SERVIZIO DI STEFANO SICA. Rilancio del settore giovanile, ripianamento dei debiti e progetto triennale per rafforzare la società e tornare tra i professionisti. Ha le idee chiare Damiano Genovese, neo patron del Sorrento presentato nella serata di ieri insieme al tecnico Renato Cioffi all’Hotel Continental. Presenti anche Pasqualino Vuolo, attuale presidente del collegio sindacale dell’Avellino e consigliere dello stesso Genovese, e il dg Diodato Scala. Mischiati tra il pubblico presente alla manifestazione (stampa, fotografi e tantissimi tifosi) anche il vice presidente Franco Tamigi, il ds Nicola Dionisio, il responsabile dell’area legale Giuseppe Cappiello, il segretario Franco Imperato e il secondo di Cioffi, Enzo Scafa. Dopo la breve introduzione di Vuolo, è toccato a Scala aprire le danze. Il dg rossonero ha confermato che nel pomeriggio di ieri, qualche ora prima dell’evento, sono state espletate le ultime formalità burocratiche per il passaggio di proprietà dall’ex amministratore unico Francesco D’Angelo: Genovese ha ufficialmente il mano il 97% delle quote del Sorrento, il restante 3% resta nella disponibilità dell’albergatore costiero. “Siamo tutti felici di aver trovato un imprenditore importante che ha sposato la causa del Sorrento – il suo esordio -. Ma mi preme ricordare la figura dell’avvocato D’Angelo, a cui sono stato molto vicino. Ha ricevuto critiche ingiuste, lui era solo un amministratore e non un imprenditore. Dopo l’addio di Gambardella non è andato via perché qualcuno gli aveva promesso di stargli vicino. Ma sapevamo che non c’era la forza per andare avanti. Lui aveva parlato con la Msc e con altri imprenditori, che però non ne hanno voluto sapere nulla. Gli sono state rivolte parole che non meritava. Lo ringrazio per quanto fatto”.

Parola poi a Genovese. “Era importante rilevare le quote anche perché questo volevano i tifosi – premette -. E l’ho fatto. Io già sto guardando a giugno. Dieci giorni fa, parlando col direttore, mi resi conto che Chiancone, bravissimo allenatore che già conoscevo, non era idoneo per la situazione attuale. Ho chiesto a Cioffi la disponibilità: lui mi ha detto che se la sentiva e ora è qui. Dobbiamo puntare prima a salvarci ma io sono abituato a programmare le cose almeno sei mesi prima. Il programma è quello di allestire per l’anno prossimo una squadra senza grandissime pretese. Questo perché dobbiamo pensare innanzitutto a ripianare i debiti entro i prossimi tre anni. Bisogna essere oculati e lavorare, senza buttare soldi. Dovremo recuperare il settore giovanile, che funziona ancora grazie al segretario Imperato e al direttore Borrello. Molti dello staff non hanno preso compensi e l’hanno fatto perché magari sono tifosi oltre che professionisti. Il Sorrento ha sempre avuto uno dei settori giovanili più forti della Campania. Valorizzeremo molti giovani. Ho deciso di mettere in stand-by la mia azienda per fare solo calcio. Questo sport lo vedo a 360 gradi: per me il calcio comprende marketing, merchandising, scuola calcio, vivaio e prima squadra. Anche perché, per valorizzare i giovani, serve una prima squadra organizzata. Adesso mi serve una struttura. A Sorrento ce ne è solo una, ma ce ne vorrebbero almeno 2-3 per quello che ho in mente di fare io. Quindi ho preso anche questa rogna dello stadio. Ma chiariamo un aspetto: l’amministrazione comunale non ci ha buttati fuori, ha solo richiesto il pagamento di una cifra alla società, che poi ha deciso di emigrare per motivi suoi. Prima di prendere il Sorrento ho fatto presente che ho bisogno della struttura. Ho parlato con sindaco ed assessore allo Sport. Ho garantito che mi sarei accollato il debito riguardante il campo, purché spalmato. Io sono molto chiaro e diretto nelle mie richieste. Loro si sono riservati dieci giorni per dare una risposta e magari si discuterà anche di convenzione ed altri discorsi. Decideranno loro, io non ho certo intenzione di comandare a casa d’altri. Sono disposto a tutto tranne che a fare lo stadio ex novo. Intanto siamo tornati a giocare a Sorrento e stiamo pagando quanto ci spetta. Già martedì avrei fatto tornare la squadra ad allenarsi a Sorrento. Ma non è semplice. Al campo ci sono la scuola calcio e il nostro settore giovanile, e i nostri giocatori stanno pernottando da un’altra parte. Ma prima delle elezioni, io devo sapere cosa si intende fare della struttura. I tifosi sono importanti, in alcune piazze portano soldi alle società. Io non prometto nulla, solo di fare tutti i passaggi indispensabili per creare un’azienda calcio stabile. Non farò rose da 500mile euro, anche se non avrei problemi a fare la Lega Pro pure domani mattina. Ma dobbiamo prima strutturarci. Il mio Sorrento calcio dovrà essere un bagaglio di giovani, che saranno valorizzati e venduti. Non sono venuto qui per interessi personali. All’amministrazione ho detto che, se arrivasse uno sponsor, la prima cosa che chiederò sarà che i suoi contributi servano ad estinguere una parte del debito, che è rateizzato in 120 rate ma che eliminerò grazie al lavoro. La cessione delle quote non è stata fatta a titolo gratuito, ma la richiesta non è stata esosa. Riguardo la sponsorizzazione con la Storelli, devo rivelare che loro hanno rifiutato l’accordo. Ma abbiamo un regolare contratto, quindi faremo tutti i necessari passaggi legali. Sullo sblocco della vecchia fidejussione, e quindi sul pagamento dei 60mila euro di stipendi relativi all’ultimo campionato di Seconda Divisione, devo dire che è un passaggio che stiamo studiando. Affronteremo con decisione anche questo problema. Borrello è un grande direttore per il settore giovanile, ha capito subito le mie intenzioni e quindi per me fa parte dello staff. A meno che non riceva qualche chiamata da club blasonati. E’ valido, ha fatto un grande lavoro ed è una risorsa da non perdere. Sulla scuola calcio tutto è rimandato a giugno, non me ne sono ancora occupato perché avevo altre priorità”.

Arriva poi il momento di Renato Cioffi. “Sono emozionato – il suo inizio -. Sarei venuto a Sorrento anche in Terza categoria. Qualcuno potrebbe pensare che sono un pazzo: sì, ma del Sorrento. Tutti conoscono i sacrifici che abbiamo fatto a suo tempo, società, calciatori e tifosi. Dal campo polveroso di Mazara alle botte di Scilla, dalle gare col Benevento a quelle col Potenza. Ci tengo al Sorrento e sono tifoso del Sorrento. Ora vengo in un una situazione non brillantissima e conosciamo i problemi della squadra, ma per me il gruppo è forte. Nel mio cuore sono i migliori. Venni a Sorrento e facemmo la prima partita di Coppa Italia con l’Aversa: erano presenti una trentina di tifosi. Successivamente lo stadio si sarebbe sempre riempito. I tifosi del Sorrento vengono quando vedono la loro squadra giocare bene e soprattutto lottare. Abbiamo ottenuto insieme tanti risultati prestigiosi. Adesso anche una salvezza avrebbe lo stesso valore di una vittoria del campionato. E’ questo il nostro primo obiettivo: piazzarci nella migliore posizione possibile nella griglia play-out. Ma c’è bisogno dei tifosi: ho sofferto anche io nel vedere sciupato questo enorme patrimonio. Ma, come abbiamo costruito insieme tutti questi successi, nello stesso modo dobbiamo ricominciare adesso. Il Sorrento è dei tifosi e loro ora devono salvarlo. Sarebbe bene riportare la squadra qua almeno per la rifinitura. E bisogna ritornare a Sorrento anche per il ritiro. La società deve accontentarmi, bisogna fare gruppo e poi venire qui il sabato e la domenica è problematico. E’ necessario favorire un contatto con i tifosi e con me stesso come abbiamo sempre fatto. Tutto questo deve ritornare. Noi siamo una cosa sola, come è stato tanti anni fa. Questa sfida la devo vincere con i tifosi, per questo sono convinto che con l’aiuto di tutti ce la faremo. Voglio fare anche una osservazione sugli stipendi dei calciatori. Spesso i giocatori si lamentano facilmente, anche quando vengono pagati, e giustamente, magari trovano altri motivi di malcontento. Ho continuato a girare per i campi per documentarmi e ho visto Marcianise-Tiger Brolo e Torrecuso-Leonfortese: mi risulta che Marcianise e Torrecuso lamentano alcuni stipendi arretrati. Sia chiaro, bisogna essere puntuali nei pagamenti perché i giocatori ne hanno diritto, ma ho riscontrato che determinate problematiche sono molto diffuse. Poi capisco il malumore della città, non è bello digerire due retrocessioni consecutive. Anzi, devo dire che per Sorrento sono passati tanti esperti, professori ed ex calciatori, ma in definitiva i risultati li ho ottenuti solo io e lo dico senza presunzione. Però sembrava sempre che si potesse fare a meno di me. Eppure torno qui col Sorrento in panne perché lo amo, mentre tanti sono vissuti solo di apparenza. Il modulo che intendo adottare? A Sorrento ho sempre variato studiando anche gli avversari. Si diceva che non avevo un concetto di gioco ben chiaro ma i fatti mi hanno dato ragione. E anche oggi sono tanti gli allenatori eclettici. Ho fatto una tesi a Coverciano sul 4-3-1-2 parlando proprio del mio Sorrento. Qui potevo utilizzare questa idea tattica perché avevo i giocatori per farlo. Ma bisogna adattarsi alle caratteristiche dei giocatori e degli avversari. Sapendo che, se all’epoca dovevamo vincere, ora invece dobbiamo guardare a certi equilibri pur scendendo sempre in campo per i tre punti. Ho poco tempo e devo fare le cose semplici: il Roccella gioca col 3-5-2, per questo penso che un 4-2-3-1 sia il modulo migliore per affrontarli. Hanno fatto 41 gol e nessun calciatore ha superato le dieci reti. Sarà dura. Hanno un difensore che ha fatto otto reti e sono molto bravi sulle palle inattive. Per noi è un piccolo problema perché non abbiamo molti centimetri, quindi dovremo stare attenti. La squadra è disponibile nei miei confronti ed è composta da bravi ragazzi. Sto lavorando molto sull’aspetto psicologico e sull’idea di restituire i singoli ai loro ruoli naturali senza sacrificarli. Non devo inventarmi nulla. Sono contento soprattutto di un aspetto: in mattinata siamo rimasti negli spogliatoi per un’ora e mezza, tutti hanno parlato perché si facesse in modo che si buttasse fuori ciò che si aveva dentro. I ragazzi vogliono lavorare ed apprendere, ciò mi rende fiducioso”.

Chiosa di Vuolo: “Il Sorrento è in regola coi pagamenti fino a gennaio, grazie a D’Angelo. Se siamo qua è grazie a Dionisio, siamo della stessa città e ci ha fatto appassionare al Sorrento”.

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