SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. È stato a Sorrento nel ’96-’97, in qualità di direttore sportivo, con Antonino Castellano presidente e Carlo Cuomo direttore generale. Lui è Sergio Picarone, doppio ex della sfida di domani, visto che ha lavorato anche a Battipaglia, sia l’anno scorso dove ha costruito un organico in grado di lottare per i piani alti della classifica, mentre nel ’92’-93′ era diesse di quella squadra che conquistò la C2. I fratelli Siniscalchi, nel loro libro storico, lo definiscono “indimenticabile per il suo cappotto di cammello alla Pesaola”. Fu un anno travagliato, sulla panchina fu riconfermato Vendittelli, poi ci fu il “torna a Surriento” di Rambone prima che si consumasse una rottura tra il vulcanico tecnico partenopeo e lo spogliatoio, rendendo necessario un ulteriore avvicendamento. Così, per la successione del tecnico della “gloria del Flaminio”, fu promosso Catello Di Somma, che allenava gli allievi rossoneri. Ma, a dispetto delle vicissitudini, quella squadra si piazzò al quinto posto per poi vincere campionato e coppa Italia l’anno successivo.

Sergio Picarone è la persona giusta da intervistare prima di Sorrento-Battipagliese e, in primis, gli chiediamo cosa si aspetta da questa sfida: “Credo che sarà una partita che non sarà ricordata per lo spettacolo tecnico, magari a farla da padrone sarà la tensione. Stiamo parlando di due organici che, in corso d’opera, hanno evidenziato tutti i loro limiti ma, se non si brillerà per qualità, ritengo che sotto il profilo dell’agonismo entrambe non si risparmieranno. La Battipagliese dovrà attaccare sin dal primo minuto per sbloccare il risultato visto che che deve vincere a tutti i costi per salvare la categoria, ma peserà l’assenza di un giocatore come Leone. Comunque, avendo visto alcuni allenamenti dei bianconeri, posso affermare che le zebrette stanno benissimo sotto l’aspetto atletico. Gli uomini di Pirone godono del vantaggio di potersi salvare anche con il pari ma rischierebbero tantissimo a giocare per lo 0-0. Ecco perché sono partite sui generis, un gol cambierebbe le carte in tavola dando inizio ad un’altra partita”. Mister Squillante dovrà fare i conti con assenze importanti, specialmente in attacco, proprio per questo chiediamo al direttore Picarone quali possano essere i fattori di rischio per il Sorrento e se c’è un nome che bisogna cerchiare in rosso: “Il Sorrento dovrà fare molta attenzione a Minnucci della Battipagliese, un attaccante che si è ritagliato uno spazio importante nelle file bianconere. I costieri devono cercare di essere ermetici in fase difensiva per depotenziare gli attacchi degli avversari i quali, dal canto loro, devono necessariamente trovare il gol. Credo che potrebbe essere questo il canovaccio della partita: una Battipagliese più offensiva e un Sorrento più sulle sue, in queste partite gli atteggiamenti possono fare la differenza. Che vinca il migliore!”.

Questo è il suo augurio, che prevalga la squadra che riesca a dimostrare, nell’arco della gara del “Campo Italia”, di meritare la salvezza. Ma, per chiudere, facciamo un breve e veloce amarcord e ci facciamo dire dal diesse battipagliese, cosa gli è rimasto di quell’anno in cui ha lavorato nella terra delle Sirene: “Conservo un ricordo bellissimo, ho operato in molte realtà ma Sorrento è stata una delle poche società dove ho potuto trovare una macchina organizzativa quasi impeccabile. Certo, era un periodo diverso, non c’erano tutti questi problemi e poi, chi come ma fa il dirigente sportivo, ha l’impegno di lasciare il segno. E posso dire che in quell’anno gettammo le basi per creare un gruppo vincente l’anno successivo. Mi porto dentro il ricordo di una società ben organizzata e di una piazza di fascino e civiltà, e mi preme citare una persona come Carlo Cuomo, il calcio attuale avrebbe proprio bisogno di un uomo come lui”.

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