Raffinati benpensanti, finti perbenisti e neutrali di professione possono stare sereni: i nostri tifosi restano la parte più sana e più bella del nostro Sorrento. Sì, avete capito bene: gli ultrà rossoneri sono la migliore componente di questo sport.

Gli striscioni di «benvenuto» all’attuale dirigenza, per quanto perentori nel negare il beneficio del dubbio, non vanno considerati come uno «sgarro» preventivo verso chi si conosce poco o nulla. Quegli striscioni sono, invece, l’ennesimo atto d’amore per questa maglia.

Sì, avete capito bene: un atto d’amore. Un po’ come l’amore che quel gruppo di ultrà manifesta ogni domenica, quando, all’alba, due-tre auto macinano centinaia di chilometri per raggiungere paesi e campi di cui a volte ignoriamo perfino l’esistenza. E mentre noi sediamo dinanzi ad una tavola imbandita per il rituale domenicale della «tracchiulella», loro sono lì, sugli spalti di tutta Italia, ad appendere pezze rossonere, ad incitare i ragazzi sul terreno di gioco e a renderci orgogliosi di essere sorrentini. E’ vero, non esistono tifosi di seria A e di serie B. Eppure loro sono quell’eccezione che conferma la regola: hanno qualcosa in più, se non altro per il senso di appartenenza a questa comunità, che si manifesta attraverso sacrifici reali e attaccamento autentico verso questa squadra di calcio. Non saranno perfetti, a volte prendono “cantonate” incredibili, ma sono sempre in trincea, nel bene e nel male, a difesa di una fede.

Un attaccamento autentico che emerge anche stavolta, con una contestazione forte, striscioni eloquenti all’indirizzo di questa dirigenza. Per i soliti benpensanti (quelli cioè che… “lungi dal prendere una posizione”, saltando – solo a posteriori – sul carro del vincitore), si tratta di una manovra ordita da un non-ben-identificato «fattore» esterno. Valutazione un tantinello superficiale, che denota una squallida propensione a vedere dovunque fantomatiche strategie occulte. Nulla di tutto questo.

Quegli striscioni sono soltanto una fisiologica corazza, una difesa immunitaria naturale, eretta solo per non incorrere all’ennesima delusione. Delusioni che sono fioccate negli ultimi anni, con promesse mai mantenute, finte rassicurazioni, pacche sulla spalla che si sono rivelati schiaffoni e umiliazioni continui per la nostra maglia. E allora, sì, quegli striscioni sono un atto d’amore, non un ostacolo per chi vuole «investire» a Sorrento.

Tranquilli, Marino (ds) e Sosa (allenatore), Chiappini (patron in pectore) e Turco (promotore dell’operazione) l’hanno capito benissimo: quei tifosi sono pazzi d’amore per il Sorrento. Spetterà a loro, farli ricredere. Ma non a chiacchiere. Coi fatti.

Lunga vita ai nostri tifosi.

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