SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Sono cose che non vorremmo mai scrivere, perché quando si muore a 28 anni su un campo di calcio, si fa sempre fatica a farsene una ragione. Ci si chiede una spiegazione che il mistero della vita non può dare, un mistero si chiama così proprio perché ha qualcosa che resterà sempre recondito. Proprio per questo, la società costiera ha deciso di far giocare la squadra con il lutto al braccio, scelta doverosa e inevitabile. Ciò di cui ci piace parlare sono le vicende che si concludono bene anche quando spaventano. Come quella che ha visto al centro l’avv. Francesco Turco che, dopo essersela vista davvero brutta (mettiamola così), ora è in un centro a Roma per la riabilitazione. Fa piacere apprendere che le sue condizioni di salute migliorino sempre di più, la speranza è che presto possiamo vederlo sulle gradinate del “Campo Italia”, significherebbe anche che il Sorrento è vivo e vigoroso. Squadra, tecnico e dirigenza hanno voluto dedicare la prima vittoria in campionato proprio al caro avvocato che, per ovvi motivi, non può essere presente ma che, considerata la determinazione con cui ha superato le ore più critiche, smania dalla voglia di esserci. Altrimenti, alla conferenza di presentazione, non avrebbe esordito assumendosi tutte le responsabilità della situazione, lo fa solo chi è convinto di ciò che sta facendo ed è disposto a fare tutto perché riesca bene. Nella vita, è bello pensare che nulla accada per caso, che tutto sia frutto di un disegno a noi incomprensibile. Chissà che la vita non abbia spaventato Turco di proposito, perché aveva bisogno di staccare la spina e di stare con la famiglia, lui che considera “fare il papà” il suo vero mestiere. Nulla può essere anteposto al sorriso di un figlio, proprio perché nulla può essere paragonato all’amore che un genitore nutre per la propria prole. Doveroso dedicargli i primi tre punti, come è doveroso dedicarli anche a chi era presente sugli spalti. Quei tifosi che hanno scelto di stare dalla parte del Sorrento perché l’amore prevale sempre su tutto e, quando la propria squadra si batte in campo, la si sostiene indipendentemente da tutto. E poi un conto è vedere la nave affondare e voler evitare la sofferenza di assistere all’inabissamento, un altro è giudicarla inadeguata per solcare mari quando si è ancora al lavoro per metterla a punto. La migliore azione sarebbe quella di valutare ciò che il Sorrento fa in campo perché, ad onta di alcune voci, c’è un Sorrento. E vince anche le partite.
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