SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI. La serie D si appresta a vivere un turno di riposo ed è l’occasione giusta per fare un punto sulla situazione proprio ora che la stagione entra nel vivo. I valori si sono delineati e in testa alla classifica, un po’ a sorpresa, c’è il Torrecuso, inseguito dall’Akragas ad un solo punto di distanza. Gli agrigentini sono partiti con i favori del pronostico e, dopo un inizio un po’ a corrente alternata, sono ritornati prepotentemente in corsa con l’ingaggio di mister Feola al timone di una ciurma che andrà all’arrembaggio del professionismo. Un’altra squadra cui l’abbrivio di campionato ha riservato trappole inopinate, è stata l’Agropoli con la società che ha invocato la svolta epurando mister Pirozzi per la cui successione è stato scelto Rigoli. Con l’ex tecnico dell’Akragas qualcosa è cambiato anche se, nel momento di maggiore slancio, il pari di Sorrento è costato il terzo posto ai cilentani. Ad approfittarne e a ritornare sul podio è stato il Rende, la cui striscia di risultati utili consecutivi si è allungata a tredici partite. Ai vertici della classifica c’è una lotta serrata, non circoscritta solo ad Akragas e Torrecuso, sebbene siano le più accreditate, l’equilibrio la fa da padrone e, di qui al termine del campionato, gli scenari possono subire tantissimi mutamenti. Così, abbiamo deciso di dare voce ai tecnici che guidano proprio le prime quattro squadre del girone, ai quali abbiamo chiesto la loro idea sul campionato, la squadra da cui sono rimasti impressionati di più, il segreto per vincere il campionato e disinnescare le insidie con, infine, un breve commento sul “nuovo” Sorrento targato Chiancone. Davvero interessante ciò che è venuto fuori, ora andiamo a leggere le loro dichiarazioni per poi chiudere il servizio con un breve commento sul contenuto di quanto raccolto.

DELLISANTI

Franco Dellisanti

FRANCO DELLISANTI.  Il suo Torrecuso è assiso sul trono del girone. È da inizio anno che i sanniti stazionano in questa posizione, se qualcuno pensava che fosse tutto un fuoco di paglia, be’ si è sbagliato di grosso. Mister Dellisanti sta facendo grandi cose alla guida di una squadra che, dopo essere partita in sordina, non può più dissimulare le proprie ambizioni. Microfoni accesi per ascoltare il tecnico jonico.

 La sua idea sul girone: “Dal punto di vista tecnico non è il massimo, bisogna ammetterlo. Ma è una questione che riguarda un po’ tutto il calcio nostrano, anche in categorie superiori, può essere comunque che negli altri gironi ci sia un maggior tasso tecnico anche se difficilmente ci saranno gli stessi ambienti caldi dove per vincere bisogna armarsi di carattere e agonismo. Su questo aspetto, è un girone complicatissimo”.

La squadra che più l’ha impressionato: “Il Torrecuso! Sì, mi sento di citare la mia squadra che è la vera rivelazione del girone. E stiamo lassù senza avere l’organico dell’Akragas ma attraverso il lavoro e l’organizzazione. Ecco, proprio questi due aspetti ci aiutano a sopperire allo strapotere di una rosa come quella dei biancoazzurri agrigentini. Anche il Rende ha una linea molto simile alla nostra, che predilige una cura certosina dei particolari per tenere testa a chi ha tutte le risorse possibili per vincere. Bene anche l’Agropoli che, dopo l’avvento di Rigoli, ha una sua fisionomia oltre a valori etici e tecnici importanti, anche i cilentani sono ancora in corsa per la lotta al primato”.

Cosa bisogna fare per vincere il campionato e come neutralizzarne le insidie: “Ciò che temo di più sono gli infortuni. Noi abbiamo una identità ben precisa ma, non vantando un organico particolarmente ampio, la paura è che qualche defezione di troppo, pure inaspettata, possa destabilizzarci. In questi casi, si potrebbe fare fatica a sopperire a tali problemi con la conseguenza di perdere punti in classifica. Ci sono tutti i presupposti perché il Torrecuso non lasci la vetta, dopo tutte queste giornate ad alta quota, significa che non ci si può trovare lì per mera fortuna. Crediamo nella vittoria del campionato, pur consapevoli di avere organici meno attrezzati di Akragas e Agropoli, ma le armi che ci hanno contraddistinto finora, che sono quelle dell’agonismo, dell’organizzazione, della volontà e della fame, possono seguitare a farci sognare”.

Sulla bontà della scelta di affidarsi a Chiancone per traghettare il Sorrento alla salvezza: “E’ uno di categoria, lo conosco per averci giocato insieme. È sicuramente la persona adatta per esperienza e capacità, il Sorrento non ha sbagliato ad affidarsi ad uno come lui”.

VINCENZO FEOLA

Vincenzo Feola

VINCENZO FEOLA. E’ stato chiamato in sella all’Akragas a campionato già iniziato. Con Betta in panchina, la squadra non riusciva ad ingranare e la società ha optato per un cambio di guida tecnica. Ci si è affidati a colui che, lo scorso anno, ha spento le velleità proprio dell’Akragas conducendo la corazzata Savoia alla vittoria del campionato dopo un encomiabile inseguimento del “Gigante”. Ora si trova lui nella città dei Templi, l’obiettivo è quello di vincere il campionato ma la concorrenza non manca, soprattutto da parte di un indomito e temibile Torrecuso. I nostri microfoni si accendono anche per il tecnico di Somma Vesuviana.

La sua idea sul girone: “C’è una differenza abissale rispetto all’anno scorso, ritengo che si lotterà fino alla fine per la vittoria del campionato. Fino all’ultima giornata ci sarà da battagliare per vedere chi arriverà in fondo nella migliore condizione psico-fisica per allungare nello sprint finale e tagliare il traguardo prima di tutti”.

La squadra che più l’ha impressionato: “Mi hanno colpito molto Frattese e Hinterreggio, ma anche qualcuna che lotta per non retrocedere. La questione è un’altra, la mia può essere una visione parziale perché posso parlare solo di quelle che hanno incontrato l’Akragas. E, contro di noi, giocano tutte la partita della vita cercando di dare il massimo, tanto non hanno nulla da perdere e, senza l’assillo del risultato, si esaltano. Per questo, non può essere veritiera la mia visione”.

Cosa bisogna fare per vincere il campionato e come neutralizzare le insidie: “Occorre una programmazione seria dall’inizio, soprattutto nella scelta dei giovani che sono determinanti. E poi, parlo sempre dal mio punto di vista, non è facile allenare quando hai l’obbligo di dover vincere. Un conto è allenare Savoia e Akragas, dove senti la pressione di non poter fallire, un conto è lavorare in piazze tranquille dove hai tutto da guadagnare e si celano le vere ambizioni. Noi non ci siamo mai nascosti: tutti sanno che l’obiettivo societario è quello di salire di categoria ma, a differenza di altri, sentiamo la tensione di chi non può sbagliare una mossa. Quindi, l’insidia maggiore è proprio quella di sentire troppo la pressione tipica di chi è condannato a vincere”.

Sulla bontà della scelta di affidarsi a Chiancone per traghettare il Sorrento alla salvezza: “Per lui parla il curriculum, se è arrivato a Sorrento con gli stimoli e le motivazioni giuste allora è davvero un valore aggiunto. Sono stato allenato da lui ai tempi di Castellammare, quando era tra i migliori tecnici emergenti in circolazione e, nel corso degli anni, ha accumulato una vastissima esperienza e ripeto, con la giusta dose motivazionale, può fare benissimo anche a Sorrento”.

BRUNO TROCINI

Bruno Trocini

BRUNO TROCINI. Dopo un inizio di stenti, il suo Rende ha inanellato una striscia di risultati utili che non si arresta più. La collezione è arrivata a tredici con i biancorossi assurti sul podio della classifica, e gongola mister Bruno Trocini, che vede i suoi competitivi nell’alta classifica. Con il tecnico dei silani, che due settimane fa ha affrontato un Sorrento così tenace da pareggiare al “Lorenzon”, invertiamo un po’ l’ordine delle domande e delle risposte perché approfondiamo quel pari da cui i costieri hanno tratto la giusta autostima da imbrigliare anche l’Agropoli.

Un ritorno su Rende-Sorrento (1-1): “E’ stata una partita nella quale il Sorrento ha fatto ciò che doveva fare. La grande voglia dei rossoneri, la vis battagliera con cui sono scesi in campo dopo tre sconfitte consecutive, ci ha un po’ sorpresi, sinceramente. Da parte nostra poi non c’è stata la solita intensità, eravamo un po’ sottotono rispetto alle partite precedenti e, un terreno di gioco fangoso e in pessime condizioni, ha fatto il resto andando a scapito del gioco. Il Sorrento, comunque, ha meritato il pari non rubando nulla”.

Sulla bontà della scelta di affidarsi a Chiancone per traghettare il Sorrento alla salvezza: “Dall’alto della sua esperienza, è sicuramente uno in grado di far risalire il Sorrento. Il mio è un parere esterno perché non conosco la situazione complicata che si sta vivendo in costiera, ma in questi casi serve un allenatore di polso che già sappia affrontare queste circostanze, ecco perché affidarsi a Chiancone credo sia stata la scelta giusta”.

La sua idea sul girone: “E’ un campionato molto difficile, dove non c’è una squadra che riesca a prendere il largo. Penso che la classifica attuale rispecchi i reali valori dei club, anche se ritengo che possa cambiare molto nei bassifondi con tante squadre rinforzatesi, penso alla Gioiese, al Montalto, al Noto”.

La squadra che più l’ha impressionato: “Sono rimasto davvero colpito dalla Leonfortese quando siamo andati a giocare lì nel mese di dicembre. Hanno una grande organizzazione nonostante i tantissimi giovani, mi sento di indicare loro anche perché citare Akragas, Agropoli e Torrecuso sarebbe troppo facile dal momento sono state costruire per vincere”.

Cosa bisogna fare per vincere il campionato e come neutralizzarne le insidie:“Sarebbe sin troppo scontato parlare dell’importanza di aggiudicarsi gli scontri diretti ma, visto che il girone di ritorno è sempre più difficile, non perdere punti quando si affrontano squadre agguerrite in lotta per la permanenza in categoria, è altrettanto importante. Siccome c’è molto equilibrio tra le squadre di testa, perdere punti contro chi si gioca la salvezza, può complicare i piani. Le insidie poi ci sono dappertutto, la serie D può diventare un campionato falsato se pensiamo al caso Orlandina. Contro i siculi ci sono state squadre ad aver perso dei punti, mentre altre l’hanno affrontata quando ormai era derelitta e infarcita di ragazzini, incapaci di oppure qualsiasi resistenza. Parlando da tecnico del Rende, dico che stiamo andando oltre le più rosee previsioni ma, nello stesso tempo, stiamo dimostrando di poter stare lassù vivendo un sogno dal quale vogliamo svegliarci il più tardi possibile”..

PINO RIGOLI

Pino Rigoli

PINO RIGOLI. Avrebbe voluto stare più a contatto con il primo posto se il suo Agropoli avesse gestito meglio il gol di vantaggio con cui ha chiuso il primo tempo della gara del “Campo Italia” di Sorrento. La ripresa si è aperta con l’eurogol di Schiavone e i suoi uomini, a parte un forcing disperato negli ultimissimi minuti, non sono riusciti a trovare il modo di scardinare la retroguardia rossonera. Per Pino Rigoli c’era da masticare un po’ amaro per l’occasione fallita, ora si è scivolati al quarto posto con la vetta lontana cinque punti, ma il valore dell’organico non è in discussione e il campionato è ancora lungo.

La sua idea sul girone: “E’ molto equilibrato, ai nastri di partenza, le due squadre che dovevano ammazzare il campionato erano Akragas e Agropoli mentre, dopo venti giornate, la classifica dice altro. C’è un Torrecuso che resiste e con cui bisogna fare i conti. Vedo comunque l’Akragas favorito rispetto ai sanniti che, però, vengono subito dietro. Dal punto di vista dell’organico sono entrambe molto attrezzate, solo che gli agrigentini hanno 22 uomini tutti allo stesso livello e, questo aspetto, sul lungo periodo incide tantissimo”.

La squadra che più l’ha impressionato: “Sul piano del gioco dico la Frattese, è una delle squadre che gioca il miglior calcio. Probabilmente, la società nerostellata avrebbe dovuto rimpinguare la retroguardia con maggiori uomini di esperienza, per il resto gioca con una intensità tale che può mettere in difficoltà chiunque. Oltre alla Frattese, c’è anche il Rende, una squadra quadrata e ben organizzata, non è un caso che stia lottando per i primi posti della classifica”.

Cosa bisogna fare per vincere il campionato e come neutralizzarne le insidie: “Bisogna fare le scelte giuste a maggio. Se si punta al salto di categoria, bisogna valutare bene i giovani che si acquistano sincerandosi che siano pronti per affrontare un certo tipo di campionato e poi gli over, oltre all’esperienza, devono garantire qualità e motivazioni. Questa è la linea che dovrebbe seguire una società che punti alla promozione immediata, altrimenti se si vuole impostare un discorso lungo due o tre anni, si può fare come il Rende che, rispetto all’anno scorso ha cambiato poco, e ora ha già alzato l’asticella degli obiettivi. Ma ripeto che per vincere il campionato serve gente pronta, chi vuole arrivare primo non può aspettare: pensiamo al Savoia dello scorso anno e ai giocatori che annoverava in organico, serve il giusto mix tra giovani e grandi e, possibilmente, senza troppo squilibrio tecnico”.

Sulla bontà della scelta di affidarsi a Chiancone per traghettare il Sorrento alla salvezza: “E’ un tecnico di grande valore ed esperienza. Se la società ha individuato lui per rilanciare la squadra significa che risponde ai requisiti richiesti anche per una piazza di grande blasone e importanza come Sorrento. Credo proprio che Chiancone riesca a dare quel qualcosa in più ai rossoneri per centrare l’obiettivo che, a detta della società, è quello di mantenere la categoria”.

Il nostro è stato un servizio per capire anche gli slanci e le (sane) inquietudini di chi sta lottando per guadagnarsi l’approdo tra i professionisti. Dellisanti vuole scongiurare il rischio di perdere qualche giocatore importante, Feola teme la pressione di dover vincere in una piazza molto calda e ci tiene a precisare che, a differenza di altre squadre, la sua non ha mai nascosto le proprie ambizioni. Per Trocini è fondamentale non venire meno contro le avversarie che si giocano la permanenza in categoria, mentre per Rigoli l’insidia maggiore è quella di ritrovarsi con un divario qualitativo troppo ampio tra over e under. Commentando il girone, si può dire che siano tutti concordi nel ritenere il discorso primato più in bilico che mai, con l’Akragas favorita per l’organico che ha allestito. Ne è consapevole anche mister Dellisanti che, però, è uscito allo scoperto: il suo Torrecuso vuole la Lega Pro. Il Rende, a detta del suo allenatore, sta vivendo un grande sogno e non si pone limiti, con l’Agropoli che non può più permettersi passi falsi pena la fuga delle altre antagoniste. Le domande ai tecnici le abbiamo rivolte, ora ce ne sono altre a cui il campionato deve rispondere: riuscirà il Torrecuso a difendersi dagli assalti dell’Akragas? O alla fine prevarrà la favorita compagine agrigentina? Rende e Agropoli quante possibilità hanno di insidiare le prime due? Dopo la sosta, ogni settimana avremo mezze risposte fino ad arrivare a quella definitiva a campionato terminato.

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