SERVIZIO DI STEFANO SICA PER TUTTOSORRENTO.COM. C’è dunque Perugia-Sorrento dello scorso 14 aprile tra le gare che i Pm di Cremona tengono sotto stretta osservazione nell’ambito del quarto filone dell’indagine Last Bet. Un’inchiesta che ha impegnato le squadre mobili di ben 11 città e che ha portato a quattro misure di custodia cautelare, mentre restano calde le posizioni di diversi indagati eccellenti (Gattuso e Brocchi in primis). Il match, come noto, terminò 2-1 per i Grifoni grazie ad una rasoiata da fuori area griffata quasi in extremis da Fabinho. Proprio sulla vittoria umbra si era concentrata la maggior parte delle puntate degli scommettitori. Un po’ per il momento opaco dei rossoneri, che in sei partite avevano racimolato appena due punti restando nei bassifondi della classifica, un po’ per le ambizioni del Perugia, lanciato all’inseguimento dell’Avellino e speranzoso in una vittoria diretta del campionato. Tanto che il segno 1 era valutato intorno all’1.30 a fronte di un 5 per il pari e addirittura di un 12 per la vittoria degli uomini di Papagni. Torna ad aleggiare, quindi, il fantasma del calcioscommesse in casa rossonera, dopo la vicenda relativa al derby del 2009 perso al Menti con la Juve Stabia che già era costata una penalizzazione di due punti scontata nella stagione 2011/12. Una sanzione rivelatasi infausta, causa recenti disposizioni federali, anche ai fini di un possibile ripescaggio in Prima Divisione dopo l’ultima, cocente, retrocessione, e che si accompagnò alla squalifica di Cristian Biancone e Vito Spadavecchia, all’epoca attaccante e portiere della squadra di Simonelli. Ora, come allora, il Sorrento ne esce come parte lesa. Perché sconfitto sul campo e di conseguenza non beneficiario di una possibile combine. Anche perché, in base a quanto filtra, non risultano indagati tesserati del Sorrento, come del Perugia. “Ci sono oltre 50 partite del 2013 prevalentemente di serie minori con indicazioni di pronostico che si rivela giusto. Non voglio dire che si tratti di 50 partite manipolate di sicuro, ma nelle quale viene indicato il probabile risultato che poi si verifica”. Questa la premessa di Roberto Di Martino, Pm di Cremona, il quale però avverte: “Non si tratta solo di informazioni perché se lo Spadaro si comportava in un certo modo nel 2011, non può aver cambiato modus operandi”. E quale era, secondo l’accusa, la linea di condotta di Salvatore Spadaro, uno dei quattro arrestati nella notte tra il 16 e il 17 dicembre? Vendere pacchetti di partite agli scommettitori fungendo da mediatore tra il mondo delle scommesse e le società calcistiche (calciatori e dirigenti). E farlo sotto richiesta di cifre ingenti, corrispondenti ad un preciso tariffario che doveva servire a corrompere i calciatori coinvolti e ad assicurarsi un compenso per l’operazione svolta. Si vedrà. Molto dipenderà dal prosieguo delle indagini e dagli interrogatori di garanzia a cui saranno sottoposti gli arrestati. Alcuni dei quali potrebbero tirare in ballo nomi nuovi o aggravare le posizioni dei personaggi già indagati. Per ora l’unica certezza è che la gara col Perugia è entrata nella rosa degli eventi suggeriti agli scommettitori che facevano parte del giro malavitoso. Ma ancora non sono emerse responsabilità personali di tesserati. Il che potrebbe indurre a pensare, fino ovviamente a riscontri contrari, che la sfida del Curi (con l’indicazione della vittoria del Perugia) fosse stata segnalata solo perché viziata da un esito certo. Quello che poi, purtroppo, combaciò col verdetto del campo.

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