“Disertiamo, ma ci siamo sempre stati. Siamo tifosi del Sorrento: le vostre bugie non possono smentire la nostra storia”. Con un lungo messaggio indirizzato alla società rossonera, i tifosi della vecchia guardia chiariscono la loro posizione all’indomani di voci destabilizzanti che li volevano legati alle persone, e non alla maglia.

“Qualcuno sta cercando di ribaltare l’ordine dei buoni e dei cattivi – recita il messaggio trasmesso stamattina alla nostra redazione -. Ci vediamo costretti a ricordare a coloro che infangano la vecchia guardia dei tifosi rossoneri che la nostra decisione di disertare non è una scelta disfattista, ma è un modo di protesta, come i tanti che vengono attuati dai movimenti ultrà italiani e europei. Ci vediamo costretti a ricordare a coloro che frettolosamente liquidano la nostra scelta come un atto di disamore verso la maglia, di ripercorrere gli ultimi decenni della nostra storia e non scordare mai che, indipendentemente dalla categoria, ogni campo d’Italia è stato colorato di rossonero grazie alla nostra presenza. Eravamo lì, a nostre spese, non solo per noi stessi, ma per rappresentare tutta la costiera, anche coloro che rimanevano a casa per pigrizia e oggi si sentono in diritto, per imprecisati meriti, di impartirci lezioni di tifo. Si è compiuto, in questi anni, un piccolo miracolo di tifo e di passione: quello che abbiamo realizzato coi fatti, gli altri lo hanno fatto solo a chiacchiere. Andate in giro per l’Italia, e chiedete dove ci hanno visti arrivare. E, mentre qualcuno maschera la passione con il proprio interesse, noi lo abbiamo fatto solo per amore della nostra terra e dei colori che la rappresentano”.

La missiva prosegue: “Ci vediamo costretti a ribadire che la scelta di disertare dipende solo dal fatto che non riusciamo più a riconoscerci in questo modo di gestire il nostro Sorrento, dove non solo non vediamo alcun futuro, ma nemmeno il presente. Stimiamo i calciatori che indossano con orgoglio e impegno la nostra maglia, ma preferiamo guardare in prospettiva. E questa prospettiva non corrisponde più da tempo al nome di coloro che amministrano questa società. I loro risultati sono sotto gli occhi di tutti, siamo passati dal professionismo all’inferno dei dilettanti, con la distruzione di un settore giovanile e di un ambiente sano, unito e familiare. Ci vediamo costretti a precisare che non siamo legati alle persone, anzi siamo pronti a ripartire, anche da domani, indipendentemente dalla categoria, con un progetto serio, che coinvolga, ci appassioni, che ci faccia sentire realmente protagonisti. Ma un progetto competente non può essere guidato da questa società e dai suoi dirigenti… Ci vediamo costretti a ricordare che, pur disertando, restiamo in guardia, vigili, pronti a intervenire dove necessario. Diserteremo ancora, ma resteremo sempre a difesa della nostra fede. E, infatti, l’abbiamo dimostrato cercando di mettervi in guardia dal progetto di presunti milionari, miseramente fallito, come da noi ampiamente previsto”.

E infine un ammonimento: “Vi preghiamo pertanto di attenervi ai fatti, di non creare realtà fantasiose rispetto a quelle specificate in questa lettera: noi amiamo il Sorrento e, anche se disertiamo, resteremo sempre qui, a difesa della NOSTRA FEDE”.

Eloquente la firma della lettera: “Lo zoccolo duro, quelli che a casa non sono mai rimasti”

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