SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI

Dobbiamo affrontare il Noto come se fosse l’Akragas. In queste categorie, se non si affrontano le gare con l’atteggiamento giusto, si annullano le differenze tra squadre di bassa e alta classifica”, questo il pensiero di mister Sosa presentando la trasferta in casa dell’ultima della classe. Ed è proprio questa la mentalità giusta, quella di affrontare anche il fanalino di coda come se fosse una corazzata, senza avere la presunzione di essere superiori e di sentirsi più forti. Anzi, chi vuole essere forte deve farsi umile, senza sentirsi mai arrivato, senza crogiolarsi in forme di autocompiacimento. Anche i giocatori sanno bene che non bisogna sottovalutare l’impegno contro una squadra che non sta attraversando un grande momento sia a livello di risultati che societari, poi si ha la consapevolezza che, a volte, la disperazione può portare a raschiare il fondo del barile dell’orgoglio. Il Sorrento è concentrato esclusivamente a tornare dalla Sicilia con i tre punti in tasca per centrare il secondo successo consecutivo. Purtroppo, la situazione societaria non è migliorata, anzi, i problemi seguitano ad esserci provocando una serie di mal di pancia che non colpiscono solo chi scende in campo. In tutto questo marasma, gli elementi più esperti della squadra dicono di non essere affatto intenzionati a mollare e assicurano che regaleranno i tre punti soprattutto alla gente di Sorrento, perché la maglia è la loro non di chi la gestisce. Intanto, negli ultimi giorni, stanno girando sui social network le foto di quel Sorrento che, solo qualche anno fa, faceva sognare tutta la piazza nella scalata dal dilettantismo al professionismo. Quanti sforzi, quanta passione, quanto entusiasmo e soprattutto che trasporto da parte della gente, disposta a sobbarcarsi chilometri per sostenere un progetto foriero di successi e in cui ci si identificava. C’è chi si commuove rivedendo quei fotogrammi chi, e non può essere altrimenti, rimpiange quei tempi, soprattutto rapportandoli a quelli attuali, di stenti, incertezze e frustrazioni. Come sarebbe bello se si uscisse dalla palude cercando di rinverdire quei fasti, nella vita si vive anche di bei ricordi ma che amarezza quando si vanno a scontrare con prospettive plumbee. Il fatto che i giocatori continuino a dare il massimo è quasi commovente, così come i tentativi del mister di tenere tutti sulla corda, se tutto dovesse essere vanificato presto senza tenere conto di questo, sarebbe un’offesa alle persone nonché uno sfregio ai sentimenti.

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