(ESCLUSIVA DI MAURIZIO LONGHI PER TUTTOSORRENTO.COM). Da calciatore ha dato tanto a Sorrento, nelle stagioni più gloriose della storia del calcio in costiera il suo nome figurava nella rosa. Poi Gennaro Ruotolo è ritornato due anni fa da allenatore, ma quell’esperienza non fu entusiasmante. Ce ne parla durante l’intervista che ha concesso ai nostri microfoni, ma prima di tutto ci vogliamo far dire qualcosa sulla squadra attuale che è impantanata nei bassifondi della classifica.

Chiediamo al tecnico di Santa Maria a Vico un suo parere da persona esterna: “Questa è una squadra che ha dei giovani, ma anche giocatori importanti, penso a Danucci che è un lusso per la categoria. Ciò che deve fare è stare tranquilla e serena, ci possono stare dei momenti negativi ma bisogna saper reagire. Ecco questo bisogna fare, soprattutto quando si perde spesso in casa, e in questo caso chissà che non dipenda dalle dimensioni del rettangolo di gioco, solo chi ha lavorato a Sorrento può sapere che questo può creare dei disagi. Comunque e per invertire la tendenza deve essere bravo anche l’allenatore”.

Ecco un altro punto che vogliamo toccare con lui. La decisione di richiamare Simonelli al posto di Chiappino e se, secondo il suo punto di vista, sia stata una mossa azzeccata: “Chiappino è stato a Genova e lo conosco, ci sa fare con i giovani ed ha ottenuto anche risultati apprezzabili. Poi un conto è lavorare sempre con i ragazzi, un altro è gestire gente con tanti anni di carriera alle spalle, ma bisogna saper rischiare. Simonelli, invece, non lo conosco bene, diciamo che avrà anche esperienza, ma non è tutto per un allenatore. Quello che un tecnico deve fare è far star bene i suoi giocatori, metterli nelle condizioni ideali per lavorare serenamente, a prescindere dalle voci che possono provenire dall’esterno. Bisogna anche prendersi cura dei giocatori non solo sul campo, quando li si allena per due ore al giorno, ma soprattutto fuori, perché se non sono professionali nella vita, se non organizzano bene i momenti che scandiscono le loro giornate, si rischia di vanificare un lavoro intero. Un allenatore è sempre soggetto ai risultati, questo vale anche per l’attuale tecnico rossonero, per lui devono parlare i risultati e mi auguro che arrivino per il Sorrento, un posto che adoro”.

A Sorrento, Gennaro Ruotolo c’è stato in vesti diverse come è stato già scritto, purtroppo quella squadra dei vari Ginestra, Carlini, Croce, Vanin e tanti altri nomi importanti, non riuscì a centrare il sogno promozione: “Penso di aver fatto bene sulla panchina dei costieri. Conquistammo i play off dopo tante battaglie, vincendo la concorrenza di squadre allestite per lottare come noi per la promozione tra i cadetti. Poi mi dispiace per come sia finita la mia avventura in rossonero, capisco l’amarezza per l’epilogo poco felice, ma non ho ricevuto neanche una telefonata di comunicazione per la decisione presa. Dico che nel calcio, ma così come nella vita, bisogna comportarsi bene e avere rispetto, ma non intendo creare polemiche visto che per me Sorrento è stata una seconda casa”.

Sebbene ci sia stata qualche asprezza nel suo ultimo periodo trascorso nella terra delle Sirene, i momenti belli non si possono proprio cancellare: “Mi legano ricordi indimenticabili in costiera. Sono cresciuto nella Beretti rossonera debuttando anche in Prima squadra quando non avevo ancora diciassette anni. Era l’84 e vincemmo il campionato di C1, poi sono stato in giro per l’Italia per 22 anni ritornando per vincere ancora. Ho ancora tanti amici a Sorrento, da calciatore le soddisfazioni sono state tante. Da tecnico, invece, per tanti fattori sbagliammo la partita d’andata dei play off e poi il cuore e l’orgoglio non bastarono per uscire da Carpi vincendo con due gol di scarto”. Tempo passato, si lottava per altri obiettivi, ora bisogna pensare ad una salvezza che, allo stesso tempo, è anche una promozione. E ne abbiamo parlato con chi, in maglia rossonera, ne ha vissuta più di una…

MAURIZIO LONGHI

Commenti

commenti