Il suo Positano ha dato spettacolo nella ripresa, andando vicino al pari con la corazzata Fc Sorrento. Una soddisfazione sfumata sul più bello anche se la prestazione sfornata al campo Italia ha confermato qualità e talento di un gruppo accreditatosi da tempo come la vera sorpresa del campionato. Andamento e numeri di cui può andare orgoglioso il tecnico Antonio Guarracino, sorrentino doc e bandiera di un Sorrento che, come oggi, ripartiva ad inizio anni ’90 dai dilettanti prima di approdare tra i pro.

 

PARTITA GAGLIARDA – “Ai miei ragazzi avevo fatto i complimenti già durante l’intervallo. Dovevamo solo correggere un paio di aspetti e, nel secondo tempo, lo abbiamo fatto. Non avevamo la presunzione di giocare alla pari col Sorrento, non potevamo permettercelo. Ma sono orgoglioso e soddisfatto per quello che abbiamo fatto. Mi piace lavorare con loro ed analizzare insieme ogni dettaglio, possessi e palleggi”.

NO COMMENT SUI ROSSONERI – “Preferisco guardare in casa mia senza giudicare gli avversari. Sono contento dei 14 ragazzi che sono scesi in campo, hanno fatto tutti il loro dovere. Non volevamo regalare niente ad un avversario importante costruito per altri obiettivi. Possiamo aver sbagliato, io e loro, qualcosa. Ma, se andassimo troppo nel dettaglio, sminuiremmo tutto il lavoro che abbiamo fatto e che è teso a costruire qualcosa di più importante. Non ho visto disparità col Sorrento, se non nel risultato finale”.

3-2 PRESO IN SUPERIORITA’ NUMERICA – “Non credo sia mancato niente da parte nostra. E non credo che il Sorrento abbia prodotto arrembaggio o Munao abbia fatto una sola parata in quel frangente”.

CARRIERA IN RAMPA DI LANCIO – “Si semina per raccogliere. Sto lavorando da qualche anno, imparando a fare l’allenatore. Magari un domani avrò la possibilità di scegliere altre situazioni, ma adesso sto bene a Positano. Avevo deciso di andare via da dove stavo senza avere già una porta aperta. Poi mi è stato sottoposto questo progetto importante da parte del nostro presidente Cecchi Paone. E, con gli altri dirigenti di Positano che vivono la quotidianità, abbiamo raggiunto i risultati che ci siamo prefissati. Non voglio fare autocelebrazioni e non penso ad altri club. Mi è stato dato un mandato e penso di averlo superato dopo sei anni e mezzo che faccio l’allenatore. Sono riuscito ad accontentare il mio ex presidente ed i miei attuali dirigenti su quello che mi hanno chiesto. Poi nessuno può conoscere il futuro. Fatto sta che io sto bene con loro e loro con me”.

CAMPIONATO SOPRA LE RIGHE – “Se dico che me lo aspettavo, posso sembrare presuntuoso. Se affermassi il contrario, potrei apparire lo stesso autocelebrativo. Posso dire che ero fiducioso avendo un gruppo di calciatori scelti da me dal primo all’ultimo. Abbiamo sfruttato anche i passaggi a vuoto di squadre più blasonate di noi che ci stanno dietro. Siamo stati pratici. E il pragmatismo è la qualità più importante nel calcio come nella vita. Il fumo e le chiacchiere lasciano il tempo che trovano. Nel calcio contano solo i risultati. E sono contento del fatto che, al di là dei punti fatti, concediamo sempre poco ai nostri avversari. In 60 gare ufficiali nelle quali ho guidato il Positano, in due stagioni, questa col Sorrento è solo la quarta sconfitta. Evidentemente qualcosa di buono è stato fatto. Una squadra deve sempre somigliare al proprio allenatore, se questo è davvero bravo. Lo diceva un grande tecnico. I ragazzi mi ascoltano e c’è una linea di condotta univoca. Ripeto, sono orgoglioso di ognuno di loro per quello che fanno dentro e fuori dal campo”.

GEMELLAGGIO TRA LE TIFOSERIE – “Non mi permetto di dare consigli al Sorrento inteso come società ma, se si partisse dall’agglomerare un maggior prodotto locale, ci sarebbe anche più traino. Poi ognuno fa quello che vuole. Io almeno lavoro con ragazzi del posto che abbassano i costi. Ognuno, da Vico Equense a Massa Lubrense, penso abbia sempre sognato da piccolo di giocare nel Sorrento. Oggi faccio l’allenatore e, se nel mio curriculum si dovesse aggiungere col tempo l’aggettivo “importante”, può essere pure che il Sorrento mi farà una chiamata. Dovessi essere libero, accetterò con grande onore”.

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