Un caffè con… Pietro Romano, giornalista e addetto stampa del Sorrento calcio.

Pietro, innanzitutto, benvenuto al tavolino di TuttoSorrento.com. Tu sei l’addetto stampa del nostro Sorrento, un ruolo che ricopri con professionalità, dedizione e tantissima sostanza. Iniziamo la nostra chiacchierata, con una domandina soft: quanto ti inorgoglisce essere un tifoso del Sorrento alle dipendenze del Sorrento?
“Tanto! Ho avuto la fortuna di ritrovarmi a lavorare per il Sorrento grazie ad amici come Michele Mauro e Giuseppe Damiano. Collaborando con loro, ai tempi della doppia promozione, ho avuto modo di scoprire il mondo rossonero. E adesso non me ne vorrei uscire più”.

pietro romano giaccaLe persone, a volte, ignorano tutto il lavoro da back-office che riserva, ad esempio, l’organizzazione di una stagione calcistica o di una partita domenicale. Puoi raccontarci la tua domenica?
“La mia domenica fino a due anni fa – ora purtroppo è più calma – era infernale, emozionante e coinvolgente allo stesso tempo. Il lavoro di organizzazione di una partita, specialmente quella casalinga, dura tutta la settimana: informare i colleghi ospiti, la tifoseria ospite e rossonera, controllare il corretto funzionamento delle biglietterie. Una volta controllati gli accrediti, organizzare le postazioni per i giornalisti nei limitati spazi del campo “Italia”. Ma la domenica con la tensione che sale, il tutto si fa più accattivante: controllare il regolare funzionamento delle attrezzature, e, fino a due anni fa, emettere i biglietti che gli amici tifosi amavano acquistare in prossimità dell’evento. Poi quando sta per iniziare la gara, mi accerto che tutti i colleghi siano nelle possibilità di svolgere al meglio il proprio lavoro, cercando di coprire le mancanze della nostra struttura con la con la cortesia e l’ospitalità che contraddistingue noi sorrentini”.

Prima di essere addetto stampa, sei stato un tifoso da curva. A quale ricordo sei particolarmente legato dei tuoi trascorsi curvaioli?
“Io seguivo il Sorrento già alla fine degli anni Novanta, con la vittoria del campionato di Eccellenza e il ritorno in serie D. Poi, per un periodo mi sono allontanato, per ritornare in occasione di una trasferta con il caro José Astarita a Solofra (pareggio 1-1 con rete di Giulio Russo, ndr). Ma di certo a me piace ricordare i momenti del club “Magico Sorrento”: sfruttando anche l’euforia delle vittorie, con gli amici, riuscimmo a realizzare qualcosa di importante. Un centinaio di soci, una sede dove ci riunivamo per feste, riunioni e anche per le partite del Sorrento alla Tv. Ricordo, in tal senso, una vittoria sulla Pistoiese targata Fragiello, trasmessa da RaiSport. E poi come non ricordare quello che con il Club realizzammo nell’estate del turbolento addio di Giglio”.

E da addetto stampa, hai un aneddoto inedito da raccontare?
“Da addetto stampa posso raccontare di quando nel 2009/10, durante le riprese della trasmissione “Vedo Rossonero”, in una trasferta a Gallipoli, ci ritrovammo io e Lino Esposito (l’operatore, ndr) su un ballatoio scoperto, senza protezioni con la preoccupazione di cadere al primo movimento… Ricordo anche una trasferta a Terni, quando non potetti tornare con il bus della squadra perché dovevo terminare i dvd per mister Sarri. Tornai a casa con l’amico Andrea Ferraro del Mattino, che mi diede uno strappo fino a Caserta. Poi, a Caserta ripresi il bus della squadra…”.

pietro romanoIl tuo ruolo ti imporrebbe un profilo basso e istituzionale. Eppure, ogni domenica, urli come un dannato dalla tribuna Centrale, per incitare i ragazzi. E’ vero che, in passato, ci sono stati calciatori che ti hanno ringraziato per il tuo sostegno incessante che profondevi “dal tratto di scale che collega la Centrale agli spogliatoi”?
“Sì purtroppo è un mio difetto, sono stato anche richiamato per questo, ma per me è impossibile non incitare i ragazzi che scendono in campo, dalla mia postazione sulle scalette… Una volta Vanin mi rispose dal campo: ‘Grazie Piè, ma non ce la faccio più!’. Lì capii che stavo esagerando…”.

Hai conosciuto tanti calciatori. E’ vero che Paulinho, negli sms che ancora vi scambiate la domenica, ti chiama “fratello”?
“Con Paulinho sì è instaurato negli anni un rapporto che va al di là dell’aspetto lavorativo. Lui è un ragazzo speciale, un professionista e quello che sta raccogliendo è anche poco rispetto al suo potenziale. I campioni si riconoscono fuori dal campo, e lui è fra quelli”.

Paulinho e attuale rosa esclusa, di quale calciatore conservi un ricordo particolare?
“Niang. Posso dire di averlo adottato, restai un mese con lui nel centro di riabilitazione a Civitanova Marche. Ma voglio citare anche altri due amici che hanno vestito la maglia rossonera: Angeli e Myrtaj. Il primo lo ricordo per la sua simpatia tipicamente toscana, ed anche per il suo assist nella finale di coppa Italia a Giampaolo. Il bomber albanese perché è una persona cordiale e disponibile”.

Sarebbe scorbutico parlare di questioni attuali, che giustamente vanno conservate in una sfera privata, lavorativa e professionale. Quindi, evitiamo ogni domanda su questo Sorrento. Ma un pregio di questo gruppo puoi tranquillamente esprimerlo…
“Le qualità migliori di questo gruppo è la voglia di lavorare e lo spirito di sacrificio che esprimono negli allenamenti e nelle partite. Finora hanno raccolto davvero molto meno di quello che meritavano. Spero che sulla spinta della vittoria di domenica scorsa si inverta definitivamente la rotta”.

Hai rappresentato la società rossonera tante volte, nelle conferenze stampa post-partita che si tenevano in trasferta. Quale club ti ha particolarmente colpito per la sua organizzazione logistica?
“Potrei dire la Cremonese, il Perugia del mio amico Andrea Sonaglia, ma voglio indicare una squadra del sud. La Cavese del 2007-08 aveva un ufficio stampa di prim’ordine, nonostante le difficoltà che si incontrano qui, nelle nostre terre, erano riusciti a realizzare qualcosa di categoria superiore, realizzavano anche una trasmissione radio divertentissima. Li voglio salutare: Vincenzo Paliotto e Antonio Ioele”.

pietro romano1E Sorrento e il Sorrento quanto patiscono la cronica carenza di impianti?
“Potrei scrivere un libro sulle problematiche del campo “Italia”, ne ho viste di tutti i colori. E’ davvero umiliante lavorare in certe condizioni, l’immagine che offriamo di Sorrento è davvero deprimente. La mancanza di una struttura è il problema più grave per il Sorrento e per lo sport in genere qui in Penisola Sorrentina, fin quando non ci sarà un cambio di priorità nelle amministrazioni comunali, soffriremo ciclicamente di crisi societarie”.

Per domenica come li vedi i ragazzi?
“Domenica è una sfida importante, bisogna dare continuità di risultati e far valere il fattore campo. Il Messina è una squadra ostica, con il nuovo allenatore vorranno certamente fare risultato e sarà l’ennesima battaglia. I ragazzi dovranno dare il massimo e tenere alta la concentrazione per tutta la partita”.

Un pronostico?
“Pronostici non ne voglio fare, Anzi, adotto qualche precauzione: anche questo è calcio…”

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