Siamo arrivati alla sosta natalizia e, quindi, al giro di boa del campionato. Un momento in cui si tirano i primi bilanci e quello del Sorrento è avvilente. Proviamo a ripercorrere tutte le fasi che hanno scandito questo girone d’andata davvero nero per i costieri.

INIZIO STENTATO. Già le battute iniziali hanno fatto capire quanto fosse difficile questo girone. Nel debutto casalingo contro la Vigor Lamezia è arrivata la prima di tante amarezze. Eppure l’abbrivio di gara era stato incoraggiante. Sull’asse Maiorino-Musetti, quest’ultimo aveva portato il Sorrento in vantaggio in quella che sembrava una partita in cui potersi aggiudicare l’intera posta in palio. E faceva piacere che un elemento come il centravanti marmifero potesse dimostrare finalmente il proprio valore, cosa che non gli era riuscita lo scorso anno a causa dei suoi malanni fisici. Poi, quando ci si preparava per andare al riposo in vantaggio, una ingenuità di Benci ha regalato un rigore ai lamentini e all’intervallo si è arrivati in parità. Nella ripresa, la squadra è tornata in campo opaca e abulica dopo i primi 45’ giocati a ritmi alti, così gli avversari hanno preso il sopravvento portandosi sul doppio vantaggio, da horror la gara di Benci, protagonista in negativo anche per il cartellino rosso comminatogli nel momento cruciale. A nulla è servita la rete di Catania, uno degli ultimi arrivati. Male la prima per il Sorrento, partito sicuramente con il piede sbagliato. Non è andata meglio la seconda, sul campo dell’Aprilia. E anche questa volta si era andati in vantaggio, con Maiorino freddo dal dischetto. Poi, manco si avessero le batterie a consumo, dopo la prima frazione chiusa in vantaggio, nella ripresa è stato black out totale. Così i pontini hanno ribaltato il risultato infliggendo il secondo ko agli uomini di Chiappino.

RILANCIO E SPERANZE. Prime due partite e altrettante sconfitte. Un impatto choc con la Seconda Divisione. E il calendario presentava una delle trasferte più difficili, in casa della corazzata Cosenza, a punteggio pieno. Be’ in terra silana, è sceso in campo un Sorrento autorevole e propositivo. Neanche il vantaggio di De Angelis ha gelato i rossoneri che, con grande caparbietà, hanno raggiunto il pari con Catania sfiorando l’impresa al “San Vito”. Primo punto e autostima un po’ più alta, il modo migliore per affrontare la seconda gara tra le proprie mura. E, come se un punto fosse stato taumaturgico, contro il Poggibonsi si è visto un Sorrento sontuoso. Nonostante le solite ingenuità stessero per complicare le cose, la doppietta di Maiorino e la rete di Canotto hanno suggellato una netta superiorità dei costieri. Al “Bisceglia” di Aversa, contro una squadra rinvigorita dalla cura Di Costanzo, poi si era avuta la sensazione di avere tutto per insediarsi ai vertici della classifica ed essere protagonisti. Un primo tempo perfetto, chiuso in vantaggio di tre reti con una disinvoltura impressionante. Sugli scudi Lettieri con una doppietta, mentre l’altro gol era stato griffato da Coppola. Ancora una volta nella ripresa era calata notevolmente l’intensità, con i normanni rientrati in partita ma ormai era difficile rimediare, infatti, il blitz si è concretizzato con il risultato di 2-4. Era un momento di forma straripante, i commenti non potevano che essere entusiastici e improntati ad un futuro di soddisfazioni, chi avrebbe mai pensato che…

I DERBY DELLA MEDIOCRITA’. Al “Campo Italia” veniva una Casertana che aveva trovato un certo equilibrio con Ugolotti in panchina. E i falchetti sono passati in costiera grazie ad una rete di Mancino, ancora uno stop per un Sorrento che era chiamato a dare continuità ai risultati per spiccare il volo. Era un periodo di derby, dopo Aversa e Casertana, dall’esito completamente opposto, si doveva andare al “Mazzella” di Ischia. Una gara in perenne apnea per Villagatti e compagni, una sofferenza per tutti i 90’ con gli isolani che, però, non sono riusciti a trovare il guizzo vincente. Un punto d’oro per un Sorrento che doveva mostrare carattere e un piglio più determinato. Per chiudere la parentesi derby, è stata battuta in casa una Arzanese derelitta, Improta e Canotto hanno giustiziato una squadra venuta in costiera senza essere animata da alcuna velleità di uscire indenne da Via Califano.

IL CROLLO. Si procedeva con alti e bassi, la situazione richiedeva uno sprint per restare sulla scia di squadre che avevano già preso il largo. A Gavorrano bisognava dare un segnale forte al campionato. Ma in terra maremmana, è venuta fuori una gara senza sussulti terminata con uno scialbo pari ad occhiali. Un punto che aveva il sapore della sconfitta, un mezzo passo falso che era il preludio alla crisi. Infatti, nel doppio impegno casalingo contro le abruzzesi Chieti e Teramo, si è stati beffati sempre al fotofinish. È vero che la sfortuna era stata impietosa, ma soccombere due volte consecutive sul proprio campo, quando la situazione ti impone di dare una sterzata, è davvero mortificante dal punto di vista del morale. Con i teatini c’è stato lo show dell’arbitro che si è messo a dispensare cartellini rossi, la rabbia deriva da come è maturata quella sconfitta se si pensa che, a dieci minuti dal termine, si era in vantaggio grazie al gol di Catania. Poi contro il Teramo il leit motiv è stato “vorrei, ma non posso”, una gara caratterizzata da errori marchiani. Eppure sia Canotto che Chinellato avevano risposto per due ben due volte al vantaggio biancorosso di Dimas, si stava andando verso un 2-2 quando, proprio ai titoli di coda, Ferrani ha gelato la costiera. Si stava complicando tutto, occorreva una grande prestazione allo “Zaccheria” di Foggia contro una squadra in ascesa e che iniziava a ruggire contro tutte. E, in un contesto di tutt’altra categoria, i costieri hanno sciorinato una prestazione fatta di intraprendenza e concretezza, purtroppo vanificata dalla solita dabbenaggine. Una partita emozionante con il vantaggio di Maiorino, poi il risultato ribaltato e l’uomo in meno, sembrava finita prima che Canotto, con una azione spaventosa, si guadagnasse un penalty trasformato ancora da Maiorino. Che peccato quando, ancora una volta nel finale, ci si è dovuti piegare alla cattiva sorte. Tre sconfitte consecutive e lo scontro diretto con il Martina Franca da non steccare nella maniera più assoluta. Invece, è successo che gli jonici abbiano violato il “Campo Italia” inducendo la società a dare il benservito a Chiappino.

IL PROFESSORE. La piazza era contraria al ritorno di Simonelli, con cui non è mai scattato il feeling, un rapporto mai sfociato nel reciproco amore. Ma il prof. di Saviano ha accettato di ritornare dopo la parentesi di tre anni fa dall’epilogo amaro. E il debutto da nuovo allenatore del Sorrento è stato condito da un importantissimo successo. Sul campo del Tuttocuoio, un eurogol di Maiorino e il sigillo di Canotto hanno permesso di brindare al primo successo con il nuovo tecnico in panchina. Si sperava nell’inizio di un nuovo corso, e di un trend casalingo diverso dopo i cinque flop in sette gare. Invece, anche un Messina  in piena crisi, affidato alla cura Grassadonia, è stato corsaro nella terra delle Sirene. Una gara rocambolesca, spigolosa, in cui ha fatto la differenza il mestiere e la caratura diversa di determinati elementi dei peloritani. Poi a Melfi ci si è dovuti accontentare di un pari inutile, mentre con il Castel Rigone in casa è arrivata l’ennesima capitolazione, per un totale di sette ko in nove impegni tra le mura domestiche. Neanche sotto la guida Simonelli è stata invertita la perniciosa tendenza, si fa fatica a commentare un Sorrento in una posizione così desolante di classifica dopo un girone d’andata da incubo. Ora, dopo la sosta, si partirà daccapo, dalla trasferta di Lamezia Terme, sperando in un 2014 migliore per i colori rossoneri…

MAURIZIO LONGHI

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