(SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI). Sembrava tutto fatto, poi l’imponderabile. Era arrivata la fumata bianca, c’era stato il trasferimento ma, all’improvviso, il colpo di scena. Raffaele D’Orsi ritorna alla Spal e fa marcia indietro anche Giancarlo Improta che e’ da considerare nuovamente un giocatore del Sorrento. Nel calcio, succede che anche dopo accordi e strette di mano tutto possa saltare, perche’ basta un piccolo cavillo per mandare all’aria una operazione di mercato.

La notizia ha destato sconcerto tra i tifosi costieri, come puo’ uno che e’ arrivato da quache giorno, rifare le valigie e tornarsene da dove e’ venuto? Una situazione grottesca, dinanzi alla quale non resta che fare chiarezza. Cosi’ per chiedere lumi sul caso, abbiamo contattato Davide Vagnati, direttore sportivo della Spal, che e’ disponibile a spiegarci l’accaduto: “Si e’ creata una strana situazione in cui non si puo’ dire che qualcuno abbia delle responsabilita’. Anzi, approfitto dell’occasione per ringraziare il Sorrento nelle persone di Pitino e D’Angelo che hanno dimostrato grande correttezza, sono contento del rapporto che si e’ creato con la societa’ costiera. Il problema e’ sorto nel momento in cui abbiamo depositato il contratto di D’Orsi in Lega. Noi l’abbiamo acquistato dal Sassuolo, ma non sapevamo che qualche giorno prima era legato al Pavia. Una societa’ che acquista un giocatore non e’ tenuta ad andare a vedere situazioni che non le riguardano. Dispiace perche’ abbiamo solo perso tempo, sia noi che il Sorrento, perche’ naturalmente cade tutta la trattativa e anche Improta ritorna in costiera. E mi dispiace anche per mister Simonelli che conosco bene e che credeva nel giocatore e, tra l’altro, lo stava gia’ allenando. Non potevamo prevedere tutto questo”.

Ringraziamo il direttore Vagnati per la disponibilita’ e la sensazione e’ che sia una vicenda beffarda, e’ sbagliato strumentalizzarla per delegittimare qualcuno, ma le perplessita’ restano. La conclusione e’ che il Sorrento si ritrova con un rinforzo in meno e con la necessita’ di non dare tregua alla “full immersion” nel mercato.

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