(MAURIZIO LONGHI PER TUTTOSORRENTO.COM). Del Sorrento è stato icona e capitano da calciatore, da allenatore ha spesso sfiorato la panchina rossonera. Tante volte ci sono stati sondaggi sul suo nome, lui che è molto legato all’ambiente costiero essendo nativo di Vico Equense. Ormai si è capito che stiamo parlando di Giovanni Ferraro, sempre disponibile quando si tratta di parlare di Sorrento. Anche a giugno il suo nome era insistente prima di affidare la panchina a Chiappino, l’Arzanese se l’è tenuto stretto prima che, per una serie di fattori, la sua avventura in biancoceleste giungesse anzitempo al capolinea.

ETA’ MEDIA: CHE PIAGA! – Gli chiediamo che idea si è fatto dell’attuale situazione in casa rossonera: “Ad inizio anno, si è optato per un progetto fondato sui giovani con un allenatore abituato ad allenarli, ma in un campionato con nove retrocessioni, non ci si può permettere di puntare troppo sulle scommesse. Quest’anno dopo la serie B, viene subito la Seconda Divisione, e non è un campionato facile, sono state ripescate squadre dal grande blasone come Foggia, Cosenza, Casertana . Alla luce di questa situazione un po’ ingarbugliata, per restare tra i professionisti, almeno per quest’anno, era il caso di non fare normative sull’età media che penalizzano molte società che, però, hanno un assoluto bisogno di incassare questi contributi dalla Lega. È stata una decisione sbagliata dal mio punto di vista, non è meglio curare i settori giovanili? Poi non ha senso una normativa che prevede che ragazzi di 24-25 anni siano da considerare “vecchi”, la sensazione che si può avere è che si voglia far partecipare alla Lega Pro unica, le società più organizzate e dotate di strutture all’avanguardia”. Conoscendo lo stato del “Campo Italia”, questa dichiarazioni ci allarma, ma mister Ferraro ci ritorna con una precisazione che rassicura i sorrentini: “Nel caso del Sorrento è diverso, perché stiamo parlando di una squadra che da anni milita in categorie professionistiche e che, per alcune stagioni, ha lottato addirittura per la promozione in serie B. Diciamo che, senza individuare possibili responsabili, si è creata una situazione in cui alcune squadre sono penalizzate, ma tra queste non figura il Sorrento”.

IL PROF. – Non possiamo non chiedere qualcosa al trainer vicano su mister Simonelli, subentrato una settimana fa confezionando, tra l’altro, un bel colpo esterno sul campo del Tuttocuoio: “Stiamo parlando di un ottimo allenatore, dal grande passato e dalla grande esperienza, un vero lavoratore. Finora ho avuto modo di vedere la partita con il Chieti e mi è parso un buon Sorrento, passato in vantaggio nonostante l’inferiorità numerica, poi si è perso per degli errori dei singoli, uno proprio nei minuti finali. Naturalmente, dopo quattro partite perse, ci sta che si decida di dare una scossa con il cambio di guida tecnica. È il pericolo in cui incorriamo noi allenatori e dobbiamo accettare i rischi della professione. L’importante è che, indipendentemente da chi sia il timoniere, si raggiunga l’obiettivo di chiudere la stagione tra le prime otto e, dirò di più, la società per prendere proprio Simonelli ha lanciato un messaggio importante, che intende restare tra i professionisti. E non penso che a gennaio, se l’attuale allenatore chiederà di intervenire, ci si tirerà indietro. Ecco perché ritengo che sia stato davvero opportuno fare una scelta simile. Del resto, è anche un tecnico che prepara bene le partite e questa è la linea di demarcazione tra un buon allenatore e uno discreto”. Lo sa che questo non troverà d’accordo molte persone? “Per preparare un buon pranzo ci vogliono gli ingredienti giusti. Uso sempre questa metafora, per dire che in settimana si prepara la pietanza della domenica, un tecnico che lavora bene in allenamento non può non raccogliere i frutti in partita”.

CHE RICORDI – Mister Ferraro si lascia andare anche ad una sorta di amarcord personale rimembrando le gesta di un Sorrento, il “suo” Sorrento che, per approdare dalla D alla C2, provocò un movimento di popolo in costiera. Questo ci dà lo spunto per parlare di un “Campo Italia” sempre vuoto durante le partite casalinghe: “E’ un peccato, perché prima non era così, gli spalti erano gremiti, c’era entusiasmo, coinvolgimento, trasporto emotivo. Ora speriamo che i risultati positivi possano riportare la gente allo stadio”. Quindi bisogna dare continuità alla prima vittoria di Simonelli: “E’ stata una risposta importante quella di domenica scorsa però, paradossalmente, è più facile preparare le gare in trasferta che quelle in casa, dove si può sentire la pressione di dover vincere a tutti i costi dal momento che, tra le mura amiche, ci si costruisce il raggiungimento di un obiettivo. Ora con il Messina sarà difficile, verrà una squadra motivata dopo il cambio di allenatore, ma queste sono cose scontate”. Un messaggio che si sente di dare ai tifosi rossoneri: “Di tifare soprattutto per la maglia, gli allenatori e i giocatori passano, resta il calcio a Sorrento. Ecco perché la tifoseria deve restare unita e sostenere questi ragazzi. Sottolineo che bisogna apprezzare chi finora si è mobilitato per far restare ancora in vita il calcio in costiera. Sono imprenditori locali che ci stanno mettendo la faccia”. Rigurgiti di un passato indimenticabile: “Come potrei dimenticare i festeggiamenti per la promozione quando girammo con il pullman scoperto arrivando fino a Meta? Ho i brividi quando ci ripenso”. “Ricordi che ti lasciano un sorriso…”, lo cantavano i Finley qualche anno fa sul palco dell’Ariston di San Remo, non lo può non cantare chi ha avuto la fortuna di vivere il Sorrento degli anni d’oro. E lì era appena l’inizio, sperando che i momenti di gloria possano riproporsi ancora…

Maurizio Longhi per TuttoSorrento.com

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