SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Vittoria doveva essere e vittoria è stata. La squadra era intenzionata ad ottenere i tre punti, senza pensare a tutte le altre difficoltà. Perché in campo si va per battere l’avversario e il Sorrento così ha fatto. Non si può dire che il derby con la Battipagliese sia stato esaltante dal punto di vista del gioco e dello spettacolo, ma è bastata una bella iniziativa di Caraccio, nel primo tempo, per ritornare al successo. Complice anche la poca reattività del portiere avversario, l’argentino ha timbrato per la quarta volta il cartellino e poi si è pensato ad amministrare il vantaggio. Tante volte, anche quando si conduceva il risultato, abbiamo visto il Sorrento continuare ad imperversare nella metà campo avversaria con l’obiettivo di chiudere le partite e di demolire i dirimpettai. Contro le zebrette di Battipaglia è stato diverso, si è pensato a tenere i reparti compatti e legati tra di loro, facendo sì che tutti, a partire dagli attaccanti, dessero una mano in fase di copertura. La tattica ha premiato, perché Lombardo non è stato chiamato a grandi interventi, la Battipagliese ha creato qualcosa solo su alcune disattenzioni dei rossoneri. Per il resto, anche dopo il vantaggio firmato Caraccio, la gara ha continuato ad essere lenta e anche un po’ bruttina ma ai costieri cosa importava? L’importante era disinnescare gli avversari, tenerli il più possibile lontani dalla propria porta e far passare i minuti senza troppe ambasce. La grande assente è stata l’intensità, da ambo le parti, ma era chi soccombeva ad avere la necessità di alzare i ritmi. Le sorti della contesa, dunque, sono state determinate da un episodio, del resto le gare si vincono anche così, senza brillare ma sfruttando un’unica occasione. Il fatto, poi, che si sia ritornati alla vittoria pur in assenza del capitano Vitale (peraltro il miglior marcatore della squadra), è un’ulteriore dimostrazione di come questo Sorrento abbia valori importanti e non sia da considerare da bassa classifica. Se vogliamo rimarcare un altro dato positivo è il fatto che, nelle ultime quattro partite, si sia subito gol solo contro l’Akragas, segno che si sta curando con più attenzione la fase difensiva. Paradossalmente, proprio la sconfitta subita di misura contro la seconda forza del girone, ha fatto capire ai rossoneri di poter battere la Battipagliese interpretando bene la sfida e affrontandola con l’atteggiamento giusto sin dalle prime battute. Lo stesso si dovrà fare anche in casa del Noto, il fatto che si vada ad affrontare il fanalino di coda non deve trarre in inganno, sono passate ancora poche giornate e le risorse di orgoglio non sono ancora esaurite, quindi, serve il miglior Sorrento per conquistare il secondo successo consecutivo. Ritornando brevemente a commentare la vittoria nel derby, va detto che la difesa ha disputato un’ottima partita: cresce l’affiatamento tra La Rosa e Garbini al centro della difesa, i due non hanno sbagliato un intervento, si è rivelata felice anche la scelta di schierare Alison basso a destra, mentre Caldore a sinistra è una garanzia per esperienza e disciplina tattica. A centrocampo, ancora una volta, ha signoreggiato Visciano, incoronato a fine gara da mister Sosa e giudicato di un’altra categoria, mentre Visone ha dovuto alzare subito bandiera bianca per un infortunio (speriamo non sia nulla di grave), sostituito da Iuliano che, palla al piede, è da lustrarsi gli occhi ma, in fase di non possesso, deve ancora migliorare. Bene anche i due esterni alti, Ferraro e Pasini, che hanno pensato più a fare densità che a proporsi in fase offensiva stanti i troppo compassati ritmi di gara. Anche Caraccio e Maio spesso indietreggiavano a centrocampo per conquistare palla e far salire la squadra, con il primo più abile palla a terra e il secondo sulle palle aeree. Buono anche l’impatto di Polichetti sulla partita, sicuramente il suo ingaggio permetterà al mister di avere più soluzioni anche in corso d’opera. Non una prestazione entusiasmante ma una pratica, i tifosi hanno apprezzato applaudendo i giocatori a fine gara, serviva una vittoria per ritrovare serenità. Anche perché, in vista del prossimo impegno, permette di avere la motivazione di ricercare la seconda vittoria consecutiva. Serve anche questo, in tempo di auto-motivazioni.

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