SERVIZIO DI STEFANO SICA. Marcianise-Sorrento, la sfida infinita. Un duello che, seppur giovane nella freschezza dei suoi 14 anni, evoca ricordi gustosi e vividi nei tifosi rossoneri anche più stagionati. Tutto inizia il 3 settembre del 2000, giorno in cui le due squadre incrociano i loro destini per la prima volta. Al Campo Italia, nella gara inaugurale del campionato di serie D, i rossoneri hanno la meglio 3-1, impattando 1-1 al ritorno. Finale di torneo thrilling per i costieri, che salvano la categoria battendo l’Internapoli ai rigori nello spareggio di Benevento. E’ la fase storica nella quale rossoneri e gialloverdi stanno cercando una dimensione stabile in quarta serie, prima di spiccare il volo. Speculari i due anni successivi: il Sorrento cede mestamente in tutti gli scontri diretti (4 su 4) ma riesce a garantirsi ugualmente due salvezze consecutive, mentre il Marcianise vive un biennio positivo manifestandosi come la vera sorpresa del campionato. Indimenticabile però quel 16 dicembre del 2001: in terra casertana, Angelo Teta, fantasista biondo dei rossoneri dai numeri imprevedibili e dalle giocate raffinate, recupera un doppio svantaggio con due punizioni da distanza siderale tra l’incredulità dei tifosi di casa che ammirano e non se ne fanno una ragione. Metterà tutto a posto Galizia. Nel 2003/04, se il Marcianise conferma il proprio trend in ascesa che lo porterà nel giro di poco tempo tra i professionisti, il Sorrento compie un bel balzo in avanti in classifica. Il Progreditur si dimostra arena impossibile (1-3), ma al ritorno la squadra di mister Natale è costretta ad arrendersi (3-0) ai ragazzi di Sasà Amato. Quell’anno il Marcianise inizia a gettare le basi per diventare grande, con gli avventi di Ciano, Piscitelli (poi sbarcato a Sorrento durante il Simonelli bis), Murolo e Galizia, oltre alla promozione tra i titolari di Peppe Della Corte. Il 2004/05 incorona i casertani, mentre il Sorrento dell’emergente tecnico Pino La Scala è costretto a cedere lo scettro per soli tre punti. L’equilibrio tra le due squadre, peraltro, si palesa nelle sfide del Progreditur e del Campo Italia, che finiscono entrambe in parità (1-1). Per il Sorrento risulta fatale, a cinque giornate dalla fine, non vincere proprio a Marcianise. Lecito pensare che con i tre punti, i rossoneri avrebbero scritto un’altra pagina di storia. A punirli, ironia della sorte, fu proprio Nino Manco in apertura di ripresa, prima del pari di Solimene. Il Marcianise che va direttamente in C2 sfoggia, infatti, non solo l’ex esterno rossonero, ma anche i soliti Ciano e Michele Murolo, oltre a Nunzio Majella, il bomber buono per tutte le stagioni. E poi in panchina c’è un mostro sacro come Gigi Boccoloni, uno che di campionati ne ha vinti tanti. Al Sorrento non resta che sperare nella coda dei play-off. Asfaltati Lavello e Savoia, inizia un lungo cammino della speranza, aspettando il ripescaggio. Indimenticabile la festa che si organizza nella centrale Piazza Lauro. L’entusiasmo è traboccante. Franco Giglio, insediatosi l’estate precedente al fianco di Antonino Castellano al vertice del club di Via Califano, è la garanzia di un futuro aristocratico e ricco di successi. Non se ne farà nulla, purtroppo, ma il premio arriverà l’anno seguente. Al debutto in C2, il Sorrento di Renato Cioffi si prende una piccante rivincita con quei rivali che, fino all’avventura comune in D, sembravano giganteschi, inarrivabili, quasi predestinati. I rossoneri volano infatti in C1, mentre il Marcianise si rassegna ad un anonimo campionato di metà classifica. Ripa e Rastelli profanano a novembre, per la prima volta, il Progreditur. E già questo è l’indizio chiaro ed inequivocabile che la storia è cambiata. Il Sorrento non è più per i gialloverdi la squadra materasso di cui disporre a piacimento. Al ritorno, tuttavia, il Marcianise ci prova a disturbare i piani rossoneri, secondo tradizione. E ci riesce. Primo perché agguanta un pari insperato al 95′ con Murolo (2-2), dopo l’ennesimo sigillo di Manco. Poi perché rende il finale di stagione della truppa di Cioffi più palpitante del solito, in quanto i costieri saranno costretti a giocarsi tutte le loro carte a Potenza ( fortunatamente con esito positivo) per tagliare il traguardo della promozione. Finisce qui la storia? Neanche per sogno. Perché anche il Marcianise agguanterà successivamente la C1, a dimostrazione che tra le due contendenti è un continuo inseguirsi, cercarsi, punzecchiarsi, voler prevalere. In un contesto simile, ne nasce una naturale rivalità anche tra le due tifoserie. Ma l’exploit marcianisano era tutto sommato prevedibile. Il patron Salvatore Bizzarro, in questo senso, non ha molto da invidiare a Giglio. Entrambi, in quel periodo, sono imprenditori di grido con disponibilità economiche importanti. Entrambi quotidianamente vicini alla squadra, abituati a coccolare e a motivare i loro calciatori. Peraltro Bizzarro ha il merito di non stravolgere mai in estate le sue squadre, casomai le puntella chirurgicamente. Nel tempo rafforzano i casertani elementi come Alfredo Romano, Massimo Russo, Fumagalli, Innocenti (l’ultimo ex di casa nostra) o Bruno Di Napoli, a corredo di un gruppo storico inalterato. Alla prima in C1, nella contesa dei tecnici Fusi-Simonelli, entrambe le gare finiscono 1-1 e lo zampino ce lo mette proprio Innocenti in uno dei due match. Sarà un caso, ma la parità tra l’ex mediano del Napoli e il Professore di Saviano si replicherà nell’ultimo torneo di Seconda Divisione (una vittoria ciascuno tra Sorrento e Castel Rigone). Sarà uno sfizio per il Marcianise, in questa “guerra” sportiva, sopravanzare il Sorrento di un punto a fine campionato. L’ultima gioia, però. Dieci maggio 2009, Progreditur di Marcianise: Sorrento e Marcianise si dicono addio con i centri di Biancone e Galizia. Sì, perché a settembre il Sorrento si troverà nel raggruppamento settentrionale, mentre il Marcianise, nel girone B della C1, sarà radiato l’estate successiva lasciando il professionismo. Cinque anni dopo si ricomincia. Sulla falsariga di quelle asperità con cui costieri e casertani iniziavano a battagliare nel 2000. Corsi e ricorsi storici che destano un pizzico di amara nostalgia. No, Sorrento e Marcianise non meritavano questo declino. Peccato.

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