SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI

Sabato pomeriggio era in Tribuna Centrale al “Campo Italia” ad assistere a Sorrento-Frattese. Lui è Carlo Sanchez, tecnico del Marcianise, persona preparata e perbene, che non si sottrae mai alla richiesta di un’intervista. In una gara che sancisce l’addio degli elementi di maggiore lignaggio della squadra rossonera, è stata fornita la prestazione migliore contro un avversario molto temuto. Il Sorrento è reduce da tre successi consecutivi in casa ma tutti diversi. Contro la Battipagliese è bastato un lampo di Caraccio in una partita piuttosto scialba, contro il Roccella si è stati in grado di ribaltare un doppio svantaggio nell’ultima parte di gara quando infuriava una contestazione feroce. Sabato scorso, invece, sin dai primi minuti si è visto un Sorrento tonico e intraprendente, questo fa crescere il rammarico perché ora si sfalderà una intelaiatura che iniziava a prendere forma.

Non si sa cosa succederà nei prossimi giorni ma, per evitare di parlare di ciò che è ancora ignoto, preferiamo ritornare su ciò che è stato, per prolungare il piacere di una gioia che inevitabilmente sfumerà. Lo facciamo proprio con mister Sanchez, al quale chiediamo un’opinione su quanto visto sul rettangolo di gioco: “Mi è piaciuto tantissimo l’atteggiamento del Sorrento nel primo tempo, c’è stata una netta superiorità di marca rossonera. Poi la Frattese ha fatto bene nei primi 20′ della ripresa, dove ha creato qualche occasione, si è resa pericolosa, ma poi il Sorrento ha ripreso a giocare sui ritmi della prima frazione riuscendo a confezionare anche un bellissimo gol. Devo dire la verità, non vedevo il Sorrento da quando è venuto a giocare a Marcianise alla prima giornata e ho visto un netto miglioramento, quasi un’altra squadra, ho avuto anche la sensazione che i giocatori fossero più tranquilli e che ci fosse una maggiore solidità societaria”. Be’, per chi non conosceva la situazione e si è limitato a guardare la partita, davvero si poteva percepire un’aria diversa. Perché, per 90′ si è remato tutti insieme nella stessa direzione, ma è a fine partita che sono emersi tutti i problemi con le parole di commiato dei giocatori. In campo, però, si poteva capire tutt’altro, come ci confessa il trainer gialloverde: “La squadra era carica, motivata, si vedeva che cercava a tutti i costi la vittoria. Poi, dopo il gol, tutti sono andati ad abbracciare mister Sosa, questi segnali un allenatore li percepisce. In poche parole, i giocatori hanno dimostrato di essere dalla parte del tecnico. Segno anche di armonia ed idee chiare. Mi è piaciuta molto la grande unione del gruppo e, ripeto, la voglia di ottenere i tre punti. Poi non si è vinto con un gesto tecnico isolato, ma è stata tutta la squadra a fornire una prestazione di altissimo livello”.

Ci interessa sapere anche cosa è piaciuto di più ad uno che allena una squadra che milita nello stesso girone del Sorrento: “Ci sono state anche modifiche individuali: Caraccio è un giocatore che mi piace tantissimo e che per me è adatto a giocare spostato sull’esterno, Visciano non lo scopro io e, il fatto che sia ritornato a giocare a centrocampo, fa sì che risalti tutto il suo potenziale, ho visto benissimo anche Roberto Esposito basso a sinistra. Ecco, ho notato tutte queste modifiche che si sono rivelate azzeccate. E poi non era mica facile avere ragione di questa Frattese! E’ una squadra che, quando ha spazi, va a nozze e diventa devastante, ha elementi molto rapidi sugli esterni e offre un calcio sempre propositivo ma che, a Sorrento, ha potuto mostrare solo ad inizio secondo tempo”. Mentre ci risponde così alla domanda sui migliori singoli: “Ho notato il grande lavoro di Pignatta, evito di citare i soliti nomi tipo Vitale, Visciano che sono conosciutissimi in questa categoria e da queste parti. L’attaccante argentino, non solo è stato importante nell’azione del gol, ma ha dato parecchio fastidio al pacchetto arretrato nerostellato facendo sempre i movimenti giusti. Poi c’è Caraccio che mi ha colpito subito perché è uno che lotta per tutta la partita e, così come può incidere in fase offensiva, non disdegna ripiegamenti importanti in fase di copertura”.

Mister Sanchez, come tutti quelli che erano presenti in Via Califano, ha visto un Sorrento determinato ad imporsi sull’avversario. Ma il fulmine a ciel sereno, anche se ampiamente previsto, è arrivato a fine gara. I giocatori esperti hanno confessato come non ci siano più le condizioni per proseguire la loro avventura in costiera. Questo il pensiero del tecnico napoletano: “Bisogna partire dal presupposto che un po’ tutti abbiamo dei problemi. Ci si può ritrovare giocatori che chiedono di partite e le società devono fare la loro parte. Dobbiamo abituarci che, ogni anno, tra andata e ritorno le rose vengono stravolte. Solo le corazzate che vogliono vincere i campionati toccano pochissimo, anzi, intervengono per aggiungere ulteriore potenziale ai propri organici. Per il resto, si andrà avanti così, aspettiamo sempre grandi trasformazioni, se pensiamo che, nell’arco di un campionato, passano per ogni società tra i 40 e i 45 giocatori quando il numero dovrebbe oscillare tra i 20 e i 25. Non si possono fare previsioni perché ci sono giocatori che vogliono andare via, presidenti che intendono cacciarli, procuratori che cercano di piazzare i loro assistiti e si arriva ad un numero esagerato. Comunque, bisogna avere la lucidità di adottare scelte oculate e non frettolose, è meglio avere giocatori meno quotati ma motivati più che tenere quelli di spessore contro la loro volontà. Abituiamoci a questo calcio in cui un giocatore una domenica indossa una maglia per poi vestirne un’altra una settimana dopo”.

Si parla di un forte interessamento del Marcianise per Visciano, anch’egli ormai in lista di sbarco. Con la riapertura del mercato tutto può succedere, ma proviamo a tastare la veridicità di questa voce: “Noi sicuramente faremo qualcosa, e anche il centrocampo sarà un settore su cui ci concentreremo. Ho fornito i miei input alla società, sanno ciò che ci occorre, poi si regoleranno di conseguenza in base a parametri economici e societari. Un giocatore dalle caratteristiche di Visciano ci può interessare, ma io parlo appunto di caratteristiche, poi sono gli operatori di mercato che lavoreranno in tal senso. Il compito di un allenatore è quello di fare del proprio meglio con il materiale umano che gli viene messo a disposizione”.

Il Marcianise non ha nascosto l’ambizione di puntare per i vertici ma sta peccando un po’ di continuità. Da qui alla fine, cosa proveranno a fare i casertani? “Siamo reduci da due sconfitte ma, mentre quella con il Rende è stata meritatissima, contro l’Agropoli avremmo meritato di più. È un nodo alla gola perdere così e, dalle immagine, pare che il loro gol sia anche irregolare. Abbiamo giocato molto bene e creato diverse occasioni contro una squadra costruita per l’alta classifica, il risultato è bugiardo dal mio punto di vista. La mia squadra, comunque, sta disputando un ottimo campionato e credo che resteremo fino all’ultimo tra le prime posizioni”.

Non può mancare un punto generale sul campionato. La lotta alla leadership ha subito uno scenario importante proprio nell’ultimo turno con la caduta del Torrecuso e le affermazioni di Akragas e Agropoli. Ecco l’idea di mister Sanchez: “Ci sono tre squadre come Torrecuso, Akragas e Agropoli superiori alle altre per budget, impostazione societaria e anche blasone se pensiamo alla compagine agrigentina. Poi c’è molto equilibrio, credo che ci siano alcune squadre destinate a risalire, penso a Battipagliese e Neapolis che hanno un buon potenziale e che possono essere competitive per i piani alti. Nella zona calda ci sono due o tre squadre in difficoltà sotto molti aspetti ma resta comunque un campionato in cui, ogni settimana, può succedere di tutto. Ogni partita va giocata al massimo e non si può sottovalutare nessuna squadra, la classifica è cortissima con un filotto di risultati positivi ci si può ritrovare in alto”.

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