SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Una squadra che, dopo aver violato proprio il “Campo Italia” di Sorrento alla fine del girone d’andata, sembrava lanciata per una consacrazione nelle alte sfere della classifica. Il Castel Rigone era la favola del campionato, una piccola realtà in grado di competere con le grandi piazze. Si cantavano le lodi di una società facente capo ad un presidente facoltoso come Brunello Cucinelli, il quale voleva rendere sempre più ambiziosa la sua creatura. Tutto procedeva a meraviglia, si parlava in termini entusiastici di questa squadra che si imponeva con autorevolezza e convinzione, chi mai avrebbe immaginato che quei mesi d’oro facessero da preludio ad un inabissamento. Eh sì, perché tra un inciampo e l’altro, il Castel Rigone si è ritrovato nel baratro, in modo quasi inconsapevole, tutto questo ce lo confessa Nicola Agostini, addetto stampa degli umbri, che ci fa anche una panoramica su quella che è stata la parabola discendente del girone di ritorno: “Se pensiamo che il 5 gennaio, dopo la vittoria con il Chieti, questa squadra era quinta in classifica a due punti dalla quarta, si rende l’idea del crollo verticale che c’è stato. Tra l’altro, inspiegabile, l’errore è stato quello di considerarsi ormai salvi. Si era arrivati a ridosso dei vertici, si era convinti di aver già fatto la parte più importante, non si dava neanche troppo peso a qualche passo falso di troppo nella convinzione che prima o poi ci si sarebbe ripresi. Invece, ci si è ritrovati impantanati senza più la forza di ribaltare la situazione, giusto recitare un mea culpa generale perciò che è stato fatto. Se poi aggiungiamo i sette rigori sbagliati, che magari potevano evitare qualche tonfo, ci rendiamo ancora più conto di come, all’improvviso, la barca sia naufragata”. La retrocessione potrebbe aprire scenari nefasti per il calcio in questo piccolo comune in provincia di Perugia: “Il presidente è un imprenditore facoltoso che ha la passione per il calcio, in un certo senso è una persona così pulita che si può trovare male in un mondo simile. Poi a Castel Rigone gli stimoli non ci sono, quando va bene ci ritroviamo allo stadio 300 persone. La tranquillità della piazza poteva favorire la squadra, invece, pare che abbia contribuito a farla adagiare sugli allori e così ci si è ritrovati invischiati in basso senza più reagire. Chissà forse qualcuno si è trovato fin troppo bene, ricevendo lo stipendio puntualmente e avendo la sensazione di essere entrato in una dimensione paradisiaca. Indubbiamente questa amara retrocessione ha lasciato di stucco un po’ tutti compreso il presidente, non si sa se ora iscriverà la squadra al prossimo campionato”. Addirittura si paventa una simile possibilità, certo non ci sarà una sollevazione di popolo stante l’esiguità della tifoseria, ma sarebbe comunque un peccato far scorrere i titoli di coda su una società che, nonostante tutto, si è contraddistinta per stile ed eleganza. Il campo ha condannato la squadra sebbene, nella finestra invernale di mercato, siano arrivati giocatori di un certo calibro per la categoria: “Sono state concluse operazioni importanti, sono arrivati Bianco, che era reduce dall’ottima esperienza ad Avellino, e Scappini, ex Sorrento, un attaccante che in queste categorie dovrebbe fare la differenza. Il primo è partito anche benino, poi è stato fagocitato dalla mediocrità che si è venuta a creare fino a fornire prestazioni disastrose. Per quanto riguarda Scappini, be’ è riuscito anche ad andare a bersaglio tre volte ma ci si aspettava molto di più, non si può dire che il suo rendimento sia stato soddisfacente, tutt’altro”. Veniamo alla partita che vede di scena il Sorrento al “San Bartolomeo”. I costieri hanno bisogno di almeno un punto per blindare gli spareggi, in queste gare che chiudono un ciclo, c’è sempre il rischio che possa succedere qualcosa di clamoroso. Che ci si diverta, per esempio, a rovinare la festa a qualcuno, certo per gli uomini di Simonelli è ancora presto per parlare di una possibile festa, perché poi ci sarebbe la lotteria degli spareggi. Nicola Agostini sembra quasi escludere che il Castel Rigone possa rappresentare un grosso ostacolo per i rossoneri: “Per quella che è la condizione attuale, se il Sorrento non dovesse vincere è giusto che retroceda. I costieri si giocano gli spareggi, la squadra umbra ormai è già in vacanza da un po’. C’è un clima di profonda amarezza che ha creato una frattura interna, impensabile che si possa avere uno scatto d’orgoglio. L’unico che potrebbe avere qualche motivazione è Tranchitella, che vorrebbe tanto togliersi la soddisfazione di vincere la classifica cannonieri. Per il resto saranno impiegati diversi elementi della Berretti”.

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