Sorbo al centro dell’attacco assistito da Scarpa e Gargiulo. In casa biancoceleste, l’omonimo Pasquale Ferraro schiera sostanzialmente quel rombo che aveva fatto divertire all’andata (gara molto sfortunata per i sanniti), con Agata dietro il duo Befi-Liccardi e Maruggi davanti ad una difesa governata da Signore e Fusco.

L’inizio per il Sorrento è, come spesso accade, da incubo. Pochi secondi e Agata, in mediana, innesca il contropiede di Befi. La difesa ospite è molto alta e il 10 azzurro può involarsi in perfetta solitudine verso la porta di Santaniello, chiudendo però eccessivamente il proprio diagonale. Palla fuori di un soffio. Temponi, approfittando di una sponda di Del Sorbo, risveglia i riflessi di Campanico ma è solo un fiore nel deserto visto che, sugli sviluppi di un angolo, Fusco tenta la girata di testa a rete trovando il braccio ingenuo di Serrapica. Befi trasforma dagli 11 metri (7′) spiazzando il numero uno rossonero. La reazione è comunque immediata e produce una combinazione tra Scarpa e Gargiulo, il quale pesca Esposito in piena area di rigore: conclusione deviata in angolo da Signore. Tutto sommato, nonostante gli schiaffoni iniziali, il Sorrento c’è e produce una grossa quantità di pericoli su palle inattive. Sull’angolo di Scarpa, Scognamiglio salta più in alto di tutti e la mette nel sacco con una provvidenziale incornata (15′), ripetendosi nel finale di tempo quando il capitano calcia dall’altra bandierina: colpo di testa nell’area piccola e palla di pochi centimetri sopra la traversa. Nel mezzo una serie apprezzabile di occasioni di marca ospite. C’è, infatti, più rossonero che biancoceleste in questa fase. Sì, perchè i costieri mantengono un possesso palla costante giocando con la forza della tranquillità ed imponendo una qualità maggiore. Scarpa chiama Gargiulo al tiro: pallone debole che finisce tra le braccia di Campanico il quale, successivamente, frana sul giocatore in area e il direttore di gara, il signor Catani di Fermo, lascia correre penalizzando in questo caso i rossoneri, privati di un penalty solare. Si segnala quindi un’altra inzuccata di prepotenza di Del Sorbo su spizzata di Temponi (pallone alto). Lo stesso Gargiulo è molto attivo a destra anche se questa catena stavolta non si giova delle progressioni di Vanin come sei giorni fa. Fatto sta che il biondo attaccante costiero si fa trovare pronto a sfondare dopo una buona manovra tra Scarpa e Del Sorbo: la superiorità numerica a destra è vanificata però da un traversone completamente sballato. Anche se, poco prima, il Montesarchio, molto sornione, aveva sfiorato il vantaggio con Befi incapace di toccare degnamente la sfera a pochi passi da Santaniello dopo una iniziativa personale di La Montagna a sinistra. Il pipelet rossonero è in ogni caso molto attento nella circostanza.

Finisce così e la sensazione è che i costieri, replicando nel secondo tempo intensità e voglia manifestate nella prima parte del match, possano passare. Ma tanta attesa viene delusa, perché il Sorrento spegne definitivamente la luce. Il Montesarchio è collettivo disincantato, che gioca divertendosi ma senza fare la guerra ad un avversario che invece si complica la vita da solo. Tanto che i caudini, pur non abbandonando ordine tattico e concentrazione, producono ancora meno di quanto fatto nel primo tempo. Ma gli ospiti non ne approfittano e la povertà di palle-gol rossonere fotografa impotenza e mancanza di personalità di un gruppo senza anima e carattere. Che all’Allegretto potrebbe essersi condannato definitivamente. Poco o nulla da segnalare: c’è un drop di Del Sorbo (palla alta sulla traversa), poi lo stesso attaccante stabiese esibisce una sforbiciata facile preda di Campanico. Il Sorrento si nota, oltre che per un possesso palla sterile e noioso, per una quantità abnorme di cross e palle alte inutili, messe negli ultimi 16 metri senza alcuna idea se non con tanta improvvisazione. Nel vuoto assoluto rossonero, di cui il Montesarchio coglie i benefici quasi a sua insaputa, si distingue un Vanin assai nervoso. Il brasiliano, già ammonito nel primo tempo, commette due brutti falli a poca distanza l’uno dall’altro, venendo incredibilmente graziato da un Catani mediocre nella gestione sia tecnica sia disciplinare della sfida. Anche Gargiulo decide di metterla per un attimo in rodeo e si becca il giallo, identica sorte per Agata che battibecca a lungo con Scognamiglio. Di questo clima, va da sé, l’unico ad avvantaggiarsi è solo chi non deve vincere la partita, ovvero il Montesarchio. Del Sorbo non incastra per un soffio un assist di Temponi e, al 92′, ecco servita la beffa. Preceduta, però, da un errore incredibile dello stesso Del Sorbo che indirizza inevitabilmente la gara secondo una delle leggi più beffarde ma attuali del calcio. Scognamiglio la butta in the box senza tanti fronzoli, la marcatura di un difensore biancoceleste non è attenta sull’ex Cavese che, nello stupore generale, consegna praticamente la palla nelle mani di Campanico quasi all’ingresso dell’area piccola. Una gaffe che ne macchia la prestazione e forse decide una stagione. Succede quindi che, su un ribaltamento di fronte, Maisto, subentrato all’84’ a Serrapica (al 75′ Mensah aveva rilevato Esposito), perda banalmente una palla facile da addomesticare consentendo ad Agata di verticalizzare con immediatezza per Liccardi, su cui la gamba tesa di Maury è evidente. Sulla punizione susseguente, Ferretta smista per Agata che, dai 35 metri, lascia partire un tiro non irresistibile che, tuttavia, coglie la schiena di Scognamiglio (paradossalmente il migliore tra i rossoneri) e spiazza Santaniello.

E’ la più velenosa delle coltellate, ma tempo per rimettere in sesto l’ennesima partita disgraziata non ce ne è. Il Sorrento cade per la prima volta in questo campionato ma la sconfitta, per quanto addebitabile ad un episodio fortuito, ci sta tutta visto l’atteggiamento rinunciatario dei rossoneri nella ripresa. Con sette partite ancora da disputare, nulla è perduto. Ma sarebbe ipocrita non ammettere che, da oggi, la strada si fa in salita e che le quotazioni di una vittoria diretta del campionato vanno tristemente in picchiata. Con la madre di tutte le partite da disputare in campo avverso il 13 marzo. Peccato.

Commenti

commenti