SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI. Ieri, alla fine della partita tra FC Sorrento e Sancataldese, un senso di delusione e incredulità si era impadronito della scena e dell’aria, ma era veramente quella la squadra che doveva vincere il campionato? Addirittura, prima della partita, da San Cataldo speravano ardentemente che al ritorno i giochi fossero ancora aperti, mai immaginando che potesse verificarsi uno scenario simile. I giochi sono quasi chiusi, ma per la Sancataldese che vede già la finale. Nel calcio, tutto può succedere, la sfida del “Valentino Mazzola” è ancora tutta da giocare, ma avete visto il FC Sorrento di ieri? Be’, ne servirà uno totalmente diverso ma totalmente, altrimenti si rischia una imbarcata in terra sicula. Davvero imbarazzante la squadra vista ieri, svogliata e presuntuosa nell’atteggiamento nonché prevedibile e irritante a livello tecnico-tattico. Sono stati subiti due gol nei primi minuti per due autentici regali, delle generose concessioni in segno di ospitalità, e che reazione c’è stata? Lanci lunghi sia dalla trequarti che dalle fasce nel tentativo di servire un Del Sorbo ingabbiato dai difensori verde-amaranto e che finivano solo per esaltare il portiere avversario.

Non c’erano spazi, i siciliani arrivavano sempre primi sulle seconde palle, vincevano i contrasti, giocavano con un ardore e una foga agonistica che mettevano in ambasce i costieri. Solo su palla inattiva poteva arrivare un episodio favorevole e, proprio allo scadere della prima frazione, Maury ha accorciato le distanze e lì c’erano tutte le condizioni per giocare una ripresa all’arma bianca. Invece, si giocava sempre allo stesso modo, lanci in area che favorivano la retroguardia avversaria, che non si affannava neanche più di tanto nello sventare le minacce. Gli attacchi erano scriteriati e senza idee, ormai si era capito che per pareggiare, si doveva aspettare il guizzo di un singolo, altrimenti il bunker siciliano non sarebbe stato mai scardinato. Alla fine, è successo che la difesa rossonera si sia addormentata per l’ennesima volta subendo un gol che ha denunciata tutta l’approssimazione e la fragilità mentale di una squadra arrivata, chissà, con troppa pressione a questo appuntamento. È l’unica spiegazione plausibile da attribuire ad una prestazione ai limiti dell’indecoroso, e pensare che doveva essere la gara in cui dare sfoggio della propria forza di un’altra categoria.

Il miglior attacco del girone che, nella partita decisiva, si è ritrovato spuntato e depotenziato, dov’era la fame di vittoria? La corazzata FC Sorrento, ieri, è stata ridimensionata da una squadra di ragazzi giunti in costiera con tanta umiltà interpretando alla grande entrambe le fasi confezionando un blitz inaspettato quanto meritato. Pur nel malcontento generale, la speranza di andare in quel di San Cataldo e giocare a mo’ di rullo compressore c’è sempre, perché la speranza è sempre l’ultima a morire e c’è chi crede nella grande impresa di tornare dalla Sicilia con la finale in tasca. Certo, ripensando a quanto visto ieri, sembra quasi impossibile, ma quello non era il vero FC Sorrento, troppo brutto per essere quello. La bruttissima figura rimediata al cospetto di una compagine di un’altra regione, deve spingere tutti, sopratutto quelli che hanno un curriculum da difendere, a tirare fuori l’orgoglio perché non si può uscire di scena così, senza neanche salvare la dignità. La squadra ha tradito la fiducia di quella gente che ha dovuto fare i conti anche con una certa ostilità dello stesso ambiente sorrentino pur di sostenere questo progetto teso a ridare lustro al calcio sorrentino. No, non era questo il modo di affrontare una gara così importante, la sensazione era che, oltre a mancare la voglia di vincere, mancasse proprio la voglia di giocare…

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