Tante occasioni create nel primo tempo e che, se concretizzate, avrebbero potuto far vivere al Sorrento una ripresa più tranquilla. Questo in sintesi il rammarico principale del trainer rossonero Mario Turi, al di là di una squadra che ha mostrato comunque segni di crescita tra Paolisi e Carbonara di Nola.

PALLE-GOL INFINITE NEL PRIMO TEMPO – “Avevo chiesto ai ragazzi una partita come quella disputata mercoledì in Coppa. La squadra ha fatto di tutto per ripetersi e solo la sfortuna non ci ha concesso di chiudere prima la partita realizzando almeno una parte di quanto creato. Avremo calciato in porta almeno 12-13 volte e il loro portiere si è sempre superato. Tuttavia questa prestazione ha confermato quanto di buono fatto mercoledì: i ragazzi hanno capito che in questo campionato ci vuole cattiveria e che bisogna continuare su questa strada. Siamo una squadra con valori tecnici importanti che, però, riusciamo a far emergere solo quando mettiamo in campo la cattiveria di queste ultime due partite. Magari anche il rigore nel recupero può essere un segnale che qualcosa sta girando a favore anche dal punto di vista della fortuna”.

RIPRESA IN TONO MINORE – “Dopo il gol ci siamo sfilacciati. Un po’ per la voglia di recuperare subito la partita, un po’ per le energie che venivano a mancare. I giocatori in campo erano gli stessi che avevano giocato mercoledì. Quando calciatori come Marcucci e Favetta offrono prestazioni come quelle di mercoledì e con la Rinascita Vico, è chiaro che alla distanza possano pagare dazio dal punto di vista della lucidità, non riuscendo più a fare quel lavoro necessario per mantenere la squadra corta. Però ci hanno messo cuore e grinta. E’ stato già un miracolo rivederli in campo dopo le botte prese a Paolisi: Ciro, tra l’altro, ha giocato con un piede gonfio ed aveva un dolore all’anca”.

SULL’ARBITRAGGIO – “Non faccio mai polemiche con gli arbitri. Però a volte non c’è uniformità tra di loro: ci sono quelli che interrompono il gioco ad ogni minimo contatto e altri, come con la Rinascita, che fanno giocare nonostante braccia larghe e mani in faccia. E’ chiaro che quando affronti una squadra che contro di te caccia le unghie e i denti, usando queste armi per limitare il tuo potenziale, un arbitraggio di questo genere facilita chi la mette sul piano della difesa e della battaglia”.

SU ESPOSITO LAURI – “Peppe è un ragazzo che conosco dai tempi del settore giovanile della Juve Stabia. E’ stato fermo un anno dopo la rottura del legamento crociato del ginocchio e ora può solo crescere e migliorare. Trovando continuità coi 90 minuti nella gambe, ci darà sempre di più”.

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