SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI. Ha fatto di tutto per evitare di subire il gol che ha portato in vantaggio l’Agropoli. Ragosta aveva calciato quasi a botta sicura ma non aveva fatto i conti con la prontezza di riflessi di Raoul Lombardo. Poi la difesa ha commesso un mezzo pasticcio e, a quel punto, subire gol era inevitabile. Dopo un istintivo gesto di stizza, ha subito guardato avanti spronando i compagni a cancellare quell’episodio e a continuare a giocare come se nulla fosse successo.

È uno che la porta la copre tutta per il fisico da granatiere che si ritrova, è un 94′ e sta disputando un grandissimo campionato. Il pari di domenica contro l’Agropoli l’ha visto sicuramente protagonista. Per tutta la partita ha incoraggiato i compagni a crederci sempre, trasudando voglia di reazione e spirito da leader. E quando, ad inizio ripresa, Schiavone ha confezionato quella perla sotto il settore dei tifosi cilentani, nella gioia dell’esultanza, anche Lombardo ha abbandonato i pali per andare ad abbracciare il suo compagno di squadra braccandolo in stile rugby.

Era convinto che quella gara iniziata male si sarebbe potuta rimettere nel binario giusto se ci fosse stata la buona volontà e se la squadra non si fosse disunita. Quell’Agropoli, composto da tanti giocatori eccellenti per la categoria, non faceva così paura e, infatti, anche per tutto il secondo tempo, oltre a tenere il pallino del gioco in mano, non è che abbia creato tutti questi pericoli. Però, negli ultimi minuti, il Sorrento è calato vistosamente e gli uomini di mister Rigoli volevano approfittarne.

L’occasione capitata sui piedi di Capozzoli è stata clamorosa, ma Lombardo è diventato un gigante respingendo un gol ormai fatto. La partita era agli sgoccioli e, dopo un intervento provvidenziale salva-risultato, il guardiano dei pali rossonero ha esultato come se fosse stato un gol. Ha urlato a più non posso, sgolandosi perché dentro di lui c’era gioia e rabbia, doveva liberarsene perché la tensione era salita ai massimi livelli.

C’era gioia perché ormai il pari sembrava in cassaforte e c’era rabbia perché si era corso il rischio di sprecare un’intera partita di cuore, sacrifico e sofferenza. L’Agropoli voleva sbancare il “Campo Italia”, e a fine gara, c’era tanto nervosismo tra i delfini, ma bisognava fare i conti con un Lombardo tirato a lucido, capace di chiudere la saracinesca e di compiere parate quasi impossibili. Prima di rientrare negli spogliatoi con il sorriso sulle labbra raccogliendo gli applausi dei tifosi presenti, avrà guardato i suoi guantoni consumati dopo più di 90′ di intensità e agonismo, li avrà stretti forte, magari annusati e ringraziati. C’era l’odore di una partita che, sulla carta, non doveva avere storia ma Lombardo è stato uno di quelli che sapeva di doverla giocare fino a fondo. Le due istantanee sono paradigmatiche: la rabbia e l’incitamento dopo il beffardo gol subito e l’urlo di gioia per aver negato, proprio sul gong, la rete che avrebbe consentito agli avversari di brindare ai tre punti. Sperando che la prossima parata possa valere proprio quei tre punti che mancano da diverso tempo. (foto di Carmine Galano)

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