SERVIZIO DI STEFANO SICA. Tanti allenatori cambiati ma il suo posto tra gli undici titolari della Battipagliese è rimasto sempre blindato. Vincenzo Scuotto, napoletano di Capodimonte, è il classico jolly di centrocampo, regista per natura ma interditore all’occorrenza. Come racconta la storia di questa stagione. “E’ stata un’annata travagliata per le note vicende societarie ma, se devo trarne un bilancio personale, penso di essermi comportato bene”, esordisce il centrocampista classe ’95.

Dicevamo: metodista o mezzala per te è indifferente.
“Io nasco come regista ma con Squillante e Corino ho fatto la mezzala, come del resto mi era capitato già alla Nocerina. Con Condemi sono stato posizionato davanti alla difesa e, ora che è rientrato Squillante, sono tornato a fare la mezzala”.

E hai un gol all’attivo.
“Proprio con l’Orlandina domenica scorsa. Sul cross di Minnucci mi sono fatto trovare pronto sul primo palo e l’ho buttata dentro”.

Eravate partiti con ben altre ambizioni, poi il ridimensionamento.
“Avevamo una rosa importante e stavamo facendo soprattutto tanti punti in casa. Poi sono iniziate le sofferenze. I più grandi sono andati via e sono rimasti praticamente solo gli under. Arrivare ai play-out in queste condizioni è stato quasi un miracolo. Non avevamo una società, in pratica ci siamo autogestiti da soli”.

La sconfitta con la Tiger Brolo è stata decisiva per non farvi disputare il derby col Sorrento al Pastena.
“Eppure eravamo partiti bene, andando in vantaggio e gestendo bene la partita. Poi un nostro errore ha consentito loro di procurarsi un rigore, da lì l’espulsione di Giordano e quella successiva di Agresta. In nove abbiamo incassato il secondo gol. E abbiamo chiuso anche in 8 perché, con un nostro giocatore costretto ad uscire per infortunio, avevamo esaurito i cambi”.

Ora il Sorrento: psicologicamente in che modo incide la consapevolezza di non potersi giocare una gara unica in casa?
“Poco. Non ritengo il fattore campo così rilevante. Peraltro noi abbiamo una tifoseria eccezionale che ci sta sempre vicina e che già si sta organizzando per questa trasferta”.

Avrete tutti gli effettivi a disposizione per questa partita?
“Ci mancherà Leone per squalifica e sarà una perdita pesante. C’è un piccolo dubbio su Signorelli e Pascuccio, ma contiamo di recuperarli. Signorelli per noi è importante perché viene da un momento personale molto positivo con cinque gol all’attivo”.

Ai rossoneri chi toglieresti?
“Intanto premetto che, anche se ero fuori, ho visto al ritorno al Pastena una squadra molto compatta che può metterci in difficoltà. Io conosco bene Viscido, nostro compagno di squadra fino a dicembre, e so che ha carisma, corre senza fermarsi mai e in campo ci mette l’anima. Penso che il Sorrento a centrocampo abbia una marcia in più. Ma anche davanti hanno Pignatta che può essere l’uomo chiave. Conosco anche Pirone perchè in inverno è stato due settimane a Battipaglia prima di andare via. Mi è sembrato un buon allenatore per quel poco che lo abbiamo conosciuto”.

La Nocerina è il tuo grande rimpianto.
“Certo, specialmente se pensi che avresti dovuto esordire nella gara preceduta dalla decisione degli organi competenti di cancellarci dal campionato. E’ stata un’occasione mancata. Dell’esperienza di Nocera ricordo però con affetto mister Luigi Miccio. Ancora oggi ci sentiamo e gli devo tantissimo. Mi ha insegnato come comportarmi dentro e fuori dal campo, è stato un autentico maestro per me. Con gli Allievi ha fatto le fasi finali a Chianciano, con la Berretti, al primo anno, ha disputato i play-off uscendo col Frosinone. La stagione successiva non li abbiamo centrati per poco. Oggi allena i Giovanissimi Nazionali del Crotone”.

Ti senti pronto per il salto in Lega Pro?
“Onestamente credo di dover maturare un altro anno in D, non ho difficoltà a dirlo. C’è qualche lato caratteriale, collegato comunque all’aspetto tecnico, su cui devo crescere. Io sono un giocatore più tecnico e mi piace giocare con la palla stabilendo tempi e ritmi. Invece se vuoi disimpegnarti bene anche da interno devi correre, lottare e sudare. Lavorerò per migliorare in questo. Ma posso dire che Battipaglia mi ha dato la possibilità di cimentarmi in una piazza importante con giocatori di un certo livello. Ho già imparato tanto da loro e dagli allenatori che si sono succeduti”.

E poi un sogno nel cassetto: giocare col Napoli.
“La mia squadra del cuore. Sarebbe un sogno scendere in campo al San Paolo con quella maglia. Chissà, io nel frattempo ci metterò impegno e sacrificio per non avere rimpianti un domani”.

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