SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Pare che il punto di Lamezia Terme abbia soddisfatto un numero cospicuo di persone di fede rossonera, i commenti sono improntati all’ottimismo, come se si fosse stati corsari in casa di una squadra che attraversa un momento di evidente appannamento e disorientamento. Forse si è soddisfatti del passo avanti, cioè che non si è perso, perché meglio strappare un punto che uscire a mani vuote. Questo pure è vero.

OCCASIONE SPRECATA. Andiamo ad analizzare un po’ i dettagli. Come già scritto, si andava ad affrontare una Vigor Lamezia non al massimo della forma, anzi, un po’ scarica e con poche certezze anche per le tante defezioni. Ecco, a dover fare i conti con l’emergenza indisponibili era mister Novelli non Simonelli. A loro mancavano i giocatori migliori, a noi chi mancava? Imparato? Con tutto il rispetto per il giocatore, sicuramente di buon livello anche se non si sta esprimendo secondo il proprio valore, ma l’assenza di una pedina non può far passare l’idea di un Sorrento incerottato. Mancava Improta ma, a quanto pare, chissà quando rivedrà in campo, e l’Improta visto nelle ultime partite avrebbe avuto bisogno già da un bel po’ di tirare il fiato. Circa la prestazione, la squadra se l’è giocata a viso aperto, scendendo in campo con il piglio giusto, di chi vuole aggiudicarsi l’intera posta. Ma non si è riusciti a confezionare il blitz, le occasioni ci sono state ma non si è stati concreti, e poi sarebbe gradito, una volta tanto ma solo una, un episodio favorevole. Mezzo, neanche uno. Ciò che lascia perplessi è perché ci si è ritrovati in nove uomini mentre si provava a costruire il successo. Probabilmente, senza i due cartellini rossi, si sarebbe trovato il modo per scardinare il fortino lamentino e staremmo commentando un 2014 iniziato con un bel sorriso. Invece, per un istinto masochistico, ci si fa male da soli e ci si compiace. La sensazione è che, nel corso delle gare, qualcuno perda la testa quando le cose non girano per il verso giusto, così si mettono a repentaglio i campionati e, nella fattispecie, c’è addirittura la necessità di raccogliere ciò che è stato lasciato per strada. La rabbia aumenta se si pensa che, nonostante tutti i punti persi, vincendo in terra calabrese, l’ottavo posto sarebbe stato distante “solo” cinque punti.

TABU’ DA SFATARE. Archiviato questo pari, si può comunque ripartire avendo salvato almeno il morale in vista del doppio impegno casalingo. E qui si palesò la dolente nota. Si giocherà per due volte consecutive in quella struttura in cui sembra che si siano insediati i fantasmi che insufflano quanto di peggio possa esserci dal mondo dell’esoterico. Non ci si spiega come si possa soccombere sette volte su nove gare al “Campo Italia”, ora il calendario prevede due match lì, proprio lì, mica si ha intenzione di fare en plein? Non arriviamo all’impresa di un traguardo negativo senza precedenti, sarebbe un affronto troppo duro alla pazienza e alla dignità dei tifosi. Il primo avversario che arriverà in costiera è un’Aprilia che è ampiamente alla portata dei rossoneri. I pontini hanno imbrigliato, tra le proprie mura, una delle corazzate del girone come il Foggia, sintomo di una squadra viva e in salute, ma non bisognerà permetterle di conquistare punti anche dalle parti di Via Califano. Perché poi sarà il turno del Cosenza, l’attuale seconda forza, una squadra che ormai può considerarsi già nella prossima Lega Pro, ma ciò non significa che regalerà qualcosa. Se non si chiede l’impossibile, sarebbe il caso di provare ad ottenere il massimo da queste due sfide, chissà magari con l’aiuto di qualche tassello nuovo, oltre a Innocenti. Mai come ora c’è un assoluto bisogno di ritornare a vincere in casa, per esorcizzare queste sindrome che sta funestando un campionato, tutti esclamano in coro che il Sorrento non merita questa posizione di classifica e che si scaleranno posizioni. È arrivato il momento. Non ci sono più alibi. Del resto noi siamo i primi a crederci ancora.

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