SERVIZIO DI STEFANO SICA

Chiude in bellezza il 2015 il Fc Sorrento che, al 28 settembre 1943, batte la Scafatese 3-1 e si laurea Campione di inverno, mantenendo inalterato il vantaggio di due lunghezze sul Città di Nocera, ancora una volta vittorioso nei minuti di recupero al San Francesco (1-0 al San Vito Positano). Nel 4-3-3 di Ferraro, il centrocampo viene ancora ridisegnato, con De Rosa a fare da schermo davanti alla difesa, supportato da Temponi a sinistra e Gargiulo a destra. In attacco si rivede Del Sorbo affiancato da Gargiulo e Vitale, in porta c’è di nuovo Russo con la linea difensiva composta da Sozio, Arpino, Scognamiglio e De Gregorio. Dall’altro lato, mister Citarelli non rinuncia al suo 4-2-3-1 con Martone terminale offensivo coadiuvato da Sorrentino alle spalle, mentre la mediana è affidata al duo Aufiero-Guidelli.

Partono bene i costieri, che vanno in gol con Vitale (torre di Scognamiglio), ma l’arbitro, il trapanese Virgilio, annulla su segnalazione del secondo assistente, il signor Pannese di Ariano Irpino. Un copione che si ripete poco dopo, quando è a Scarpa che viene negata la gioia della rete a causa di un altro off-side rilevato per una posizione irregolare di partenza dello stesso capitano rossonero, ben imbeccato da Temponi in profondità. Il gioco inizia a farsi duro e il Sorrento, in questo senso, si cala di più e meglio nell’arena, ricorrendo a qualche fallo di troppo. Ma, al 21′, arriva il vantaggio ospite: Gargiulo si getta con abilità su una palla vagante e anticipa un incerto Prisco. Una volta davanti a Testa, proteso in uscita, insaccare è un gioco da ragazzi. Il gol premia la superiorità iniziale rossonera a fronte di una Scafatese più attendista e sorniona. Sull’altro versante, la punizione di Guidelli non fa male a Russo e, quando corre il 25′, i rossoneri possono sfornare il bis con una punizione da 30 metri di Scarpa. Un gioiello per palati fini, un zuccherino deposto lì dove Testa non può davvero arrivarci, ovvero nell’angolino alto alla sua destra. E’ solo dopo questo inizio choc che i canarini cominciano a fare sul serio. La pressione gialloblù, sebbene non sempre lucida, produce il gol di Pelagione (38′), che si avventa sul pallone bruciando Gargiulo che aveva tentato senza successo l’anticipo. La punizione era stata di Guidelli, il miglior gialloblù di giornata, allungata sapientemente di testa da Martone. In chiusura di tempo potrebbe arrivare anche il pari con lo stesso Martone che, pescato in profondità, calcia a lato seppur defilato leggermente a sinistra. In sostanza è un primo tempo che porta in dote al Sorrento un vantaggio più che meritato considerati approccio e gestione del match.

La ripresa non si apre con grosse emozioni, fino alla rete del definitivo 3-1 di Gargiulo (55′). La trama rossonera è da manuale: Scarpa verticalizza per Vitale che, da sinistra, confeziona un assist al bacio in orizzontale che il golden boy massese, in piena area piccola, deve solo finalizzare depositando il pallone in rete. Ferraro cambia qualcosa e, finalmente, c’è l’esordio assoluto con la maglia rossonera di Maxwell Mensah (fuori Gargiulo), centrocampista classe ’97 di origini ghanesi. Con lui, si rivede anche Vanin che riprende posizione a destra parallelamente all’uscita di Sozio. Tuttavia, da quel momento, la Scafatese prende in mano le redini del gioco e la sua reazione è rabbiosa e determinata. Pelagione la mette in the box e la testa di Sorrentino non fa prigionieri, palla di poco a lato. Guidelli si inventa una punizione da urlo che costringe Russo a volare all’incrocio dei pali per evitare il gol, poi lo stesso pipelet rossonero ipnotizza Sorrentino che, sollecitato da una splendida verticalizzazione di Aufiero, si era presentato davanti alla sua porta in beata solitudine. Nella circostanza era stata ingenua la retroguardia rossonera nel faticare ad uscire consegnando banalmente il pallone agli avversari. Riaffiorano i fantasmi del passato e, quando sembra che il team di Citarelli possa produrre il massimo sforzo per riaprire la gara, arriva il rosso a Vicinanza (doppia ammonizione) per una trattenuta su Scarpa che stava volando verso la porta di Testa. L’espulsione è sacrosanta ma taglia le gambe ai canarini. Da un bel po’ il Sorrento si sta limitando a gestire la contesa e a dosare le proprie forze, fase spezzata solo dall’ennesima punizione dai 30 metri di Scarpa che però fa il solletico a Testa. Ferraro decide quindi che è il momento di fare un po’ più di legna ed inserisce Serrapica per Vitale, passando ad un essenziale 4-4-2. Un’altra conclusione di Guidelli viene sventata in angolo da Russo, poi la botta di Aufiero trova ancora la respinta in corner della difesa, anche in questo caso non eccelsa nella gestione del possesso palla. Finisce così e il Sorrento trova finalmente quella vittoria esterna che mancava addirittura dall’8 novembre (2-0 al Positano). Anche quella domenica, Gargiulo timbrò il cartellino e lo avrebbe fatto per l’ultima volta fuori dall’Italia prima della doppietta odierna.

I rossoneri erano chiamati ad un’importante prova di maturità dopo gli ultimi mezzi passi falsi fuori dalle mura amiche, e l’hanno superata tenendo più alta la soglia della tensione agonistica e della concentrazione, nonostante il breve black-out partito a metà ripresa. La Scafatese, invece, può ripartire dall’ultima mezz’ora di grande sacrificio ed orgoglio. Caratteristiche che sono nel dna del suo allenatore e che i canarini non potevano non esporre anche contro la capolista. Al di là del gap tecnico tra le due squadre, la differenza stavolta l’ha fatta proprio quella mentalità vincente che non sempre il Sorrento si era portata con sè nelle precedenti apparizioni esterne. Peccato solo per gli insulti e le provocazioni di cui sono stati fatti oggetto, al fischio finale di Virgilio, alcuni cronisti sorrentini ad opera di un paio di esagitati di fede gialloblù. Il tutto mentre gli stessi giornalisti erano intenti a lasciare la tribuna per raggiungere la sala stampa per le consuete interviste post-partita. Un episodio spiacevole e assolutamente gratuito che tuttavia non ha azzerato (nè tantomeno poteva farlo) la splendida accoglienza riservata dall’entourage scafatese prima, durante e dopo la sfida.

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