Un caffè con… Gianni Siniscalchi, giornalista di Corriere dello Sport e Il Mattino.

Gianni, benvenuto su TuttoSorento.com. Insieme a tuo fratello Tonino, rappresenti un tandem storico sulle vicende rossonere. Partiamo da un discorso generale. Come vedi questo Sorrento? Può risollevarsi?
“Sì, può risollevarsi, ma bisognerà verificare se sarà possibile sul piano finanziario rinforzare la squadra a gennaio con i giocatori giusti. Da fine ottobre l’attuale organico ha pagato i limiti tecnici dei singoli, gli errori in difesa nel finale di tante partite, la mancanza di un leader, una lunga serie di espulsioni per proteste inutili. Comunque, con più personalità e meno errori dei singoli, la squadra avrebbe potuto fare meglio”.

Come consideri la decisione di richiamare Gianni Simonelli in panchina?
“Il cambio di allenatore, innanzitutto, era necessario perché l’ultima fase della gestione Chiappino aveva portato quattro sconfitte di fila e la squadra sembrava alla deriva. Il ritorno di Simonelli ci può stare perchè in Lega Pro resta uno degli allenatori più esperti e stimati”.

Gianni Siniscalchi, quarto da sinistra.

Gianni Siniscalchi, quarto da sinistra.

Gli arbitraggi, soprattutto tra le mura amiche, sembrano penalizzare oltremodo il Sorrento. Quanto può condizionare negativamente la precarietà infrastrutturale dell’impianto rossonero? E’ solo dietrologia o, nel calcio, esiste davvero questa sorta di “sudditanza”?
“Premesso che certamente il problema dello stadio esiste, gli arbitraggi possono avere condizionato solo in piccola parte i risultati. Il Sorrento ha sfiorato due volte la B pur giocando allo stadio Italia e, quindi, i risultati positivi o negativi dipendono dalle potenzialità tecniche della squadra che viene allestita. Nelle ultime due stagioni, il Sorrento ha dovuto puntare sui giovani per esigenze di bilancio: così è più difficile fare grandi risultati”

A proposito, una domanda che faccio a tutti: credi davvero nel progetto di restyling del Campo Italia?
“Sarà il tempo a stabilire se si arriverà a realizzare il progetto. Di regola nessuno può prevedere il futuro”.

Gianni, insieme a tuo fratello Tonino, avete scritto un libro sulla storia del Sorrento che è un autentico scrigno dei ricordi. E’ vero che è pronto già il sequel? Se sì, quando verrà pubblicizzato?
“No, il sequel non è pronto. Il libro già pubblicato ha richiesto sacrifici di tutti i tipi, condivisi con l’editore Giovanni Petagna, senza ottenere, secondo me, adeguate gratificazioni. Le soddisfazioni più belle sono arrivate dagli apprezzamenti personali dei tifosi e dei sorrentini che vivono lontani dalla costiera, anche all’estero. Un altro libro sarà difficile pubblicarlo anche per i costi”.

A proposito, c’è un aneddoto che non viene riportato nel vostro libro, che ti senti di raccontare in esclusiva a TuttoSorrento?
“Sì, gli inviti del dottor Andrea Torino a Canale 21 negli ultimi anni della sua vita, prima di lasciarci nel marzo 2005. Tutte le volte mi ripeteva: ‘Ho sbagliato nell’anno della B a smantellare la difesa che ci aveva portato tra i cadetti cedendo giocatori come Mamilovich e Fiorile”.

Gianni, in tanti anni di cronaca rossonera, quale calciatore ti è rimasto particolarmente impresso?
“Sono due. Uno è Nando Scarpa perché ci ha regalato giocate favolose. L’altro è Paulinho che ha segnato 39 gol in due campionati, 15 nella prima e 24 nella seconda. All’inizio Paulinho non buttava mai la palla dentro, ma poi ha entusiasmato tutti portando il Sorrento a un passo dalla B. Il suo infortunio impedì di giocare alla pari la doppia semifinale con il Verona di Mandorlini”.

Gianni, torniamo al presente. Cosa manca a questo Sorrento da ricercare sul mercato di gennaio?
“Servirebbero elementi che consentano di fare un salto di qualità. Per i ruoli, direi: un portiere, un difensore e un attaccante centrale che sappia fare i gol di rapina per sfruttare meglio la fase offensiva della squadra”.

Quale invece la nota positiva che più ti ha colpito della squadra?
“I tanti gol segnati, che potevano essere di più, nella fase iniziale con Chiappino. Maiorino, tra i tanti nuovi arrivi, mi è sembrato finora la scelta più indovinata”.

Faccio la stessa domanda che ho fatto anche a tuo fratelli Tonino: esiste davvero un futuro del calcio a Sorrento?
“”Spero di sì, ma è un discorso che va rimandato a fine stagione. Va ringraziata, intanto, la dirigenza che ha gestito la squadra dalla scorsa stagione perchè ha fatto finora grandi sacrifici e merita rispetto”.

Quando le testate con le quali collabori, inviano corrispondenti al campo Italia, un po’ ti imbarazza accoglierli sulle tavole di ponte?
“Rispondo così: ho provato amarezza in occasione delle due semifinali casalinghe dei playoff per la B con il Verona e il Carpi. Due eventi che meritavano uno stadio migliore dopo i sacrifici affrontati da Mario Gambardella e dal figlio Attilio con gli altri dirigenti”

Grazie mille, Gianni.

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