DI STEFANO SICA (FOTO DI CARMINE GALANO)

PEZZELLA 5,5 – Luci ed ombre. E’ tonico e decisivo in alcuni interventi ma potrebbe fare qualcosa in più sulla parabola vincente di Buonomo. Magari stare qualche passo più indietro, anche se in questo caso paga i pochi centimetri. Superficiale quando rinvia tra i piedi di Cioffi che lo beffa concludendo in modo irregolare a rete.

AMMENDOLA 5 – Passa da destra a sinistra dopo l’intervallo ma il risultato è ugualmente disastroso sia in fase di contenimento sia di accompagnamento dell’azione.

BANCO 5,5 – Ci mette tanta volontà ma la sua condizione non è ancora al massimo. Si perde Cioffi ad inizio gara (ed è il primo dei tanti pericoli creati dal Sant’Agnello) anche se poi tenta di rimediare in extremis con l’aiuto di Pezzella. DAL 1′ st PARADISONE 5 – Mette in enorme difficoltà Terracciano quando è molle nel recuperare su Di Capua, che poi manda Lauro a tu per tu con Pezzella. Prestazione da dimenticare.

VITIELLO 5 – Sbaglia troppi passaggi, è negativo in fase di interdizione e non fa mai girare la squadra come si deve. Proprio un suo disimpegno orizzontale errato provoca un blitz immediato dei biancazzurri costringendo Fontanarosa al fallo da giallo.

ARPINO 5,5 – Un buon inserimento di testa nella ripresa, come piace a lui, e nulla più. Naufraga nella giornata choc dei compagni e in una fase difensiva tutt’altro che ineccepibile.

TERRACCIANO 5,5 – Consente un’inzuccata troppo facile a Scala nella ripresa, quando il Sant’Agnello ha ancora il dominio delle operazioni. Salisse qualche metro, quando Di Capua verticalizza a metà campo per Lauro che poi si invola verso Pezzella, metterebbe l’attaccante in fuorigioco. Invece il numero uno rossonero è costretto ancora agli straordinari. DAL 27′ st MINICONE 6 (nella foto) – L’unico a meritarsi la sufficienza, rapportato ai pochi minuti che gli vengono concessi. Sfonda due volte a sinistra e in entrambi i casi riesce a servire a Vitale palle invitanti. Considerate anche le recenti prestazioni, non sarebbe avventato pensare che avrebbe meritato di essere gettato nella mischia un po’ prima, con un Sorrento amorfo e improduttivo.

SERRAPICA 5,5 – Pochi 35 minuti per giudicarlo appieno. Ma in quel frangente non entra mai in partita. Non giocava da tempo e non poteva essere già brillante e determinato. DAL 35′ pt MARCUCCI 5 – Non vive evidentemente una fase di grande freschezza dal punto di vista fisico e mentale. Dopo non aver brillato a Cervinara, buca anche il derby coi biancazzurri. E il paradosso è che, pur provando spesso il Sorrento la carta delle palle alte, non ne becca una ed è fuori dal gioco.

FONTANAROSA 5 – Il suo ritmo è monocorde e lento. Non lotta, è appannato e timido. E non si vede se non per qualche conclusione velleitaria dalla distanza. Assolutamente impalpabile.

VITALE 5,5 – Ha quantomeno il merito di essere l’unico rossonero (nel senso letterale del termine) che conclude verso la porta di Belviso. A volte è impreciso e poco lucido. A volte è solo sfortunato. Rispetto ad altri, pur non emergendo chissà quanto, fa un figurone. Gioca centralmente servendosi principalmente di palle alte. Logico che non possa fare il predatore in questi casi.

SCARPA 4,5 – E’ la delusione più grande di questo derby ma, più in genere, di questa fase crepuscolare che vive il Sorrento. Peccato perché questa stagione l’aveva iniziata nel migliore dei modi. Poi si è andato man mano spegnendo, non garantendo quel contributo che tutti si sarebbero aspettati. Due gare, tra Cervinara e Sant’Agnello, senza grinta, senza nerbo, senza spunti. Male per uno come lui.

SAVARESE 5 – Si accende e si spegne come di consueto e, in definitiva, si fa notare solo per l’assist che Vitale scarica verso la porta di un Belviso miracoloso. Poi il buio.

COPPOLA 5 – Stavolta non è immune da colpe. Avventato, in una gara da sangue e arena, dare fiducia dall’inizio a due elementi che il campo non lo vedevano da un po’: Banco (che era entrato solo a partita in corso a Cervinara dopo un lungo periodo di inattività) e Serrapica. Peraltro l’avvicendamento di Banco con Paradisone, al termine del primo tempo, suona come un passo indietro doloroso rispetto alle scelte iniziali. Il Sorrento per 60 minuti gioca con una presunzione e una sufficienza sconcertanti. E viene giustamente punito per la propria arroganza. Stucchevole anche il ricorso sistematico ai lanci lunghi per l’episodio casuale in area di rigore. Squadra senza carattere e con poche, e confuse, idee in fase avanzata. Al tecnico di Castellammare va dato atto di non vivere di gerarchie, a differenza di tanti suoi colleghi. Ora vada avanti. Magari sperimentando solo quando è strettamente necessario. Tuttavia la figuraccia col Sant’Agnello dei giovani e dell’entusiasmo, sarà difficile da cancellare per molto tempo.

 

 

 

 

 

 

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