SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI. Siamo stufi! Gridiamo basta a questa pantomima che va avanti da agosto, tra persone che si alternano sulla poltrona di presidente e una transumanza di giocatori passati per Via Califano non perché sposassero un progetto ma perché facessero numero.

Poi non ci si può scandalizzare se qualcuno definisce la situazione “una terra di nessuno”. Nei giorni scorsi è stato presentato il nuovo co-presidente, Stefano Bisogno e il neo-tecnico, Roberto Chiancone, al quale è affidato il compito di rilanciare questa squadra.

Da quelle che erano le premesse di agosto, tutto è andato in fumo. Si parlava di passaggio di quote, di fondazioni, di comitati, sta di fatto che a gennaio ci si ritrova senza quei giocatori che rappresentavano l’asse portante della squadra di inizio campionato, senza più l’allenatore e con una collezione infinita di brutte figure.

Quelle che si rimediavano in trasferta, ora arrivano anche in casa, impossibile non sentire il cuore ferito quando una Tiger Brolo, peraltro priva dei suoi uomini migliori, viene a violare il “Campo Italia” senza alcun affanno.

E, parlando di brutte figure, preferiamo limitarci a quelle relative al rettangolo di gioco, senza ritornare sulla vicenda della sponsorizzazione con la Monfrini Pellami, mai come questa volta speriamo che vada tutto nel dimenticatoio per non sentirsi ancora più umiliati.

Dispiace solo per chi, da agosto, è stato ingannato (proprio come quei tifosi che credevano alla bontà dell’operazione) e si è ritrovato da solo a portare avanti una baracca e, nello stesso tempo, a costruire una squadra. Ormai le storture abbondano: paradigmatico il fatto di aver comunicato alla stampa, solo poche ore prima, la conferenza di presentazione del nuovo socio e del sostituto di Sosa. Geniale!

Si sono dileguati anche quei pochi ottimisti, con chiunque si parli, traspare rassegnazione, sfiducia e nostalgia di quei tempi passati che chissà se ritorneranno. Francamente, anche a noi passa la voglia di lavorare con un contorno simile, in tempi di crisi possono mancare i mezzi, le risorse, anche le capacità, sì anche senza grandi capacità può venire qualcosa di buono se c’è l’entusiasmo. Ecco quello che manca, è venuta meno ogni forma di entusiasmo, tutto è scoppiato e, vedendo l’ultima gara, si era avuta la sensazione che l’implosione non avesse risparmiato lo spogliatoio. Infatti, non è un caso che anche Sosa, l’ultimo baluardo, sia andato via (va be’, dobbiamo scrivere di un esonero), non ci resta che sperare in una palingenesi, almeno della squadra, dopo l’implosione dello spogliatoio. Lo scopriremo domenica. C’è da salvare il dilettantismo nazionale, e basta questo per capire che i tempi bui proseguono. Che si stesse meglio quando si stava peggio?

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