SERVIZIO DI STEFANO SICA Otto minuti surreali e disastrosi costano la prima sconfitta in campionato per il Sorrento, che cade a Palma Campania nell’anticipo della terza giornata del girone B di Eccellenza. 2-1 il risultato finale per i rossoneri di Sasà Soviero che, per certi versi, vendicano il rotondo 3-0 subìto nell’ultimo match dello scorso campionato al campo Italia. Solo illusoria la rete del vantaggio di Favetta, che i costieri hanno pensato di gestire fino alla fine facendolo, però, poco e male. E sottovalutando la reazione di orgoglio degli avversari, che pure avevano chiuso la sfida con ben cinque under in campo. Palmese che, in definitiva, ha vinto col minimo sforzo. Svegliandosi realmente solo negli ultimi 10 minuti dopo un secondo tempo anonimo, che i rossoneri avevano anche sparigliato meritatamente prima di consegnarsi mani e piedi ai padroni di casa. Nel Sorrento, mister Turi tiene per la prima volta in panchina Favetta dall’inizio della stagione, puntando sul tridente Scarpa-Marcucci-Savarese. In porta c’è l’ex Santaniello mentre in mediana la cabina di regia è affidata a Vitiello e l’interdizione a Di Capua e Temponi. Confermati sulle fasce, dopo il match col Santa Maria Cilento, Cappelluccio e Ammendola, con Terracciano e Arpino al centro della difesa. Nella Palmese si vede il nuovo acquisto Babù, che agisce da esterno offensivo a destra nel 4-3-3 di Soviero, con Malafronte al centro dell’attacco. In difesa non c’è D’Aniello: lo rimpiazza Manzo, che agisce in coppia con l’altro neo rossonero Nando Salvati. La Marca fa il metodista e il semprevede Gelotto agisce da interno destro. Tra i pali ci va Afeltra. Neanche il tempo di respirare il profumo dell’erba che il Sorrento reclama un rigore: Arpino spara un missile che Salvati tocca con un braccio, ma il direttore di gara, il signor Esposito di Torre Annunziata, lascia correre. Il tiro di La Marca si spegne abbondantemente a lato e, da quel momento, il Sorrento inizia a salire in cattedra ma non sfodera ritmi soddisfacenti. Le condizioni del manto erboso del Comunale sono disastrose e non facilitano il fraseggio di una squadra tecnica come quella di Turi, che mantiene costantemente il possesso palla ma è spesso di una leziosità esasperante. Scarpa però c’è, e a sinistra sfonda quando vuole: un suo cross è carpito da Marcucci il cui colpo di testa è telefonato e non crea problemi ad Afeltra. Lo stesso attaccante coglie poi male il traversone di Vitiello dalla destra, spedendo largo. Quindi è Temponi a raccogliere la corta respinta di un difensore, susseguente ad un cross di Scarpa, ma la sua conclusione va alle stelle. Il break della Palmese è affidato solo al duo Arianna-Babù: il primo pennella dalla destra, il secondo non ci arriva per un soffio a porta spalancata. Tutto sommato è l’unico rischio che si prende il Sorrento. Ma a tal proposito va sottolineata la prova del brasiliano, che ha vinto nettamente il duello col giovane Ammendola uscito spesso a pezzi dall’uno contro uno imposto dall’ex Lecce e Salernitana. Niente male per un giocatore che non disputava una partita agonistica da un paio di mesi e che dovrà, giocoforza, raggiungere col tempo la condizione migliore. Ma la classe è quella di un tempo. Un’altra sassata di Di Capua sfiora la traversa ma non è un Sorrento che piace. Sia per qualità di gioco (affidato eccessivamente all’inventiva di Scarpa) sia per intensità. Si predilige continuamente il fioretto: scelta sbagliata su un campo ridotto così male. La buona vena di Scarpa si conferma anche ai primi sospiri del secondo tempo: un suo traversone viene ciccato clamorosamente da Temponi, ben appostato al centro dell’area. E’ però un Sorrento che mostra più vivacità: Vitiello sfodera una punizione morbida che Arpino aggancia di testa non inquadrando la porta per un paio di centimetri. Soviero si gioca quindi la carta Laureto: fuori Arianna. Savarese, dopo 60 minuti di letargo, confeziona il suo pezzo forte di sempre, la sciabolata a giro: palla che termina di un soffio a lato. Per Turi, allora, è tempo di osare: a riposo Di Capua, dentro Favetta. Si passa dal 4-3-3 al 4-2-3-1. Soviero risponde dando fiducia al ’97, ex Sarnese, Salvato al posto di Malafronte. Ma è il Sorrento a passare, e tutto sommato con merito: l’intuizione di Temponi è sagace, la verticalizzazione un’incisione su tela, Favetta abbraccia tanta grazia e trasforma a pochi passi da Afeltra (72′). I 50 tifosi presenti in tribuna possono esultare. L’arbitro allontana il fisioterapista rossonero Giancarlo Colonna, “reo” di essersi seduto sullo scalino confinante alla panchina e, dall’altro lato, Babù esce tra gli applausi sacrosanti del pubblico per una performance tutto cuore e ardore. Prezioso l’inserimento di Temponi, sugli sviluppi di una punizione di Ammendola: inzuccata che non trova fortuna. La Palmese, dall’inizio del secondo tempo, non ha praticamente mai tirato in porta e il Sorrento si illude di poter addormentare il match senza sudare. Un errore colossale. Perché a cinque minuti dal termine, dopo un batti e ribatti singolare, arriva l’1-1 con una bordata velenosa da fuori area di Gelotto che si espande dall’alto verso il basso beffando Santaniello alla sua destra. Il tutto nasce da una rimessa laterale per “gentile” concessione di Savarese che aveva sbagliato un appoggio facile ad un compagno causando la replica veloce degli avversari negli ultimi 15 metri. In casa Palmese è l’apoteosi per un pari fino a quel momento utopistico. Per Gelotto, protagonista di una buona partita, è un momento di adrenalina pura da sfruttare al massimo: un siluro dalla distanza mette i brividi a Santaniello (pallone che esce di poco), poi un intervento deciso su Ammendola gli provoca l’ammonizione. Il Sorrento, però, è in tilt. E la Palmese, esattamente come dieci mesi fa, intuisce lo sbandamento rossonero e crede all’impresa. All’epoca fu solo sfiorata, stavolta si materializza in pieno: Salvato si beve Arpino a sinistra e, entrato in area, costruisce un diagonale che coniuga potenza e precisione. Palla nel sacco e costieri ko. L’abbraccio tra Soviero ed i suoi ragazzi è commovente e vigoroso a tal punto da procurargli il danneggiamento della camicia che ne esce visibilmente strappata. Dolci incidenti di percorso. E’ il 93′ ma, dopo pochi secondi, Esposito dice che può bastare sancendo la fine dei giochi. E la sconfitta meritata di un Sorrento che ha fatto emergere antichi mali e pericolose tendenze suicide.

Commenti

commenti