SERVIZIO DI STEFANO SICA (FOTO DI CARMINE GALANO)

Sofferenza, paura e tensione senza fine. Poi l’urlo liberatorio e il sogno in cui immergersi senza molestie e interferenze di vario tipo. Il FC Sorrento, dopo essere uscito sconfitto dal “San Francesco” col Città di Nocera (1-2), è agli ottavi di finale di Coppa Italia (fase regionale) grazie al 3-1 del match di andata. Non senza patemi. Perché, specie nel primo tempo, i Molossi hanno fatto di tutto per rendere amaro il pomeriggio dei rossoneri. Con la forza della disperazione di chi sa di dover scalare una montagna, ma anche con ritmi elevati ed un impianto di gioco che ha tramortito i costieri soprattutto nei primi 30 minuti. Venuta meno la forza d’urto dei padroni di casa, anche per un evidente calo atletico, i rossoneri nella ripresa hanno iniziato man mano a prendere campo fino al sigillo di Gargiulo che significa nuovo derby col Massa Lubrense (andata il prossimo 4 novembre).

Per l’occasione, Turi rivoluziona il proprio assetto tattico come promesso alla vigilia, proponendo il 3-5-2 con Russo in porta e il terzetto difensivo composto da Micallo, Arpino e Scognamiglio, con Vanin a destra e De Gregorio a sinistra. In regia è confermato Serrapica con Temponi ed Esposito ai lati, mentre in attacco c’è il tandem Gargiulo-Vitale. L’inizio è choc per i costieri: Mozzillo inventa e Majella scappa via a Scognamiglio presentandosi da solo davanti a Russo che lo ipnotizza salvando miracolosamente la porta. Il Città di Nocera insiste, ha il predominio territoriale e un’intensità da capogiro che i rossoneri non reggono. Il 4-4-2 di Scotto (in panca al posto dello squalificato Esposito) sfonda in particolar modo sulla fascia sinistra dove Vanin e Micallo non trovano la posizione e subiscono le accelerazioni di un indemoniato Scibilia. Quando quest’ultimo mette dentro il pallone del vantaggio (13′) capitalizzando un’assistenza sublime di Carotenuto, gli ospiti si sono appena riposizionati a quattro in difesa ma soffrono ancora la ricerca dei meccanismi giusti. Tanto che Arpino si fa sorprendere dal taglio di Carotenuto lasciandosi l’uomo alle spalle, con Scognamiglio che non è lesto nella circostanza a stringere su Scibilia. A rendere il clima elettrizzante sono anche i 300 tifosi molossi presenti in tribuna, che incitano i loro beniamini ma prendono constantemente di mira Vitale e Scarpa (il fantasista torrese è sugli spalti perché squalificato). Alla mezz’ora Maisto rileva l’infortunato Serrapica e si piazza davanti alla difesa con Vanin, Esposito e Temponi che possono agire in mediana qualche metro più avanti. Ma la musica non cambia e la timidezza ospite non svanisce. Precedentemente il Sorrento si era fatto vedere solo con uno spunto di Esposito che, servito da Vanin, falliva colpevolmente da ottima posizione un passaggio orizzontale di pochi metri per un Vitale pronto a ribadire in rete. Insomma, i rossoneri si fanno imballare da troppe negatività psicologiche e subiscono il raddoppio non del tutto immeritatamente (43′): Esposito commette un fallo ingenuo su Carotenuto, beccandosi anche il giallo. Lo stesso numero 10 nocerino si incarica della battuta, una dozzina di metri all’esterno dell’area di rigore, e fulmina Russo sul secondo palo. Una perla frutto di uno schema: il Città di Nocera utilizza tre uomini in barriera con lo scopo di ostruire la vista al pipelet rossonero che infatti va a raccogliere il pallone finito in rete dopo aver percorso proprio la sua diagonale.

Finisce così il primo tempo e la sensazione, data più dalle dinamiche in campo che da un incauto pessimismo, è che il Sorrento possa essere costretto ad abbandonare la competizione. Maisto si prepara al tiro ma calcia malissimo e, dopo 10 minuti della ripresa, il tris sarebbe cosa fatta se Di Pietro non graziasse a pochi metri Russo spedendo il pallone a lato alla sua sinistra. In questo caso era stato Gargiulo a non controllare consentendo a Carotenuto di servire il mediano nocerino. Nel Sorrento, allora, esce Micallo ed entra Fragiello. Si torna al 4-3-3 con Vanin riportato sulla linea difensiva. E qualcosa cambia, complice anche la stanchezza che abbatte un avversario che giocoforza non può essere più esplosivo come nel primo tempo. Carotenuto molla per un problema muscolare (entra Marcucci) e dopo poco Majella cede il posto a Ferrentino. I nocerini si vedono con Scibilia (ancora lui) che scodella un pallone che Marcucci in girata manda a lato. Il Sorrento, che fino a quel momento aveva almeno provato a conquistarsi metri e iniziativa, batte concretamente un colpo solo quando l’inzuccata di Gargiulo, che nel frattempo aveva raccolto un traversone teso di Esposito, si stampa sulla traversa. Appena il legno respinge il pallone, Fragiello, appostato sulla linea di porta, spedisce incredibilmente alto. Sempre di testa, tra la sorpresa degli stessi difensori molossi. Una ragione in più per credere che non sia giornata. Poi succede quello che non ti aspetti: Vitale addomestica col destro una palla gettata a campanile per poi verticalizzarla immediatamente di sinistro per Gargiulo. Sull’invenzione principesca del numero 9 rossonero, la difesa di Scotto è sguarnita e per il golden boy di Turi è quasi un gioco da ragazzi gonfiare la rete (75′). Ci prova Vitale su punizione (Amabile smanaccia) e Gargiulo tenta il pallonetto (sfera che non inquadra la porta) vedendo il portiere nocerino fuori dai pali. Il forcing finale del Città di Nocera c’è ma produce un solo grosso pericolo per Russo, quando De Gregorio è fuori posizione e Scognamiglio impegnato nella marcatura di Marcucci: Di Pietro impatta un bel traversone e coglie la traversa con una bordata da distanza ravvicinata. Sulla ribattuta, Arpino fa il centometrista per impedire a Marcucci di depositare in rete. Si prova a temporeggiare con De Rosa che fa il suo ingresso per Vitale, ancora beccato dal pubblico di casa perché, mentre guadagna la panchina, si gira verso i propri tifosi stipati in curva alzando orgogliosamente il pugno in segno di giubilo.

Il fischio finale dell’ercolanese Castropignano è una liberazione per chi è in campo e per chi soffre in tribuna. I giocatori festeggiano e poi si dirigono sotto il settore ospite occupato da una cinquantina di sostenitori rossoneri. In una sfida di 180 minuti tra due rivali dal potenziale equivalente, solo gli episodi avrebbero potuto spezzare valori e stabilità. Viene da sé che entrambe avrebbero meritato il passaggio del turno, a dirla tutta. Ma avanti va il Sorrento. Ed è ciò che conta più di ogni altra cosa.

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