Lombardo 7. Era dai tempi di Gegè Rossi che il Sorrento cercava un numero uno a cui lasciare le chiavi di casa senza pericoli di intrusione maldestre. Fisico, concentrazione ed elasticità sono le caratteristiche che lo illuminano di più. Incolpevole sulle reti incassate, fa pure un miracolo su Tarallo sull’1-1 e deve gestire un finale choc. Questa è la sua grande occasione per appropriarsi di palcoscenici più importanti.

Gabbiano 5. L’esordio dal primo minuto in rossonero non gli sorride. Perchè lasciare i compagni in 10 per 60 minuti è colpa grave e finisce per pregiudicare il match. Peccato, perchè fino al momento dell’espulsione la sua gara era stata pulita ed ordinata, con Ragosta mai pericoloso dalle sue parti.

Visciano 6. Sempre puntuale e preciso nelle coperture. L’atleta ex Puteolana svolge in maniera apprezzabile lo “straordinario” da terzino sinistro, nonostante il suo ruolo naturale sia quello di centrocampista di interdizione. Tiscione, per eluderlo, è costretto spesso ad accentrarsi ed a creare i suoi soliti numeri da una posizione meno defilata. Non sfigura anche quando se la deve vedere con la freschezza di Capozzoli, subentrato contestualmente alla scelta di Pirozzi di passare dal 4-3-3 al 4-2-4.

Garbini 6. E’ sempre il punto di riferimento della retroguardia rossonera, a cui inocula una certa dose di esperienza. Ma forse anche lui è parzialmente responsabile della dormita generale sul drop vincente di Alfano.

Di Somma 5,5. Per il difensore classe ’97, preferito a sorpresa a Frison, è l’esordio assoluto col Sorrento. Qualche intervento da veterano e diverse difficoltà davanti allo strapotere di un mostro sacro come Tarallo. Ma il ragazzo ha molti margini di miglioramento.

Alison 5. Gravissimo l’errore che avrebbe potuto stendere l’Agropoli e che si rivela decisivo per la disfatta finale. Pregevole l’inserimento nella retroguardia cilentana sul taglio di Vitale ma, quando il mediano di Sosa si presenta da solo davanti a Maiellaro, si fa prendere da una strana paralisi. Aveva tutto il tempo necessario per scegliere una delle due strade: calciare in porta o eludere l’intervento dell’ex numero uno del Savoia, peraltro brevilineo. Non fa niente di tutto ciò.

Iuliano 6. Piedi buoni e gran senso tattico. A volte ha il difetto di portare troppo spesso palla ma la sua qualità è ammaliante. Con Vitale sarebbe anche il migliore dei suoi ma l’espulsione dalla panchina per una bottigliata rifilata ad un avversario nella mini rissa finale, è un gesto imperdonabile. I rossoneri, già contati in mediana, dovranno fare a meno di lui. E sarà una perdita grave.

Esposito 5,5. Ci mette indubbiamente corsa e buona volontà. Ma difficilmente salta l’uomo, crea superiorità o mette palloni gustosi in mezzo. Per un attaccante di fascia, senza queste esibizioni, la prestazione diventa automaticamente impalpabile.

Caraccio 6,5. Depurato dal ruolo di punta centrale, e spostato a destra, dà il meglio. La sua diventa persino una partita di sacrificio e di contenimento con l’espulsione di Gabbiano ed il contemporaneo arretramento a terzino destro. Con Ragosta il duello è divertente e non sempre l’esterno azzurro lo mette in difficoltà.

Maio 5. Di palle giocabili gliene arrivano davvero poche. Fuori dal gioco, vive una domenica anonima.

Vitale 7. Gol, assist, numeri e una leadership sempre più incontrastata. Col crescere graduale della condizione fisica, l’asso di Angri si sta esaltando sempre di più. E’ il giocatore qualitativamente più forte del Sorrento. Chissà, magari in parità numerica, con un Sorrento più smaliziato e cattivo, e con una difesa cilentana sempre molto alta, avrebbe potuto rendere il suo pomeriggio indimenticabile.

Pasini (dal 65′) 5. Viene piazzato da Sosa da esterno destro offensivo ma non accende mai la luce. E’ molle ed impacciato in fase di protezione del pallone, e finisce per risultare superfluo per la causa rossonera.

D’Ambrosio (dal 70′) sv

Volpe (dall’83’) sv

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