Tra lo stupore e lo scetticismo generale è stato richiamato sulla panchina rossonera per dare uno scossone ad una stagione che stava incanalando un pericolosissimo binario morto. Gianni Simonelli, detto il “professore” per la sua laurea in lettere classiche, non è riuscito a dare la sterzata necessaria nonostante qualche rinforzo in organico ed aver definitivamente archiviato il discorso “età media”. Anzi, i numeri sono tutti a suo sfavore ed il Sorrento si avvicina sempre di più al baratro della serie D. Sette punti conquistati nel girone di ritorno, quello che doveva essere della rimonta impetuosa e dell’orgoglio. Nel girone di andata eravamo allo stesso punto (7 punti in 6 gare) ma con una notevole differenza: con mister Chiappino in panchina la squadra rossonera riusciva ad esprimere un bel gioco e prolificità sotto porta (11 reti) ma nel contempo concedeva anche troppo (10 reti). Simonelli infatti sta riuscendo a far peggio: -1 la diffrenza reti ma appena 3 reti segnate, con un attaccante – Musetti – che può essere considerato un lusso (certamente per l’ingaggio) per la categoria ed un rinforzo, D’Anna, che certamente avrebbe fatto comodo ad inizio stagione. Il dato più preoccupante e allarmente riguarda però la manovra di gioco. Inesistente, se non inguardabile come il 3-5-2 che per nulla si abbina alle caratteristiche dei calciatori a disposizione. A Siena hanno tutti i motivi per mettere in discussione il premio di valorizzazione di Canotto, ultimo capocannoniere del torneo di Viareggio, obbligato a fare terzino. Per non parlare di Catania e Maiorino.

E’ dalla prima sconfitta che il ritornello è sempre lo stesso: “I limiti di questa squadra sono soltanto mentali”. Lo diceva Chiappino, gli ha fatto eco Simonelli, più per comodità che per convinzione poichè il Sorrento delle ultime uscite dimostra di meritare ampiamente l’impietosa posizione di classifica ed una sempre più prossima retrocessione.

La domanda che naturalmente nasce, ed è la prima che poniamo agli artefici di tutto ciò (leggasi D’Angelo e Scala), è breve e concisa: “Perchè?”

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