SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI

Andiamo per gradi. Partiamo dalla settimana scorsa e arriviamo ai giorni che precedevano la sfida contro la Frattese, una squadra in grande forma. Nell’aria riecheggiavano ancora le forti parole di mister Sosa dopo la disfatta di Mugnano, parole che o scuotono o abbattono. Nel caso dei giocatori rossoneri, è arrivata la scossa, eppure non era stato facile. La settimana era stata turbolenta per l’addio di La Rosa, si poteva avere la sensazione che qualcosa stesse vacillando ma c’era una partita da affrontare con orgoglio, c’era un riscatto da consumare. Il derby contro i nerostellati era stato anticipato di un giorno, si è giocato di sabato e pare che, essere scesi in campo 24 ore prima, abbia fatto bene a tutta la squadra. Infatti, si è visto un Sorrento d’assalto, uno capace di creare mille ambasce agli avversari. Dopo un primo tempo chiuso con uno 0-0 bugiardo per il doppio legno colpito e una netta supremazia, nella ripresa c’è stata una crescita degli uomini di Grimaldi ma con il Sorrento che ha saputo riprendere in mano le chiavi della partita. Solo a sei minuti dalla fine, c’è stato il guizzo vincente con un’azione bella e manovrata. Su un contropiede, la palla è arrivata a Vitale sulla sinistra che ha scodellato al centro per Pignatta che, con un tocco delizioso, ha servito Polichetti arrivato a rimorchio per freddare il portiere avversario. Perché ritornare sull’azione gol? Perché è stata davvero bella e, anche perché, almeno due dei tre protagonisti, non li vedremo più in Via Califano (se non da avversari).

Ma ci arriviamo, andiamo per gradi. Siamo ancora al gol vittoria, dopo il vantaggio di Polichetti, la Frattese, aiutata anche da un maxi recupero dell’arbitro, ha provato a reagire ma il Sorrento non ne voleva sapere di concedere alcunché. Al triplice fischio, era istintivo lasciarsi andare ad un urlo liberatorio ma la gioia è durata poco. Vitale era andato a salutare i tifosi della Curva intrattenendosi più del dovuto, Garbini salutava tutto lo stadio e si percepiva che c’era qualcosa di più dietro quel gesto. A fine gara, alcuni tifosi parlottavano con alcuni dirigenti tra cui Dionisio, il quale diceva che se qualcuno voleva andare via era libero di farlo ma senza che parlasse di stipendi arretrati dal momento che avevano incassato quelli di settembre e ottobre. Nel frattempo, un Sosa con le lacrime agli occhi entrava in sala stampa per la consueta conferenza post-gara. Si vedeva che non era come le altre, la commozione regnava sovrana, il Pampa diceva che era la seconda volta, dopo aver indossato la 10 di Maradona con la maglia del Napoli, che si emozionava in tanti anni di calcio.

Negli spogliatoi, c’erano state lacrime e abbracci tra tecnico e giocatori, con alcuni ormai già congedatisi. Alcuni tifosi della Curva volevano saperne di più e si sono fermati a parlare con capitan Vitale, il quale non aveva usato infingimenti, ormai era sul piede di partenza e non se la sentiva di negarlo. Si sapeva che il bomber di Angri non fosse l’unico con la valigia pronta e, infatti, con lui si sono accomiatati i vari Garbini, Iuliano, Visciano, Volpe e Pignatta, più il consulente di mercato, Paolo Somma.

Uno stravolgimento incredibile, uno tsunami travolgente, una transumanza di giocatori verso altri lidi. Ora è stato ridisegnato anche l’assetto societario con Nicola Dionisio che andrà ad occuparsi dell’area tecnica con Ernesto Marino diesse, Diodato Scala ancora diggì e Franco Tamigi nuovo vice-presidente, nonché responsabile dell’area organizzativa e marketing. Un autentico terremoto in casa Sorrento, qualche giocatore già aveva anticipato da tempo che sarebbe andato via e così è stato.

Non c’erano più le condizioni per restare, si può dire, senza timori di smentita, che si è assistito al fallimento del progetto iniziale. In barba a tutte le rassicurazioni all’acqua di rose, tutto è andato in frantumi, quindi, l’avevano vista lunga tutte quelle persone scettiche dal principio. Si è provato a costruire un castello sulla sabbia che il primo vento ha spazzato via, ora si sta provando a rimettere insieme i cocci ma va preso atto della realtà.

Attualmente si è in balìa dei venti più che degli eventi, l’organico è stato stravolto perché i giocatori non ne potevano più, proprio come i tifosi. I quali, sono almeno tre anni che vedono la situazione peggiorare sempre di più, ma forse non si aspettavano di arrivare a questo.

Commenti

commenti