SERVIZIO DI STEFANO SICA (FOTO DI CARMINE GALANO)

Epilogo amaro per il Sorrento che, al campo Italia, si fa raggiungere al 94′ dal Solofra dilapidando il doppio vantaggio maturato già alla fine del primo tempo con l’1-2 di Marcucci. L’ennesimo suicidio dei rossoneri ai quali sarebbe bastato un livello di attenzione e cinismo minimamente dignitoso per archiviare questa pratica. Per nulla trascendentale il Solofra, che nel primo tempo ha tirato una sola volta in porta e, nella ripresa, ha lasciato giardini sconfinati ai costieri, incapaci di mettere il timbro risolutivo sul match. Una gara a senso unico prima dell’intervallo. E surreale nella ripresa, quando la timidezza offensiva dei ragazzi di Mario Turi è risultata fatale. E con essa il bagaglio di errori-orrori tecnici che li hanno inevitabilmente condannati.

TORNANO ARPINO E TEMPONI – Rispetto all’ultima gara di Nola, mister Turi ripesca Arpino e Temponi piazzandoli in coppia rispettivamente con Cioffi (in difesa) e Vitiello (in mediana). Sulle corsie esterne agiscono Ammendola e Bolzan, con Santaniello in porta, mentre il tridente alle spalle di Marcucci è composto da Scarpa, Favetta ed Esposito Lauri. Panchina per Vitale, Fontanarosa e Catalano, tribuna per Serrapica. Il tecnico palermitano del Solofra, Francesco Messina, punta invece sul 4-3-3 con Liguori metodista e l’esperto Del Grande terminale offensivo. L’ex rossonero Carmine Polichetti agisce da ala destra.

SORRENTO CAVALLO PAZZO – Dieci minuti di fuoco. Tanti quanti servono al Sorrento per iniziare a progettare la fuga per la vittoria. In verità già dopo una manciata di secondi, i rossoneri potrebbero passare con una invenzione di Vitiello che mette a fuoco il corridoio dove c’è Esposito Lauri: il pallonetto delizioso sul secondo palo, con Gallone in uscita, non entra per qualche centimetro. Al 7′ il Sorrento sblocca la contesa con un colpo di testa di Marcucci che, su servizio di Scarpa, coglie l’angolino basso alla sinistra di Gallone. Prima tegola per i rossoneri: Vitiello si stira ed al suo posto entra Fontanarosa. Al 10′ arriva il raddoppio con una combinazione fotocopia: stavolta è Favetta a mandare in tilt Troisi e il traversone è oro puro per Marcucci che, sempre di testa, infila da pochi passi il portiere ospite sul primo palo.

CAPITANO CORAGGIOSO – Scarpa propone e dispone illuminando le trame offensive rossonere: prima una preziosa verticalizzazione trova l’anticipo coi piedi di Gallone su Favetta, poi un ennesimo cross è arpionato di testa da Marcuci (palla sul fondo), quindi un’altra accelerazione bruciante costringe Liguori a correre a vuoto e si chiude con una assistenza per Favetta che, di testa, scalda i guantoni di Gallone. Bisogna attendere un bel po’ per assistere ad un break propositivo dei gialloblù: Polichetti scappa a destra, mette un sontuoso pallone sul secondo palo e la botta in due riprese di Solazzo prima incappa nei piedi di Ammendola e poi viene neutralizzata da Santaniello. Ma non c’è partita, sotto ogni aspetto: tattico, agonistico, mentale. Al Solofra va dato atto di non voler speculare e di disporsi sempre corto e con una linea difensiva alta e che spesso obbliga i rossoneri al fuorigioco. Ma negli ultimi 16 metri la qualità latita. E il Sorrento continua la sua caccia al tesoro cercando con insistenza il tris ed esaltando l’irruenza benigna di Marcucci: l’ex Nocerina prima chiude fuori la sua conclusione dopo un servizio di Favetta, trovato a sua volta da Scarpa, poi spara a botta sicura un missile murato da Troisi. Sulla respinta si avventa Esposito Lauri: altra fucilata e palla che forse tocca una mano maldestra di un difensore gialloblù, ma si prosegue. Chiusura con la giocata a tre Scarpa-Marcucci-Temponi che mette in condizioni quest’ultimo di confezionare il siluro che Gallone pulisce in corner. Troppo stretto al Sorrento il 2-0, col Solofra alle corde e i rossoneri sempre affamati e tirati a lucido.

SOLOFRA D’ASSALTO COL NOCERINO RAPOLO – Dopo l’intervallo, mister Messina si gioca la carta Nicola Rapolo, esterno nativo di Nocera Inferiore (fuori Esposito). Mossa che si rivelerà azzeccata. E dal 4-3-3 si passerà al 4-4-2. Scarpa chiude alta la propria fiondata, poi chiederà il cambio per un malanno muscolare (dentro Savarese, con Esposito Lauri che cambia di corsia piazzandosi a sinistra). Ed è anche questo l’episodio che indirizzerà il match verso un esito infausto per i rossoneri. Non è un caso che, dopo 13 minuti, il Solofra trova il jolly che riapre la sfida: Solazzo piazza un pallone velenoso al centro dell’area dove Cioffi va a vuoto tentando un improbabile rinvio di testa e per Polichetti è facile girare alle spalle di Santaniello prendendosi beffe di Bolzan, piazzato alle calcagna a francobollarlo, e siglando il classico gol dell’ex. Rapolo inizia così a prendere confidenza con la porta disegnando una punizione chirurgica che Santaniello smanaccia in angolo. Il primo atto del dramma rossonero.

BARICENTRO BASSO, LUCIDITA’ A PICCO  – Il Sorrento, insomma, è un po’ intontito e resta più basso rispetto al primo tempo, provando solo ad infilarsi negli spazi lasciati aperti dagli ospiti. Una soluzione che però non viene praticata con lucidità e cattiveria. Forse un calo atletico, forse i soliti difetti di personalità. Ma inizia a scorrere, impietoso, il film già visto troppe volte in questo scorcio di stagione. Tuttavia sono i rossoneri a divorarsi l’opportunità di chiudere la partita con un doppio errore, nella stessa dinamica offensiva, prima di Savarese che, imbeccato da Fontanarosa, si impappina a pochi passi da Gallone, poi di Favetta il quale, sull’assist basso dell’ex Sarnese, spara alle stelle. Arriva quindi il momento di Vitale che rileva proprio l’ex Frattese. Il Solofra è però più audace del primo tempo e sfiora il pari con un tiro a giro di Liguori che si esaurisce di un soffio a lato. I ritmi sono tuttavia vibranti e la staffilata sul primo palo di Vitale, servito da Ammendola che nel frattempo aveva rubato palla a Rapolo, non centra la porta. Fatto sta che il Sorrento non è lo stesso del primo tempo perché, anziché fare la partita e tenere più bassi i gialloblù, preferisce attenderli da un baricentro più arretrato per poi rubare palla e ripartire. Un’altra conclusione a giro di Savarese è troppo telefonata per Gallone, quindi lo stesso esterno intuisce la sovrapposizione di Ammendola che costruisce il traversone perfetto per Vitale che sballa completamente il suo sinistro al volo. Brividi quando Santaniello para in due tempi la punizione dai 25 metri, non irresistibile, di Liguori (Avallone non arriva a chiudere il tap-in per una questione di millimetri). Fatto sta che le ultime battute della gara concedono ancora una volta a Vitale la possibilità di imprimerle il proprio sigillo, ma la sua girata appena dentro l’area, su sponda intelligente di Marcucci, sorvola di pochissimo la traversa. Sfortunato il collo piede al volo di Marcucci su punizione bassa di Savarese: palla in curva Sud.

IL VELENO NELLA CODA – Al 94′ la frittata che condanna i rossoneri ad un pari beffardo ed atroce: su una palla chilometrica buttata in avanti quasi per disperazione dai gialloblù, gli errori a catena di più di un giocatore di Turi sfociano nel fallo di Fontanarosa su Avallone praticamente all’altezza della linea bianca. Rapolo è prima furbo nel portarsi la palla fuori al cerchio dell’area, guadagnandosi una visuale più proficua per il tiro, e poi feroce nel fulminare Santaniello con una sassata sul primo palo. Lì dove è posizionato proprio il numero uno rossonero, che si fa gabbare ingenuamente regalando praticamente il gol al Solofra. Il 17/mo incassato dai costieri. Un’enormità per chi pretenderebbe di vincere un campionato. Ed è peraltro un colpo troppo forte per i giocatori, che stramazzano al suolo per diversi secondi. Increduli e disperati.

I TIFOSI NON CI STANNO – Il fischio finale del direttore di gara, il signor Ambrosino di Torre del Greco, arriva quasi immediato e scatena la contestazione degli ultras della Curva Sud e di quelli della Tribuna centrale. Nel mirino finiscono tutti: tecnico, giocatori e responsabile dell’area tecnica. C’è sconcerto, c’è disappunto. E soprattutto c’è un malumore che prima o poi doveva trovare una sacrosanta valvola di sfogo. Momenti di rabbia che Scarpa prova a sedare accettando un breve confronto coi tifosi che fanno capolino nel corridoio che porta agli spogliatoi e alla sala stampa. Per il Sorrento è l’ennesima occasione fallita per provare a tornare grandi, complice anche il pari esterno dell’Ebolitana con la Picciola. Un altro appuntamento bucato per mancanza di esperienza, cattiveria e lucidità. E forse di qualità e abitudine a vincere in alcuni singoli. Il Solofra festeggia, il Sorrento inizia a vedere la sua strada tremendamente in salita. E con morale ed autostima a pezzi.

SORRENTO  (4-2-3-1) Santaniello; Ammendola, Cioffi, Arpino, Bolzan; Vitiello (10′ pt Fontanarosa), Temponi; Esposito Lauri, Favetta (24′ st Vitale), Scarpa (6’ st Savarese); Marcucci.

A disp: Pezzella, Catalano, Paradisone, Minicone.

All: Turi

SOLOFRA (4-3-3) Gallone; Arzeo (36′ st Di Zenzo), Troisi, Esposito (1′ st Rapolo), Attianese; Cuomo (1’ st Bruno S.), Liguori, Avallone; Polichetti, Del Grande, Solazzo.

A disp: Giliberti, Sgaglione, Ciampolillo, Bruno D.

All: Messina

Arbitro: Pietro Ambrosino di Torre del Greco  (Cirillo/Maiorino)

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