SERVIZIO A CURA DI MAURIZIO LONGHI

A fine gara, mister Sosa era fuori gli spogliatoi visibilmente amareggiato. Si è sfogato con gli organi di informazione scagliandosi contro l’atteggiamento della sua squadra. Perdere fa male, ma ancora di più quando non si lotta. In campo si va per lottare, ci si prepara una settimana intera per questo, se i risultati sono quelli del “Vallefuoco” c’è da allarmarsi molto. Il Pampa ha detto che la squadra non ha personalità, non ha palle e che non si può andare al supermercato per dotarsi di queste carenze, o le si hanno o si cambia mestiere. Parole dure, forti, tonitruanti, sicuramente dette a caldo e, quindi, con un livello di lucidità ai minimi termini. Sta di fatto che questa sconfitta non gli è andata proprio giù e, dopo un 3-0 nettissimo, è inutile mettersi a fare analisi tecnico-tattiche perché, quando viene a mancare l’atteggiamento, allora parlare di altro diventa pleonastico. Sosa ha detto che ci si è fatti minacciare e prendere in giro, che se fosse sceso lui in campo qualcuno sarebbe rientrato negli spogliatoi con il naso spaccato.

Chiare parole di chi è rimasto deluso dai giocatori che ha a disposizione, gli stessi che, non più tardi di una settimana fa, hanno ribaltato un doppio svantaggio costruendo una vittoria al cardiopalma. Ma non si può essere così discontinui, seguitando con questa alternanza di risultati, non si riuscirà mai ad avere una precisa identità con il rischio di essere condannati a restare in uno stato ibrido.

Mister Sosa ha sottolineato come non ci fosse quel clima di grande pressione, che magari intimoriva la squadra ospite e incitava quella locale, niente di tutto questo. Il contesto era di una categoria ancora inferiore, come ciò che si è visto in campo, soprattutto sul versante costiero. Ecco perché il tecnico argentino non ha avuto mezzo termini e ha lanciato il suo “j’accuse”. Per lui non è un problema di sbagliata collocazione in campo di alcuni elementi le cui caratteristiche non sarebbero confacenti alle mansioni richieste, il punto è l’interpretazione che si rivela deficitaria. Sosa ha detto che, nella sua carriera, ha ricoperto anche il ruolo di esterno, quindi, non può essere una scusa il fatto che qualcuno sia stato adattato in ruoli diversi.

Quando manca la personalità c’è il rischio di perdere anche la dignità, ma il Pampa ha voluto precisare che non è il caso dei suoi giocatori che, nonostante tutto, si impegnano quotidianamente. “Chi ha paura non può giocare a calcio”, queste ulteriori parole fanno riflettere, il mister avrà avuto i suoi motivi per rilasciarle, probabilmente ha colto una certa pavidità in qualcuno. Eh già, chi ha paura non può giocare a calcio.

Qui non si tratta di essere disfattisti o di voler processare, del resto l’obiettivo è la salvezza e, tutto sommato, si è in linea con i programmi, ma non si può essere indifferenti quando ci si rende conto che manca la personalità, c’è paura, ci si fa prendere in giro da avversari non così superiori. Tutti si devono sentire in discussione, queste magre figure devono far male all’amor proprio e, in casi simili, non si vede l’ora di scendere nuovamente in campo per riscattarsi. Chi ha personalità così ragiona.

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