SERVIZIO DI STEFANO SICA

Non è una vittoria che soddisfa Mario Turi quella maturata col San Giuseppe nell’andata dei sedicesimi di finale di Coppa Italia Dilettanti. Nel mirino del trainer rossonero la mancanza di concentrazione e di cattiveria emersa in parecchi degli elementi scesi in campo a San Gennaro. Insomma, per il tecnico di Gragnano, che ha analizzato la sfida ai microfoni di TuttoSorrento, c’è da lavorare sotto l’aspetto strettamente motivazionale e della mentalità vincente.

SUCCESSO COL MINIMO SFORZO – “Non mi aspettavo una partita semplice. Avevo intenzione di far ruotare un po’ tutti ed è chiaro che molti di quelli che giocano in Coppa non possono avere nelle gambe i 90 minuti di chi viene impiegato in campionato. La Coppa Italia chiaramente mi interessa, ma queste partite mi servono anche per valutare la reale crescita dei ragazzi e il singolo spessore delle alternative di cui potrò servirmi in campionato. In questo senso, sono contento di qualcuno ma molto meno di qualcun altro che, a mio avviso, ha snobbato la partita. E’ evidente che, dovessero continuare così, non sono giocatori che fanno al caso nostro”.

FASE DIFENSIVA – “Qualche difficoltà l’abbiamo avuta ma in campo c’era anche una linea difensiva nuova e quasi mai sperimentata in allenamento. Ferrara, ad esempio, ho avuto il tempo di provarlo due giorni a sinistra. Catalano ed Arpino in coppia hanno giocato poco e Paradisone non scendeva in campo dalla prima partita con la Battipagliese. Insomma, era una linea assemblata all’ultimo momento e che poteva dare qualche problema. Poi su questi tipi di campi, le difficoltà sono maggiori soprattutto nel trovare l’ultimo passaggio che mette gli attaccanti in condizione di far gol. Ma devo dire che anche come produzione offensiva, per i miei gusti, abbiamo fatto poco”.

RIPRESA POST-PALMA – “Col gruppo il confronto è stato sereno. Ci siamo parlati ed ai ragazzi ho detto che, tutto sommato, per 85 minuti hanno fatto la partita che volevo e in base a come l’avevamo preparata. Non siamo caduti in provocazioni e non ci siamo fatti innervosire dal loro modo di giocare. Ma, come del resto si è ripetuto anche col San Giuseppe, non siamo stati cattivi come avremmo dovuto esserlo. E questo l’ho ribadito a chiare lettere. Quando un avversario è moribondo, bisogna ammazzarlo. Perché poi può alzarsi ed ammazzare lui te. Anche a Santa Maria è successo lo stesso sebbene non si sia preso gol nel finale. Ma tutto questo non mi va bene. E qualcuno deve capirlo alla svelta”.

VERSO IL CASTEL SAN GIORGIO – “Hanno innanzitutto un allenatore giovane e bravissimo. Non a caso ho dato il mio voto a lui nella Top 11. Antonino Amarante è un ragazzo che stimo ed apprezzo. I suoi principi sono i miei: fa giocare la sua squadra al calcio, come piace a me. Avremo quindi di fronte un gruppo giovane, frizzante e che propone bel gioco. Possono peccare di inesperienza ed essere carenti nell’ultimo passaggio. Ma corrono tanto, non si danno mai per vinti e attaccano coi tempi giusti. Il Castel San Giorgio non butta mai il pallone e inizia a giocarlo sempre da dietro. E già per questo è bello da vedere”.

Commenti

commenti