La sensazione e’ che abbiano due caratteri agli antipodi. Parliamo di Innocenti e D’Anna, i nuovi volti del Sorrento che al termine del match contro l’Aprilia hanno colto l’occasione per presentarsi ufficialmente agli organi d’informazione. Debutto con vittoria per loro. Il primo ha un viso da ragazzo perbene e le sue parole sono pacate e sagge, l’altro ha una faccia da scugnizzo, di quelli sfrontati ma sicuri di cio’ che fanno.

“A me piacciono le sfide, sono un tipo strano, mi stimolano le avventure difficili. Mi hanno detto che serve gente di carattere e, in queste situazioni, non mi tiro mai indietro”. Si e’ presentato cosi’ D’Anna, caspita che grinta! Quello che ci vuole in momenti simili, giocatori con gli attributi e pronti ad assumersi responsabilita’ mettendoci la faccia. Entrambi i nuovi innesti si sono messi in gioco, Innocenti, ad onta di un’eta’ vicinissima agli “anta”, non si sente affatto un rottame. E’ reduce dall’esperienza nel campionato maltese di cui ci ha parlato in questi termini: “Li’ era una situazione societaria gestita male da persone italiane, cosi’ ho voluto la rescissione nonostante la nuova dirigenza volesse tenermi”. Poi il richiamo del fascino della costiera ha fatto il resto: “Sorrento mi e’ sempre piaciuta, diverse volte il mio passaggio in rossonero sembrava imminente senza mai concretizzarsi”. Anche loro due, naturalmente, sapevano dei fantasmi annidatisi nei pressi di Via Califano, dove si soccombeva in modo disarmante. C’e’ voluta la benedizione con l’acqua santa per esorcizzare i mali che minacciavano il quartier generale rossonero, e su questo punto ci e’ ritornato lo stesso Innocenti che ha detto: “Mi fa piacere che non solo noi ci teniamo a fare bene, ma ad avere a cuore le sorti del Sorrento c’e’ una tifoseria e anche un parroco con una comunità”. C’è lo zampino del mitico Don Pasquale Ercolano, tifosissimo e sempre al fianco della squadra rossonera, impegnata in quella che al momento si configura come un’impresa: la permanenza in Lega Pro. L’intercessione di chi e’ piu’ vicino al divino è dunque fondamentale.

I neo-arrivati possono dare un contributo preziosissimo, lo si e’ visto da subito, dall’alto della loro esperienza e carisma. Con Innocenti a guadagnarsi una miriade di falli in attacco, soprattutto nei minuti finali, quelli di maggiore affanno, e con D’Anna a fare legna in mezzo al campo fino al momento in cui Simonelli l’ha richiamato in panca con tutti gli astanti a rendergli omaggio con applausi scroscianti. Potremmo chiamarli gli uomini dalla forte personalita’ ma dalle espressioni diverse in apparenza, quella mite dell’attaccante e quella sfacciata del centrocampista. Sperando che in campo il temperamento di entrambi sia sempre improntato all’agonismo e pronto alla sana battaglia. Per combattere gia’ dalla prossima e rendere il “Campo Italia” il fortino in cui chi indossa il rossonero prevale e non sbaglia.

(SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI)

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