Un pomeriggio di sbadigli al campo Italia.
Sul rettangolo di gioco, i rossoneri non mordono ma dormono per tutti i novanta minuti.
In panchina, mister Simonelli sembra quasi cantargli la ninna nanna, incapace di scouterli nell’intervallo (in avvio di ripresa l’Aversa sfiora più volte il raddoppio) e neanche nell’assetto in campo. Un fondamentalista del 3-5-2 fino alla nausea, per la gioia degli avversari che hanno dimostrato di aver studiato bene i rossoneri fin dalle prime battute.
Ovviamente è in tribuna che il numero di sbadigli arrivano ad un numero indefinito e tra questi stoici spettatori di una prestazione a dir poco vergognosa spicca la presenza di un volto non nuovo alle gradinate del fatiscente stadio comunale. Presidente di un Sorrento, lontanissimo parente della compagine attuale, capace di saper divertire ma soprattutto emozionare la piazza rossonera. Stiamo parlando di Franco Giglio, l’uomo che affiancò Castellano per riportare la squadra rossonera nel calcio professionistico dopo 17 lunghi e duri anni nei dilettanti.

Entusiasmo ed Orgoglio sono queste le parole magiche che mancano a questa società. Con queste due componenti sono nate le più grandi soddisfazioni, guidate proprio dal carisma di Franco Giglio che avrebbe molto da insegnare all’attuale dirigenza. Lo sanno molto bene i tifosi rossoneri che a rivederlo al campo hanno provato una forte emozione: un mix di malinconia e – soprattutto – di speranza.

Giglio-Aponte-Rpnzi

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