SERVIZIO DI STEFANO SICA

Non giriamoci tanto su: FC Sorrento-Città di Nocera non sarà una partita come le altre. Guai, per carità, a caricarla di aspettative smisurate o di significati estremi. Comunque vada, per entrambe sarà stata solo un’altra tappa marcata sulla strada di un percorso ancora troppo lungo e insidioso. Tuttavia sarà gara per palati fini, che attirerà curiosi ed addetti ai lavori per la qualità dei valori in campo e per la simbologia storica che le due contendenti possono ostentare in maniera persino speculare. Da un lato i molossi di Pasquale Esposito, figli legittimi della vecchia Nocerina e riunitisi in estate sulle fondamenta di un progetto ambizioso come non poteva essere altrimenti in una città affamata di grande calcio e di trionfi. Dall’altro, l’idea di Franco Giglio di far rinascere il pallone in costiera, anch’essa coltivata da almeno un anno ma concretizzata solo ad inizio luglio. Perché, comunque la si pensi, il suo FC è oggi l’erede diretto e di diritto di un Sorrento Calcio colpito al cuore dai tanti faccendieri di turno e oramai esanime. Cammini paralleli, dunque, che il destino ha voluto convergenti e allo stesso tempo divergenti per legittima alterità sportiva. Strade che si incrocieranno per la terza volta in questa stagione dopo la doppia sfida di Coppa.

Sul campo, per ora, molossi e costieri stanno rispettando programmi e curando oneri ed onori di cotanto blasone. Il cordone ombelicale con le altre squadre è stato del tutto reciso: non ci sarà una terza incomoda nonostante l’esuberanza del San Vito Positano, le qualità del Montesarchio (ammirate anche al campo Italia) o l’imprevedibilità della US Scafatese. FC Sorrento e Città di Nocera condividono il primato, la solidità della difesa (appena tre gol presi) e l’eccellenza del reparto offensivo dove il tridente Scarpa-Vitale-Gargiulo ha totalizzato 20 centri a fronte dei 17 timbrati dagli omologhi molossi Carotenuto, Marcucci e Majella. Una differenza replicata quasi scientificamente anche nel tabellino dei gol segnati (25 per i costieri, 22 per i nocerini). Ma colpevole chi trascura anche i duelli personali negli altri reparti: in difesa, quello interno alla doppia coppia Cuomo-Cacace e Scognamiglio-Arpino, con l’esperienza di Criscuolo e Maury a completare il mosaico, senza contare gli apporti di Vanin e Ferrentino. In mediana, se la vedranno la regia di Maisto con quella di De Liguori, la versatilità di De Rosa con quella di Lordi, la classe di Temponi con lo spessore di Di Pietro, l’esplosività verde del duo Lettieri-Iuliano con quella di Esposito. In attacco, Fragiello e Scibilia sono i tasselli giusti per rendere più appetitoso il roster. Come dimenticare, poi, i tanti ex che scenderanno in campo. Più tra i molossi, in verità, che presenteranno Lettieri, Iuliano, De Angelis e Vitolo, oltre al preparatore dei portieri Amedeo Petrazzuolo (l’eroe di Benevento nello spareggio con l’Internapoli) e ad una nutrita parte della compagine dirigenziale. Nel FC Sorrento c’è il solo Scarpa che, per la verità, vanta un passato lontanissimo nel vivaio della Nocerina, vent’anni fa. Anche nei match di Coppa Campania le due squadre rossonere si sono tutto sommato equivalse, con un maggior predominio costiero a Sorrento ed un Città di Nocera più arrembante al “San Francesco” prima di cedere nella ripresa alle difficoltà atletiche di alcuni singoli.

Forse una differenza c’è, fatta salva l’equivalenza tecnica delle rose. E risiede nelle dinamiche che hanno portato ambedue a stabilizzarsi in vetta. Tutto ciò al netto delle trasferte pareggiate a Palma Campania (i molossi) e Pontecagnano (i costieri). Dei 24 punti accumulati finora da entrambe (quindi senza considerare l’unico pari fuori dalle mura amiche), il FC Sorrento ne ha conquistati ben 22 chiudendo i giochi già nel primo tempo. Solo a Massa Lubrense è stata decisiva la ripresa con i sigilli di Vitale e Gargiulo per il 2-0 finale. Diverso il discorso per il Città di Nocera, al quale i secondi tempi hanno portato in dote ben 8 punti su 24 (Scafatese 1922, Castel San Giorgio, Valdiano e S. Antonio Abate). Peraltro, in tutte e quattro le sfide, con gol decisivi arrivati nell’arco degli ultimi 20 minuti. In due casi addirittura al 90′, segno di sofferenza e maggior equilibrio in campo. La fortuna aiuta gli audaci, ci mancherebbe. E forse i molossi questa buona sorte se la sono guadagnata col carattere, la ferocia e un certo tipo di mentalità che ha messo sotto al tappeto le difficoltà di gioco emerse in queste settimane. Chissà, ma tant’è se sono i numeri a certificarlo. Di sicuro i costieri, all’inverso, i loro successi se li sono guadagnati sempre al culmine di una superiorità evidente, non ogni volta schiacciante ma più costante e lineare. Anche se alla fine contano i risultati, giudice supremo ed inappellabile. Primi, va da sè, non si è mai per caso.

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