(ESCLUSIVA DI MAURIZIO LONGHI) Si è ritrovato alla guida di un Sorrento allo sbando, con la bussola impazzita e la necessità di orientarsi nel deserto. Giovanni Bucaro ha iniziato lo scorso anno come tecnico dei rossoneri per poi essere esonerato a fine gennaio con la squadra impantanata in fondo alla classifica. La sua avventura in costiera è stata amara come l’epilogo della stagione. Decidiamo di contattare il tecnico di Palermo per parlare sia del Sorrento, di come vede dall’esterno la situazione degli uomini di Simonelli, e sia per fare una panoramica generale su questo girone così avvincente.

Iniziamo proprio con l’ultimo punto, con le quattro corazzate ormai lanciate e chi si contende gli altri posti disponibili: “Le prime quattro hanno sicuramente qualcosa in più rispetto alle altre e credo che resteranno in quelle posizioni fino alla fine, magari si alterneranno per decretare la griglia finale ma, per blasone e valore d’organico, il loro è un campionato a parte. Poi si sta facendo strada il Castel Rigone, forse il nome della squadra e il suo passato sempre nelle serie minori, poteva trarre in inganno ma, se andiamo a scandagliarne la rosa, ci sono molti giocatori esperti e che conoscono bene la categoria, quindi, è legittimo pensare che possa restare fino alla fine in questa posizione. Più il Melfi può essere considerata una sorpresa, ma in un certo senso sta meritando di stare a ridosso delle primissime posizioni, ecco poi tutte le altre potranno lottare per restare tra i professionisti. Anche il Sorrento…”. Ci siamo arrivati da soli. Proprio il Sorrento, l’attuale terz’ultimo posto atterrisce un po’, ci facciamo dire da mister Bucaro come la pensa e se ci sono margini concreti di risalita: “Ci sono tutte le carte in regola per un’ascesa, ad onor del vero mi meraviglio di come una squadra dotata di giocatori di un certo calibro stia annaspando così. Sulla carta, il Sorrento è tra le squadre più attrezzate e ora si è anche mosso bene sul mercato, ciò dovrebbe aumentare il valore del collettivo. Il campionato è lungo e il tempo per recuperare c’è, purché naturalmente si cambi registro anche in casa. In verità, ma questa è una tesi che caldeggiavo già dallo scorso anno, è più facile per gli avversari giocare in un terreno di gioco come quello del “Campo Italia”. Mentre negli anni scorsi, in rossonero c’erano elementi, bravi negli spazi stretti, che avevano qualità tali da risolvere le partite in qualsiasi momento facendo passare in secondo piano il fattore campo adesso, invece, le dimensioni possono sfavorire gli stessi giocatori del Sorrento. Per gli avversari è sicuramente più semplice chiudersi in difesa, ripartire e capitalizzare qualche occasioni, il difficile è per la squadra che deve impostare il gioco e andare all’assalto”.

I nuovi acquisti. La società si sta muovendo sul mercato, con il trainer siculo discutiamo anche sulla bontà dei giocatori appena trasferitisi alla corte di Simonelli: “Per quanto riguarda D’Anna, non si può mettere in discussione un giocatore che è arrivato a calcare i palcoscenici della serie A, l’unica perplessità può essere legata alla condizione dal momento che è fermo da parecchi mesi, da maggio praticamente. Sta di fatto che, se sta bene, è un lusso per la Seconda Divisione. Innocenti, sarà pure avanti con gli anni, ma i suoi gol li ha sempre fatti, la porta la vede e di conseguenza può essere un problema per gli avversari. D’Orsi è un difensore centrale il cui valore rientra nella norma contestualizzato alla categoria, e ritengo che possa essere utile alla squadra”.

Un po’ sulla falsariga dell’anno scorso, il Sorrento ha iniziato con un tecnico per poi chiamarne un altro. Stavolta il benservito è stato dato a Chiappino affidando la squadra a Simonelli, peraltro un volto conosciuto alla piazza, all’ex allenatore rossonero domandiamo cosa ne pensa di questo ribaltone e se, dal suo punto di vista, è stata fatta la scelta giusta: “Noi allenatori siamo figli dei risultati, ormai i progetti non esistono più. Soprattutto in un campionato come quello della Seconda Divisione di quest’anno, c’è una competizione agguerrita e se non ottieni i risultati, le società optano per il cambio di allenatore. Non è un caso che quasi tutte abbiano esonerato il tecnico con cui erano partite, anche una delle quattro corazzate come la Casertana. Purtroppo, si sono venute a creare delle tendenze che vanno a scapito proprio degli allenatori, chi è a capo delle società, non avendo maturato le necessarie competenze che afferiscono al mondo del calcio, hanno l’esonero facile. Comunque, credo che mister Simonelli sia l’uomo giusto, ha dalla sua l’esperienza e ha sempre fatto bene nelle squadre di cui ha assunto il timone. Poi nel calcio, anche quando sulla carta hai un organico superiore alle altre, può essere che non si riesca a centrare l’obiettivo. Ecco, proprio l’obiettivo, ai tifosi del Sorrento deve interessare soprattutto che si conquisti la permanenza tra i professionisti, non avrebbe senso stare sul piede di guerra quando c’è da raggiungere, tutti insieme, un traguardo così importante”.

Chiosa finale. Il motivo della sua parentesi così tribolata nella terra delle Sirene: “Ci sono stati problemi sin dall’inizio,era difficilissimo lavorare, si doveva fare i conti con un budget limitato e, quindi, le mie richieste non potevano essere assecondate. Ci si doveva adeguare, però, non ho capito come mai dopo il mio esonero, si sia deciso di intervenire mettendo a disposizione del nuovo tecnico elementi nuovi. Avevo richiesto dei giocatori che ora sono tra i cadetti, mentre lo scorso anno furono ingaggiati da squadre del nostro campionato. Poi i risultati incidono e l’allenatore ne paga le conseguenze con l’esonero. Dico che, anche allargando il discorso, chi fa calcio lo deve fare con competenza, chi è impegnato in altre attività nella vita non può improvvisarsi una persona di questo mondo, dotandosi magari di almanacco e facendosi suggerire gli acquisti dai procuratori”.

Commenti

commenti