Parte il countdown: -6 all’inizio del campionato. L’attesa è tanta, come le aspettative per una stagione che i rossoneri sono chiamati a recitare da protagonisti. Il lavoro da fare, però, è tanto e guai, per il tecnico rossonero Mario Turi, a parlare di promozione. Almeno per ora.

L’ANALISI POST ALFATERNA PAGANI – “Nel primo quarto d’ora abbiamo fatto un po’ di fatica nelle uscite da dietro perché il giropalla era lento e sterile. Arrivavamo sui terzini, mentre dovevano essere i difensori centrali a prendere l’iniziativa ed a portare palla. Quando si è iniziato a fraseggiare senza forzare la giocata sulle punte, abbiamo guadagnato campo avvicinandoci meglio all’area di rigore avversaria. E, con la qualità di cui disponiamo, sono fioccate le soluzioni. Preferisco salire col palleggio e con la palla a terra per non correre il rischio di spaccare la squadra e di allungarla. Solo in casi estremi, ci sta bene l’uscita con la palla su Marcucci o Favetta”.

SORRENTO IMPIETOSO – “Era normale,  non possiamo giocare solo 45 minuti. Bisogna pigliare il piede sull’acceleratore fin quando se ne ha nelle gambe. Se manca la benzina per reggere i 90 minuti, ci sono delle alternative valide in panchina. I ragazzi che sono entrati hanno fatto intravedere qualità importanti, ma devono e possono crescere. E devono farlo alla svelta per alzare il tasso di competitività nel gruppo”.

CATENA DI DESTRA DEVASTANTE – “Savarese è un elemento che dobbiamo cercare di continuo. Lui più gioca palloni, più evidenzia le sue qualità. Cappelluccio è un ragazzo dotato di corsa e, quindi, queste sovrapposizioni con Savarese sono un dato da riprovare negli allenamenti e in partita. Quando gli avversari si chiudono, puoi fare fatica ad entrare centralmente. E allora devi provare il due contro uno sull’esterno. E lo abbiamo fatto bene. Abbiamo una batteria di 6 attaccanti. Possiamo giocare con due punte vicine, come abbiamo fatto con Marcucci e Favetta. Questo ci può aiutare quando dobbiamo avere una forza d’urto davanti e quando ci serve un’uscita con una palla lunga, e in questo caso il doppio riferimento offensivo è una cosa fondamentale. Quindi possiamo schierarci con tre attaccanti che possono essere larghi o vicini. Le stiamo provando un po’ tutte anche perché probabilmente, durante la stagione, qualche grattacapo gli avversari ce lo creeranno. E non voglio che la mia squadra sia prevedibile. Le soluzioni sono tante, anche se dobbiamo perfezionarle tutte”.

OBBLIGATI A VINCERE – “Se ho fatto la scelta di restare, è perché non mi piace perdere. E’ la voglia di provare a migliorarsi, di superarsi. Solo dopo una decina di giornate emergeranno i valori di chi realmente potrà vincere il campionato. I nomi sulla carta contano poco o nulla, sia per noi sia per gli avversari. Siamo una buona squadra, come lo è l’Ebolitana. Ma ce ne sono anche altre. E ci sono piazze abituate a fare questi tipi di campionati. Ci sarà da sudare e da lottare perché niente è scontato. Troveremo battaglia su tutti i campi e dovremo essere pronti a darla anche noi con mentalità e cattiveria. Gli avversari andranno aggrediti con spirito di squadra, e non singolarmente. Con i singoli e i nomi non si vince niente. Se un giocatore viene meno in una partita importante, rischi di steccare una stagione intera. Deve crescere il fattore squadra come compattezza di idee e collettivo, oltre che come manovra e possesso”. (FOTO DI CARMINE GALANO)

 

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