SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Commentando questo girone calabro-siciliano, tutti sono concordi nel dire che non ci sono risultati scontati. Ma Rende-Sorrento sembrava l’eccezione, ci si chiedeva come i costieri, reduci da due batoste casalinghe e con una formazione tutta nuova, potessero fare risultato in casa della terza della classe in piena ascesa. Eppure ci sono riusciti, guadagnando un punto con una prestazione che ci facciamo raccontare da un occhio imparziale, quello di un giornalista calabrese come Vittorio Scarpelli de “La Gazzetta del Sud”, giornale autorevole e di un certo spessore. A lui chiediamo i dettagli del match e cosa ha permesso al Sorrento di uscire indenne dal “Lorenzon”. Da parte sua c’è stata la massima disponibilità a farci vivere ciò che si è visto sul rettangolo di gioco e chissà che da Rende non sia venuto fuori un nuovo corso, che magari veda i rossoneri non più come vittime sacrificali in trasferta ma capaci di portare a casa punti preziosi in ottica salvezza.

La prima domanda verte semplicemente sulla partita, suoi commenti e riflessioni su ciò che è venuto fuori da un risultato a sorpresa: “Il pari è stato sicuramente il risultato più giusto, il Rende ha avuto una superiorità che non ha saputo sfruttare, di contro il Sorrento è stato bravo ad insidiare la squadra di casa ogni volta che ne ha avuto la possibilità. I costieri mi sono sembrati vivi e attrezzati per mantenere la categoria, con dei giocatori esperti come Majella la cui prestazione è stata più che positiva macchiata poi da un’espulsione totalmente inventata dall’arbitro. Ma anche i ragazzi non mi sono dispiaciuti, in particolare Esposito e Schiavone che, peraltro, ha anche segnato il gol del pari. Mi soffermo su altri nomi, e dico che Noto, il difensore centrale, ha saputo guidare bene la retroguardia e il portiere Lombardo, sebbene non abbia avuto molte occasioni per mettersi in mostra, è tra i più promettenti della categoria considerando la sua giovane età. Continuando a parlare del Sorrento, credo che il 4-3-3 mascherato di mister Chiancone sia un assetto giusto, la squadra l’ho trovata scorbutica, forse questo è il termine adatto ed è decisamente positivo se applicato a chi lotta per non retrocedere, perché quando devi evitare di scendere di categoria non ti puoi proprio permettere di giocare di fioretto. Per il Rende deve essere da insegnamento quello che è accaduto contro il Sorrento: dopo il vantaggio, sembrava in controllo della gara ma il Sorrento se l’è giocata pervenendo ad un pari che ci sta tutto e che, ripeto, deve fungere da lezione per i biancorossi”. Il collega silano spende parole di elogio verso il Sorrento, ma è meno tenero nel valutare la direzione di gara: “Cerco sempre di commentare l’operato degli arbitri con un certo equilibrio, senza mai andare sopra le righe, ma domenica è stato tutto assurdo, poche volte l’ho visto al “Lorenzon” in più di un decennio di lavoro. Credo che l’arbitro abbia totalmente perso la bussola: anche l’espulsione comminata a Simeri è stata affrettata e inopportuna, però, se è stato ingenuo il giocatore a cadere nella trappola della provocazione tesagli da Della Ventura, il rosso rifilato a Majella è parso una compensazione per l’errore commesso prima. Indubbiamente quegli episodi hanno condizionato la partita, con la parità numerica, credo che il Rende avrebbe avuto più possibilità di imporsi, per il semplice fatto di contare su una maggiore qualità in campo, ma non avremo mai la controprova e il rettangolo di gioco ha detto che il Sorrento ha disputato una buonissima prestazione meritando di uscire con un punto”.

Che l’arbitro si sia fatto sfuggire la gara di mano, è una tesi che Scarpelli caldeggia con convinzione. Ma ciò non disconosce i meriti del Sorrento per cui il collega preconizza buone possibilità di tirarsi fuori da questa allarmante situazione di classifica: “Il solo fatto di impattare in casa di una squadra reduce da undici risultati utili consecutivi, mi spinge a ritenere che per il Sorrento il pari valga doppio, non foss’altro per averlo guadagnato con merito. Dirò di più, delle squadre che ho visto al “Lorenzon” e che sono destinate a lottare per la salvezza, quella rossonera, è stata tra le migliori se non proprio la migliore. Ora non so se sia stata la giornata buona o il Rende non era al massimo della condizione, sta di fatto che il Sorrento ha conquistato un punto in casa della squadra più difficile da affrontare in questo momento”. Sui rossoneri gravava il fardello di due sconfitte consecutive in casa e un mercato di dicembre in cui, alla diaspora dei giocatori migliori, non è stato posto rimedio a dovere. Tornando sulla gara di domenica, ci facciamo dire come è stato l’atteggiamento iniziale del Sorrento: “C’è da premettere che il campo non era in grandi condizioni e questo non ha agevolato il Rende che, giocando in casa, avrebbe dovuto fare la partita. L’approccio del Sorrento non è stato dei migliori, anche se per il primo quarto d’ora non si è giocato proprio. La prima occasione è stata proprio dei costieri, poi c’è stato un monologo biancorosso per tutta la prima frazione. Il merito degli uomini di Chiancone è stato quello di non farsi sommergere dal Rende dopo lo svantaggio e, restando sul pezzo, hanno conquistato un grandissimo risultato. E poi sugli spalti si è visto qualcosa di bellissimo...”. L’argomento viene approfondito perché va dato il giusto risalto ai messaggi positivi: “Mi hanno colpito tantissimo quei quattro tifosi giunti dalla costiera, davvero encomiabili. Fortunatamente nel calcio esistono anche queste cose, hanno pensato esclusivamente ad incitare i loro giocatori, sebbene il pubblico di casa abbia più volte punzecchiato i giocatori rossoneri. Ma fa parte del gioco, potrei dire che il comportamento di Della Ventura non è stato correttissimo e chissà che, a parti invertite, non si sarebbe vista la stessa cosa di un giocatore del Rende. Sono tutti episodi che si vedono in una partita di calcio e, naturalmente, il pubblico di casa ne resta contrariato, ma mi ha commosso il comportamento di quei quattro sorrentini”.

Il Rende avrebbe potuto insidiare ulteriormente il primo posto aggiudicandosi i tre punti e, chiedendo al collega dove potrà arrivare il team biancorosso, siamo curiosi di sapere la sua idea su questa lotta al vertice che coinvolge più squadre: “L’Akragas è una corazzata, per il semplice fatto di avere giocatori di un’altra categoria, capaci di risolverti le partite in qualsiasi momento. Però, fossi nei panni degli agrigentini, mi guarderei più dall’Agropoli che dal Torrecuso. La mia opinione è che i sanniti, in questa prima parte del campionato, abbiano fatto come la classica lepre, mentre i cavalli vincenti si vedono alla fine della corsa. La mia non è una sentenza, ma per me i beneventani non hanno le credenziali per tenere testa fino all’ultimo a queste squadre. Dopo Akragas e Agropoli, vedo subito la Neapolis, poi il Rende se la può giocare con tutti e potrebbe puntare al terzo posto ma non a qualcosa in più. Però, la squadra di Trocini non è inferiore a nessuna perché ha un’ossatura di giocatori esperti e poi, in attacco, ci sono giocatori come Zangaro, Gigliotti e Caruso, con quest’ultimo ad un passo dalla Juve Stabia, che fanno la differenza, hanno dettato legge anche ad Agrigento e questo la dice lunga sul loro valore per la categoria”.

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