SERVIZIO DI MAURIZIO LONGHI. FOTO DI CARMINE GALANO. Chi era presente agli allenamenti, era abituato a vederlo in pantaloncini e calzerotti, ancora in veste di calciatore. Invece, per la prima giornata di campionato, il Pampa Sosa ha deciso di indossare abiti eleganti, in linea con il suo stile. Camicia bianca e pantalone classico, come a volersi preparare bene per un grande appuntamento. Del resto, era prevedibile che fosse emozionato al suo debutto da allenatore in una gara di campionato che, peraltro, aveva preparato bene. Non poteva mica aspettarsi che uno dei suoi uomini migliori (Frison, autore anche di un’ottima prestazione), commettesse un solo errore pagato a carissimo prezzo? E, nella ripresa, vedendo l’inconsistenza del reparto avanzato, ha provato a mischiare le carte inserendo Maio al posto di un esterno di centrocampo (Pugliese), e schierando un tridente che ha messo anche Caraccio, un pesce fuor d’acqua fino a quel momento, nelle condizioni di essere più incisivo. Si può dire tranquillamente che il risultato sia stato bugiardo, non si sa quanto meritasse più il Sorrento di pareggiare o il Marcianise di non vincere, sta di fatto che, a fine gara, era inevitabile avere l’amaro in bocca. In costiera si respira un’aria di perenne tensione, molti non si identificano in questa società e tacciano i nuovi dirigenti di ogni nefandezza possibile. Non resta che prendere atto di questo clima da inquisizione e sperare che passi in fretta, anche se qualcuno spera che passi in fretta questo nuovo corso, nato non solo tra lo scetticismo, ma tra accuse e ostilità. In questa situazione di certo non facile, il Pampa Sosa sta cercando di tenere il gruppo unito e di non fare in modo che le tensioni filtrino anche all’interno dello spogliatoio. Perciò era importantissimo non uscire sconfitti, in questi casi un pizzico, ma proprio un pizzico di buona sorte è gradita, invece, gira completamente al largo dai colori rossoneri. E non è più una novità. Alla fine, non si è riusciti ad evitare il ko contro un Marcianise che manco lontanamente è sembrato superiore al Sorrento e, a fine gara, mister Sosa ha abbracciato i suoi ragazzi, li ha radunati in un cerchio e chissà cosa gli avrà detto. Sicuramente ci ha tenuto che andassero a ringraziare i sostenitori presenti nel settore ospiti, un gesto di apertura verso chi c’era e non solo. Era un segnale anche per chi non era presente, per far capire che c’è bisogno dell’apporto di tutti per rasserenare il clima e marciare tutto verso un’unica direzione allo scopo di rendere il Sorrento nuovamente una bella realtà anche a livello calcistico. Mister Sosa ha dimostrato ancora una volta attaccamento e professionalità alla causa, non a caso ha dichiarato di essere innamorato di questa squadra, anche dei suoi difetti. Perché si amano anche quelli, come si amano i colori, come si ama la maglia. E quell’abbraccio a fine gara, con ancora tanta rabbia in corpo e la mente poco lucida, è stato un grande atto d’amore.

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