SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI.  Hanno condiviso l’azzurro in un anno memorabile per i tifosi del Napoli, hanno condiviso anche il ruolo pur avendo caratteristiche completamente differenti, ora si ritrovano a condividere il rossonero, ma in categorie e piazze diverse. Se il Pampa Sosa allena il Sorrento, che si ritrova in serie D a vivere una situazione che si complica sempre di più, Roberto De Zerbi è il tecnico di un Foggia che si sta ben comportando in un girone di ferro in Lega Pro. Eppure solo un anno fa, i costieri disputarono una signora partita allo “Zaccheria”, pur perdendo di misura, per poi piegare i dauni al “Campo Italia”. Ora sono separati da quella categoria che delimita i professionisti dai dilettanti, ma entrambi i tecnici puntano in alto.

Contattiamo telefonicamente l’ex fantasista del Napoli, da cui ci facciamo dire chi era il Pampa nello spogliatoio e se già dava la sensazione di essere un allenatore: “E’ un ragazzo perbene, un trascinatore e uno di personalità. E poi era di un’altra categoria, non c’entrava niente con la serie B visto che aveva giocato per tanti anni in massima serie. Si sentiva la sua esperienza nello spogliatoio, era un punto di riferimento per tutti. Sul fatto che desse già la sensazione di poter allenare è una questione soggettiva, perché anch’io sto allenando e magari non tutti pensavano che potessi farlo”. Se mister De Zerbi si trova ad allenare un Foggia che, in Lega Pro, si ritrova a ridosso di squadre come Salernitana, Benevento, Lecce e Juve Stabia, il Pampa è invischiato nelle zone basse di un girone di serie D. Negli ultimi giorni c’è stata anche la diaspora dei giocatori più esperti, quindi, non sarà per niente facile per lui, peraltro alla sua prima esperienza da tecnico, gestire una simile situazione. Chiediamo a De Zerbi come agirebbe se si trovasse a lavorare in queste condizioni: “Anch’io l’anno scorso ho avuto una esperienza in serie D in una situazione molto difficile, ma sono sicuro che il Pampa ne uscirà benissimo. Come me, è un passionale, vive il calcio 24 ore su 24, chi è così riesce ad andare al di là dei problemi societari. Del resto, questo è il segreto: mantenere passione ed entusiasmo indipendentemente dal contesto in cui si lavora. Sosa è un trascinatore, uno che ci sa fare, non ho dubbi che sappia raccapezzarsi anche nelle difficoltà. Lo stimo molto pur non avendo giocato con lui molti anni, ci siamo frequentati poco ma il valore della persona mi è stato subito chiaro. Poi ha una grande competenza calcistica, che è alla base di tutto e sul fatto che il Pampa ne sia dotato sono pronto a scommetterci”.

DE ZERBI GOLParole di grande stima e apprezzamento nei confronti del suo ex compagno di squadra, con il quale fu protagonista di un’annata straordinaria che portò alla promozione del Napoli in massima serie. De Zerbi arrivò dopo una fantastica esperienza in quel di Catania dove fu eletto miglior giocatore della cadetteria, mentre il Pampa restò in azzurro dopo che era sceso addirittura in serie C per sposare la causa partenopea. Rimembrando quell’anno emerge un aspetto chiave per le squadre di calcio: “Di quel campionato conservo un ricordo molto importante, non solo per l’epilogo, ma anche perché Napoli è una piazza unica a livello internazionale. Eravamo una squadra attrezzata ma che non giocava bene, però, c’era un aspetto che è stato determinante per ottenere la promozione: la voglia di vincere. Non c’era una squadra titolare, mister Reja amava cambiare, variare gli uomini e tutti si sentivano parte del progetto. Pur non esprimendo un grande calcio, avevamo la consapevolezza di essere forti ma non presuntuosi perché a fare la differenza era la volontà del gruppo di arrivare fino in fondo per raggiungere l’obiettivo”. Ecco qual è il segreto per ottenere soddisfazioni. Non tanto essere dotati di qualità eccelse, ma avere fame e voglia di vincere. Quel Napoli non poteva essere collocato sullo stesso piano della Juventus dei campioni del Mondo e non aveva quel gioco spumeggiante del Genoa di Gasperini, eppure terminò il campionato dietro ai bianconeri e precedendo i grifoni. Ora ci focalizziamo su un altro aspetto: mister Sosa è uno ambizioso e non si accontenta della quarta serie, più volte ha detto che vorrebbe misurarsi con altre categorie. De Zerbi è passato dall’allenare il Darfo Boario, squadra della serie D lombarda retrocessa in Eccellenza, al Foggia con cui tiene testa a compagini quotate e blasonate. Gli chiediamo qual è la differenza tra queste due categorie: “Dopo la riforma posso dire che la forbice si è divaricata parecchio. C’è un divario in termini sia di qualità ma anche di pressioni, ci sono squadre scese dalla serie B che vogliono ritornare da dove sono venute, quelle che lo scorso anno sono arrivate nei play off e intendono riprovarci, altre che vogliono alzare l’asticella degli obiettivi avendo costruito organici importanti, senza dimenticare i club di grande blasone che lo scorso anno militavano nella Seconda Divisione e le realtà ambiziose proveniente dalla serie D. Tutto questo mi porta a ritenere, ma lo pensano tanti addetti ai lavori, che si tratti di una B-2, non posso pronunciarmi molto sugli altri due gironi, anche se tutti sono concordi nel ritenere quello meridionale il più difficile ed equilibrato. Il mio Foggia è una squadra forte, che sta facendo bene e che sa quello che vuole. C’è gente che ha messo il calcio al primo posto nella propria vita e, quindi, ci sono le condizioni per continuare così”.

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